
«Le imprese, i lavoratori e i fornitori che aspettano di essere pagati per lavori già effettuati non sono più in grado, dopo mesi di stallo e di indifferenza istituzionale, di attendere ancora i tempi tecnici burocratici per la nomina del nuovo direttore regionale dei Beni culturali. La circolare per l’individuazione del nuovo dirigente è stata emanata solo pochi giorni fa, a distanza di mesi dalle dichiarazioni del ministro Franceschini che aveva assicurato, già allora, l’imminente soluzione del problema». A sottolinearlo, attraverso una nota, è il presidente di Ance L’Aquila Gianni Frattale, sintetizzando quanto riportato in una lettera ufficiale inviata dall’associazione dei costruttori edili al segretario generale del ministero per i Beni e le attività culturali e turismo Antonia Pasqua Recchia e, per conoscenza, allo stesso titolare del dicastero, il ministro Dario Franceschini.
«Ricordiamo ancora una volta che questi mesi sono trascorsi a cantieri bloccati e pagamenti sospesi, con tutto quel che ne consegue. E questa volta – osserva Frattale – non sono i fondi a mancare, ma solo la firma per erogarli e, forse, un’adeguata sensibilità istituzionale. L’iter per la nuova nomina richiederà altri mesi di formalità che non possiamo permetterci di trascorrere a braccia conserte, compromettendo definitivamente il cronoprogramma della ricostruzione dei monumenti, l’unico che procedeva con fluidità in un clima esasperante di ritardi ed incertezza delle risorse».
Nella lettera si sollecita una soluzione urgente alla paralisi in atto e si richiede, in attesa della nuova nomina, di valutare l’ipotesi di un sostituto temporaneo per le funzioni di firma, anche tramite avocazione dell’ordinaria amministrazione della direzione regionale da parte del segretariato del ministero, al fine di far avanzare almeno quei procedimenti già validati nell’iter.
Nella lettera si sottolinea, inoltre, che l’incresciosa situazione in atto sta bloccando anche i finanziamenti dei governi stranieri, che hanno adottato la ricostruzione dei monumenti del cratere, esponendoci, dice Frattale, «ad imbarazzi diplomatici internazionali».
«Siamo stanchi di pagare le inefficienze, i ritardi e la superficialità della politica, in aggravio ad un quadro congiuturale scoraggiante per chi fa impresa e una situazione di vaghezza cronica sulla ricostruzione», commenta il presidente dei costruttori.
«Il ministro Franceschini, in visita a L’Aquila a marzo, – conclude Frattale – diede convinte rassicurazioni sulla volontà del suo ministero di far rinascere L’Aquila in cinque anni. La nostra popolazione ha bisogno di fatti, non di dichiarazioni rituali e retoriche che non superano i confini del cratere, in quanto a risonanza, e non procurano nessun moto successivo di responsabilità in chi le pronuncia».