
di Valter Marcone
Ti ho prestato il mio cappello
prima che finisca il giorno.
il giorno tra l’alba e il tramonto.
E a quest’ora ti consolino
un poco
le montagne gialle del tramonto
le case del paese,
tra muri coperti da manifesti
di sagre d’agosto
e le serrande abbassate delle finestre
della casa sulla piazza.
Ti restino le parole
da i sussurri a tutto volume di skype
e alla fine al tramonto
seduta sulla panchina
mi restituisci il cappello,
sa di rosmarino e basilico,
sembra ora fatto delle ali
di una colomba
mentre il rumore di un trattore
nel bosco di querce
fa il verso alla radio
dove canta Celentano.
In silenzio giocano a carte
uomini anziani
ai tavoli del bar sulla strada
per la Rocca
e sanno che nemmeno giocando
a carte possono parlare
come per tutta la vita
hanno cercato di dire qualcosa
senza mai trovare le parole.
Quelle parole che non si trovano
e che hanno fatto la storia
del silenzio di questo paese.