
[i]Tagliacozzoinfilm: ecco i nuovi appuntamenti[/i].
Lunedì 18 Agosto
CineClub
Palazzo Ducale ore 18:00 Gratuito
Orlando ferito
di Vincent Dieutre
Francia, 2013, 121 min
Nel ripostiglio di un piccolo teatro di Palermo le marionette piangono il proprio destino. Nell’era del turismo di massa, nessuno sembra ascoltare più i pupi. La verità è che le cose in Europa non potrebbero andare peggio. Nel 1975 Pier Paolo Pasolini annunciava la scomparsa delle lucciole e l’imminente trionfo del castello di menzogne. Quarant’anni dopo, un regista francese giunge per la prima volta in Sicilia, in cerca di una nuova speranza politica.
“Il film mostra luoghi, parole, corpi che ruotano attorno a un asse: la ricerca delle poche lucciole sopravvissute. Il progetto crea un parallelo fra le costanti pressioni sociali cui sono sottoposti i cittadini (in particolare gli omosessuali siciliani, costretti a condurre una doppia esistenza a volte dolorosa, altre fantasiosa) e l’immagine dei pupi animati dal puparo nascosto nel buio. Questa dualità si trova ovunque in Sicilia. Come afferma George Didi-Huberman, bellezza e dolore sono legati indissolubilmente. La bellezza della natura e il caos urbano. Il desiderio di autonomia e l‘asservimento a poteri invisibili. La tradizione e la modernità. Si tratta della medesima dualità che si trova nel nostro mondo “postmoderno”, ma che in Sicilia è visibile ovunque. Il film rivela questo panorama frammentario. Perché noi rifiutiamo l’idea della “Sicilia eterna”, non contaminata dalla globalizzazione europea e da quindici anni di berlusconismo. No,Orlando ferito tenta di cogliere una Sicilia immersa in una complessità del tutto contemporanea: dall’improvvisa irruzione di Internet nella sfera dei rapporti amorosi, all’immigrazione clandestina sulle coste turistiche del Sud. Una Sicilia che, nell’arco del film, può assurgere, per noi e per il nostro mondo, a metafora dell’Europa odierna.” (Note di regia Vincent Dieutre)
“Costruito per frammenti e détour, apparenti divagazioni e “falsi movimenti” e regolato in effetti da una rigorosissima logica del discorso, Orlando ferito è un esempio rarissimo di cinema “pensante”, di cinema del dubbio e della riflessione. (…). (e, sia detto per inciso, era davvero da tanto tempo che non si vedeva un film che parlasse direttamente alla nostra condizione di europei oggi. Gli unici titoli che vi si possono avvicinare in tempi recenti sono Film Socialisme proprio di Jean-luc Godard e Un film falado di Manoel De Oliveira). Dieutre ci parla di un’Europa che, votata ormai alla sua dimensione di società dello spettacolo e/o dei consumi, ha perso quella comunanza del sentire, quella dimensione collettiva che invece avevano caratterizzato la nostra civiltà dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino al concludersi degli anni Settanta. Una catastrofe civile che è ancora più evidente in Italia, anche naturalmente per via dell’anti-etica berlusconiana. Perciò il nostro paese appare a Dieutre il laboratorio privilegiato per osservare questa crisi. E la Sicilia, per le sue evidenti caratteristiche contraddittorie, sembra essere ancor più il luogo privilegiato di osservazione, dove a fronte di un imbarbarimento – lampanti sono in tal senso alcune riprese del film che mostrano una periferia palermitana urbanisticamente de-forme, in cui sostanzialmente si è persa la “forma della città” – esistono però delle sacche di civiltà e di lotta, di condivisione e di conflitti. Non solo l’affermazione dei diritti degli omosessuali – Orlando ferito inizia con le riprese di un Gay Pride palermitano – , non solo i teatri e i cinema occupati, non solo le associazioni che gestiscono l’emergenza dei migranti a Lampedusa (straordinaria la sequenza ambientata in quest’isola, la cui desertificazione, nel modo in cui viene ripresa da Dieutre, si fa subito simbolo di una disgregazione collettiva), ma anche il retaggio della tradizione, ancora fortemente presente qui come in pochissimi altri luoghi dell’Occidente (l’altro, evidentemente, è Napoli cui Dieutre dedicherà il suo prossimo film). (Alessandro Aniballi, Quinlan)
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Africa, mia unica alternativa!
Martedì 19 Agosto
CineClub
Palazzo Ducale ore 18:00 Ingresso gratuito
The Silent Chaos + Animal Park
di Antonio Spanò + AFEA
THE SILENT CHAOS
di ANTONIO SPANO’
Italia/Repubblica Democratica del Congo, 2013, 45 min
+
ANIMAL PARK
di AFEA
Italia/Repubblica Democratica del Congo, 2014, 10 min
THE SILENT CHAOS
Repubblica Democratica del Congo, Nord Kivu. Dopo anni di sanguinosa guerra civile, la società congolese ha perduto la propria identità. L’arcaismo, la superstizione e la credenza magica sono fra i pochi elementi unifcanti rimasti alla permettono anche di identifcare il diverso come una minaccia: è il caso dei sordi di Questa è la storia di chi non ha voce né speranza, di chi non cessa di combattere per la propria dignità, di chi non vuole rassegnarsi all’infelicità.
ANIMAL PARK
La Repubblica Democratica del Congo è in guerra dal 1996. Ai confini orientali del paese
si trova il Virunga National Park: il più antico ed importante parco africano. Al suo interno
la conservazione della natura è prioritaria, e per preservarla i guardiaparco bruciano
villaggi, stuprano e uccidono.
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