
di Gioia Chiostri
Burrasca mista a rivalsa nell’arena dell’ultimo consiglio comunale di Capistrello. Nell’aula del Comune marsicano, infatti, solo 8 consiglieri su 16 hanno preso posto sulle poltrone loro assegnate. Sindaco Lusi presente, inoltre, per consentire di raggiungere senza ulteriori ritardi il numero legale e dare il via all’assemblea.
Nella seduta è stato approvato senza indugi il rendiconto dell’anno 2013 e la proposta di affidare la gestione dell’illuminazione pubblica, «per risparmiare sui costi, come molti comuni già fanno da tempo». Tutto liscio come l’olio, insomma, se non fosse che il sindaco avrebbe tacciato di ‘gesto eclatante’ l’assenteismo dei consiglieri ‘fantasma’.
Alfio Di Battista, Mery Vischetti e Antonello Palleschi non hanno preso parte all’assise, comunicando, in forma scritta, la loro assenza e indirizzando la ‘giustificazione’ sia al primo cittadino di Capistrello Antonino Lusi, sia al prefetto dell’Aquila Francesco Alecci, sia al segretario comunale di Capistrello Giampiero Attili.
«Tutto regolare quindi, se non fosse per quell’astiosa ricerca dello scontro alla quale il sindaco non riesce a rinunciare pur di criticare, a mezzo stampa, chi non la vede come lui. Stavolta se l’è presa con i consiglieri che non hanno partecipato al Consiglio perché forse non sa più con chi litigare. Io, Vischetti e Palleschi – spiega a [i]IlCapoluogo.it[/i] il consigliere Alfio Di Battista – abbiamo comunicato in anticipo la nostra assenza motivandola con un documento che è a disposizione di chiunque lo voglia leggere. Nella nostra assenza non c’è nulla di eclatante perché non è affatto eclatante esercitare le proprie funzioni di consigliere comunale. Eclatante è approvare il rendiconto del 2013 a 8 mesi dalla chiusura dell’esercizio».
Motivo dell’assenza ‘giustificata’ sembrerebbe essere la non ripristinata situazione di regolarità circa la tenuta della documentazione inerente delibere e verbali dei Consigli comunali precedenti. Sarebbe stato segnalato al sindaco stesso, infatti, dai consiglieri comunali assenti, che della documentazione del Consiglio comunale dello scorso 19 luglio 2013 non esisterebbe alcuna copia cartacea agli atti, salvo quella inerente il primo punto all’ordine del giorno. «Proprio il sindaco – spiega ancora Di Battista – il giorno 19 luglio di un anno fa aveva partecipato al consiglio comunale. Ci si occupò di varie questioni importanti, tra cui la Costituzione di un ufficio congiunto di segreteria comunale tra enti locali contigui; le modificazioni dell’assetto societario di “Segen SpA”; il regolamento per la gestione degli impianti sportivi comunali e la proposta di delibera inerente l’azione di responsabilità verso il CAM. Di quel consiglio comunale, però, ad oggi, risulta essere catalogata soltanto la delibera riguardante il primo dei cinque punti all’OdG. La documentazione dei successivi quattro punti, il verbale e le relative delibere non risultano essere depositate agli atti».
«Un cittadino che volesse informarsi sulle questioni di interesse pubblico discusse in quel consiglio – aggiunge il consigliere – non avrebbe alcuna possibilità di farlo insomma, perché non v’è, ad oggi, traccia scritta».
Sarebbe stato poi chiesto al sindaco di accertarsi che non esistessero altre fattispecie simili a quella rilevata (protocollo 2919 del 02/07/2014 Ndr) «così da ricondurre il tutto dentro un contesto di legalità. L’omissione e l’occultamento di atti pubblici prefigura profili di illiceità molto gravi a danno dell’intera collettività, non essendo più garantito lo stato di diritto», spiega Alfio Di Battista.
Consiglio comunale ridotto all’osso, quindi, per motivi retrodatati. «Non allinearsi al pensiero unico significa dare valore e rispettare la propria funzione pubblica, che non è mai personale, ma appartiene ai cittadini – continua Di Battista – il vero gesto eclatante è far pagare l’1,06% sulla seconda casa quando l’aliquota massima di base è lo 0,76%. Prima del dissesto, a Capistrello, si pagava lo 0,70%, quindi rispettare la legge sul dissesto voleva dire fare un aumento dello 0,06% passando dallo 0,70 allo 0,76%. Gesto eclatante, ancora, è l’assenza di programmazione che ci farà subire un salasso sulla casa in autunno. Se a maggio fosse stata stabilita un’anticipazione della Tasi, si sarebbe potuto evitare qualche difficoltà di fine anno alle famiglie. A Capistrello si sarebbe potuto fare perché, a differenza di molti comuni che a inizio 2014 avevano difficoltà a chiudere i bilanci in quanto il Governo non aveva approvato il decreto sulla Tasi, il nostro invece, disponeva di un cospicuo avanzo di bilancio al quale si sommava l’ulteriore avanzo che doveva restituirci l’Organo Straordinario di Liquidazione. Erano le condizioni ideali per intervenire subito sui conti ritoccando le aliquote delle tariffe perché di certo non correvamo il rischio di restare scoperti. Noi già a febbraio chiedemmo invano un consiglio comunale sul bilancio di previsione 2014, ma si è preferito rimandare tutto all’autunno e così, in due/tre mesi i contribuenti saranno obbligati a saldare l’intera tassa sulla casa».
«L’annuncio del calo delle tasse – conclude Di Battista – quasi per gentile concessione, è un atto dovuto perché queste le abbiamo ampiamente anticipate in questi 4 anni grazie alla precisa scelta politica di una parte della maggioranza di fare cassa sulle spalle della gente».
Pioggia mista ad astio all’orizzonte, quindi. La bella stagione dell’armonia di intenti per il bene pubblico tarda ad arrivare anche per il comune marsicano di Capistrello. Si spera il meteo cambi presto previsioni.
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