
Il Consiglio regionale, dopo 10 ore di discussione, ha approvato a maggioranza la legge riforma dell’organizzazione amministrativa e del personale della Regione Abruzzo. L’attuale legge riforma in toto la precedente legge 77 del 1999.
Il Consiglio regionale, presieduto dal Presidente Giuseppe Di Pangrazio, in serata ha approvato la riforma della struttura amministrativa e dirigenziale della Giunta regionale. Il documento è stato stilato al termine di una lunga riunione tra maggioranza e opposizione, alla fine della quale è stato raggiunto un accordo sui punti in discussione. Tra questi, l’introduzione al tetto del compenso del nuovo direttore generale, che non potrà superare il 20 per cento dello stipendio di un direttore regionale. Per quanto riguarda la figura dei commissari, invece, la definizione del loro ruolo è stata rinviata a un successivo provvedimento di legge. E’ stata infine concordata la riduzione del 30 per cento della spesa per il personale di staff ed è stata stralciata la cancellazione del contributo di 100mila euro alle Ater per la lotta all’occupazione abusiva degli alloggi.
Dopo l’approvazione, la seduta è stata aggiornata a dopo la pausa estiva per la discussione del progetto di riforma dello Statuto. Prima della chiusura dei lavori sono state approvate due risoluzioni: una ulteriore (oltre a quella approvata in mattinata) per bloccare il progetto dell’elettrodotto Villanova-Gissi; una seconda, invece, impegna il Presidente della Regione Luciano D’Alfonso a convocare, entro 60 giorni, un tavolo per individuare la procedura di alienazione più conveniente per la Regione per il complesso dell’ex Cofa.
LE REAZIONI
«Dopo 12 ore di Consiglio, di cui oltre 4 passate a lottare in camera caritatis con maggioranza e centrodestra, siamo riusciti a contenere i danni. Sebbene soddisfi solo parzialmente quelle che erano le nostre richieste iniziali, il testo di legge di riforma istituzionale, grazie alla dura opposizione e anche alla minaccia di “ostruzionismo a oltranza”, è uscito dalla intensa discussione decisamente migliorato». Lo afferma il gruppo consiliare del M5S, in merito all’approvazione della riforma della Pubblica amministrazione regionale. «Una legge partita come interamente discrezionale è diventata, grazie al nostro intervento, maggiormente ispirata a criteri di certezza e trasparenza. Abbiamo scongiurato il pericolo del commissariamento ad acta, discrezionale e completamente dipendente dalla volontà del Presidente, per sostituirlo con la possibilità di prevedere la figura di un commissario esclusivamente legata all’approvazione della “Legge Obiettivo” nei prossimi mesi, valutandone e discutendone, dunque, l’opportunità e necessità in Consiglio. Abbiamo ottenuto il blocco del tetto di spesa, la riduzione degli emolumenti per i direttori, in particolare per il direttore generale, una riduzione complessiva della spesa del 40%».
«Avevamo annunciato agli abruzzesi la riforma della pubblica amministrazione regionale, con la fine della palude delle indecisioni. Oggi lo abbiamo fatto con buona pace di chi sperava nel vecchio andazzo dei rinvii, né abbiamo temuto di lavorare di giorno e di notte pur di raggiungere l’obiettivo ottenuto». Lo dichiara il Consigliere regionale del PD Camillo D’Alessandro, commentando l’approvazione della riforma della struttura amministrativa e dirigenziale della Regione.
«Avevamo chiarito, tra l’altro – continua D’Alessandro – di essere disposti a puntualizzare passaggi della norma, senza nessuna preclusione verso la minoranza, ma nessuno può permettersi di bloccare il processo decisionale. Siamo stati eletti dagli abruzzesi per cambiare le cose e lo stiamo facendo. Direttore generale, commissario realizzatore, riduzione delle figure apicali: in sostanza una riforma attesa e orientata alla certezza delle decisioni e del fare. Lo abbiamo detto e lo abbiamo fatto – conclude l’esponente del PD – la rivoluzione della pubblica amministrazione non è più un miraggio».
«Con le nostre proposte e la nostra opposizione abbiamo contribuito a migliorare un testo di legge che, aldilà delle dichiarazioni di intenti, rischiava di creare effetti molto negativi». Lo afferma il Capogruppo di “Abruzzo Futuro”, Mauro Di Dalmazio, in merito alla riforma della Pubblica amministrazione regionale. «Dopo che abbiamo posto rimedio alle “sviste” con le quali si introducevano passaggi di livelli senza concorso, si aumentava il numero dei dirigenti regionali a dismisura, si toglievano risorse alle istituzioni culturali, salvi ravvedimenti dell’ultimo momento, indotti dalla dura opposizione, sono stati accolte alcune proposte contenute negli emendamenti presentati dal sottoscritto hanno consentito di rinviare, come richiesto, la disciplina del commissario, che era diventato il punto centrale, ad una specifica legge obiettivo che individui e definisca gli obiettivi straordinari a cui ricollegare tale figura.
Infatti, la proposta della maggioranza era nebulosa e soprattutto, senza specificazioni di funzioni e finalità, rischiava pertanto di determinare una proliferazione di ruoli non certo funzionali al buon andamento amministrativo bensì con il rischio della creazione di ulteriori posti e ruoli di governo e sottogoverno. Un altro emendamento accolto riguarda la fissazione di un tetto per la remunerazione del direttore generale che non può certo essere esorbitante rispetto al trattamento dei direttori. Abbiamo inoltre definitivamente evitato il rischio della sottrazione di risorse a primarie istituzioni culturali abruzzesi, come già avvenuto in commissione. Il testo di legge presenta ancora molte criticità, ma certo il lavoro svolto in opposizione sia in commissione che in aula, aldilà degli intenti dichiarati, ha evitato effetti peggiori e negativi».
«In una giornata, calda, ma alla fine produttiva, abbiamo contribuito a migliorare una legge che avrebbe creato effetti negativi per l’ente. Mi riferisco in particolare a passaggi di livello senza concorso, il togliere risorse ad enti culturali fondamentali per l’Abruzzo (vedi Liceo musicale Braga) e non ultimo un aumento di dirigenti, con aumenti di costi. Abbiamo contribuito a regolamentare la figura del commissario straordinario rimandandola ad una successiva legge obiettivo». Lo afferma il Capogruppo di Nuovo Centro Destra, Giorgio D’Ignazio, in merito alla riforma della Pubblica amministrazione regionale, in fase di discussione all’Emiciclo.