Il diario di Maria, «Vi presento Miss Abruzzo»

22 agosto 2014 | 16:16
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Il diario di Maria, «Vi presento Miss Abruzzo»

di Gioia Chiostri

La lettura del proprio futuro è riassunta nel fremito di un battito di ciglia. Guardarsi le linee della mani, a volte, potrebbe essere davvero decisivo. Il solco del futuro sulla pelle liscia, quello che cavalca, a nitriti di determinazione e colpi di autostima, curve, rettilinei, angoli e momenti a zig e zag, punta dritta in alto, nella coda finale. Sembra quasi un colpo di reni. Un’impuntata di petto. Ma la linea del futuro di Maria Di Giminiani, 20 anni, originaria di Alba Adriatica, dal viso affusolato e gli occhi da gatto persiano, presenta una bella punta aguzza sul finale, come quella di una corona splendente. La notte del 20 agosto, in una calda serata marittima a Civitella Del Tronto, lei, la ragazza della costa, ha surclassato la concorrenza agguantandosi la fascia più ambita, quella di Miss Abruzzo 2014.

{{*ExtraImg_213502_ArtImgCenter_500x500_}}A soli 20 anni, senza dubbio, è dura scalare la cima della montagna della vita. Ma la carta della bellezza, in un’epoca in cui apparenza e superficialità si dimostrano essere le veline indiscusse, non sempre è da disprezzare. Soprattutto quando rimarca a chiare lettere che il benessere di sé e con sé può sconfiggere anche i mostri del vacuo materialismo più duri. Abruzzo che vince, Abruzzo che galoppa. «Noi ragazze dell’Abruzzo – spiega a IlCapoluogo.it la neo eletta regina regionale – abbiamo una marcia in più rispetto alle seppur splendide ragazze provenienti dalle altre regioni d’Italia. La mia carta vincente è stata senza dubbio l’umiltà, frammista alla mia proverbiale simpatia e riscaldata un poco dalla mia solarità». Un mix perfetto che, senza dubbio, si è riverberato sull’aspetto esteriore di questa bellissima ragazza bionda di 20 anni.

{{*ExtraImg_213498_ArtImgRight_375x500_}}Domanda a bruciapelo. Com’è stata la vittoria? «E’ stato un momento di gioia e felicità; mi tremavano le gambe dall’emozione ed ero talmente felice che non riuscivo nemmeno a pensare. Non riesco tutt’ora a credere a quello che mi è successo. Mi sembra una visione. Prima o poi, però, prenderò possesso del sogno raggiunto e combatterò sulla passerella nazionale per il mio territorio d’origine». Quello di Miss Abruzzo è un titolo tanto ambito quanto sognato. Tutti i cuori che la serata del 20 agosto hanno sfilato e battuto all’unisono in passerella, hanno sperato, forse, il medesimo dolce finale nella notte stellata. Ma la stella cometa si dice essere una sola. E una sola, infatti, è stata incoronata. «Non mi aspettavo – racconta Maria – di vincere, sinceramente. Però ammetto che ci tenevo moltissimo, come, credo, accada in ogni concorso di bellezza. Tutte le partecipanti sono lì per vincere, per ottenere lo scettro più splendente. E’ normale qualche muso lungo alla fine della serata. Non penso sia piacevole veder vincere un’altra persona, però con me, devo dire, le ragazze concorrenti sono state tutte carine, nonostante l’antagonismo di fondo». La notte delle stelle è stata organizzata dal comune di Civitella del Tronto e dall’agenzia Pai di Mimmo Del Moro, esclusivista del concorso in Abruzzo e Marche; la direzione artistica, invece è stata affidata a Gabriele Zarroli. Fotografo lungimirante e sempre presente, Antonio Oddi. Suo lo scatto di sopra, che ritrae la bellissima modella del futuro. L’arte della fotografia e la bellezza pura in uno scatto rubato.

Ma chi era Maria prima del 20 agosto 2014? «Nella vita di tutti i giorni – risponde sorridendo – vivo con i miei genitori e sono figlia unica. Ho finito gli studi da un anno, diplomandomi in Turismo e Commercio. Naturalmente, nella mia vita, pratico diversi hobby tra i quali lo sport, la lettura e naturalmente tutto ciò che riguarda il campo della moda. Adoro lo stile, il costume e il senso estremo della raffinatezza. Da grande – spiega – vorrei fare la modella per grandi firme. Adoro tutto ciò che concerne il mondo del fashion. E’ un universo unico, dorato. Pochi riescono ad entrarvi, spero che questa fascia e questa splendida corona raffigurino un primo passo per bussare, quantomeno, alla sua porta. Poi chissà».

{{*ExtraImg_213499_ArtImgCenter_500x300_}}Tutte le miss hanno fatto i conti con i propri sogni più segregati. C’è chi ha stampato in testa e sul sorriso il motto del ‘non arrendersi mai’ per farsi forza. Chi ha, nella tasca più profonda dell’anima, nascosto una parola magica, un pensiero affettuoso. Un inno, un ritornello. Maria, invece, crede fermamente nella realizzazione dei propri sogni, se affrontati di petto. Sono loro, in fondo, che muovono il mondo. «Per realizzare i propri sogni – dice – bisogna almeno provarci, non fermarsi al primo ostacolo e non lasciarsi mai influenzare da niente e da nessuno. Questo è un po’ il mio mantra, che ripeto ogni giorno alla me stessa più titubante».

23 ragazze tutte bellissime, ognuna con la propria luce particolare disegnata in volto. Tifavi per qualcuna di loro? «Non ho avuto una preferenza particolare per una Miss. Le ragazze, devo ammettere, erano tutte delle bellissime donne. E’ proprio il caso di dirlo: quest’anno c’era l’imbarazzo della scelta!». Miss Italia emarginata dalla TV di massa. Credi che l’Italia abbia ancora bisogno di incoronare la più bella del Paese? «Ovviamente, perché credo che un programma/concorso come Miss Italia sia un ottimo mezzo per realizzare i propri sogni. E non bisogna mai smettere di credere in essi. La chiave del successo è cercare di spiccare il volo sulle ali dell’entusiasmo, finché si è in tempo. Finché le gambe dell’emozione reggono». Il titolo di Miss è storico. Come storica è la beltà italiana. Il titolo di Miss è magico, come magica è una terra che, acciaccata da altre, non smette di inarcare il sopracciglio in segno di esistenza e presenza. Ricordare ciò qualche volta, fra il trambusto di una disperazione giovanile arrivata al culmine e le speranze disarcionate dal mostro del progresso delocalizzato, può solo inorgoglirci l’anima. Auguri a Maria, la regina dell’Abruzzo, quello giovane, che ha ancora tanta speranza da coltivare sule terre fertili dell’avvenire.