
«Avevamo già denunciato nei giorni scorsi la deriva autoritaria della proposta di legge di riorganizzazione della macchina amministrativa regionale e oggi, nel corso dei lavori della prima commissione bilancio, le nostre proposte di emendamento al testo sono state tutte bocciate dalla maggioranza di centro sinistra, che pur aveva dichiarato alla stampa la volontà di volersi confrontare con le opposizioni»
Lo rendono noto i consiglieri del M5S, ai margini dei lavori della prima commissione bilancio tornata a riunirsi oggi a Palazzo dell’Emiciclo. «L’atteggiamento che più ci ha indignato è stata la presentazione di sub emendamenti da parte della maggioranza tesi a dichiarare irricevibili tutti gli emendamenti presentanti dal nostro gruppo. In particolare,- specifica il consigliere del M5S Domenico Pettinari- il centro sinistra ha rigettato la nostra proposta di abolire la nuova figura dei commissari che, secondo il testo, andranno a ricoprire un esercizio ambiguo se non sostitutivo dell’organo politico nei confronti dell’apparato tecnico amministrativo. Inoltre il centro sinistra ha rigettato tutti i nostri emendamenti tesi ad impedire l’aggravio di spese derivante dall’istituzione di queste nuove figure. Anche la nuova figura del direttore generale- conclude Pettinari- desta molte perplessità, in quanto ravvisiamo un palese conflitto di interessi nel delegare a questa nuova figura plenipotenziaria, che può di fatto avocare a sé ogni provvedimento amministrativo, anche le funzioni di prevenzione della corruzione all’interno Regione Abruzzo».
«Qualcuno comunichi a D’Alfonso che la Regione non è il comune di Pescara e i poteri devono essere tenuti ben distinti», aggiunge Leandro Bracco, l’altro consigliere del M5S presente oggi in commissione bilancio . «Il prossimo 14 agosto, nonostante sia la vigilia di ferragosto- assicura Bracco – tutti e sei i consiglieri del M5S saranno in Aula a dare battaglia per impedire l’approvazione di questa legge, presentata non a caso in un periodo di ferie e che rappresenta un vero e proprio colpo di mano orchestrato dal Presidente D’Alfonso per garantirsi un potere assoluto di controllo della macchina amministrativa regionale».