
Sentimenti contrastanti, tra gli aquilani, nella cornice della 720esima edizione della Perdonanza Celestiniana, la sesta dopo il terremoto che nel 2009 ha messo la città in ginocchio e l’ultima prima del riconoscimento, da parte dell’Unesco, come patrimonio immateriale dell’Umanità.
L’edizione 2014 dello storico evento aquilano è incentrata su tre temi, che affiancheranno quello ‘classico’ del perdono: integrazione, merito scolastico e pace. A testimoniarlo sono le tre figure centrali (Dama della Bolla, Giovin Signore e Dama della Croce) del corteo che ogni anno accompagna il documento del Perdono – la Bolla, ovvero la pergamena con il testo dell’indulgenza plenaria donata da papa Celestino V alla città dell’Aquila e al mondo – verso la basilica di Santa Maria di Collemaggio, protagonista inagibile, con la sua Porta Santa, dell’annuale indulgenza plenaria.
La Dama della Bolla, incaricata di trasportare il fodero cilindrico che fino al 1997 conservava la pergamena con l’indulgenza di papa Celestino V, è quest’anno una ragazza non udente. Il Giovin Signore, che porterà in corteo il ramo di ulivo con il quale il cardinale Ennio Antonelli ‘ordinerà’ l’apertura della Porta Santa della basilica di Collemaggio dando inizio alle 24 ore dell’indulgenza, è uno studente meritevole. La terza figura centrale del corteo, la Dama della Croce, è infine un’alpina con alle spalle due missioni di peace keeping all’estero.
Anche quest’anno la porta del Perdono somiglierà più ad un ‘pertugio’ che ad un varco, stante l’inagibilità della basilica di Collemaggio, non ancora pronta ad accogliere in sicurezza le suppliche dei fedeli.
Tra l’emozione di vedere una città piegata viva almeno per un giorno e la disperazione partorita da una storia ridotta in macerie, gli aquilani, anche quest’anno, sono pronti per essere perdonati. Difficile dire quando saranno pronti anche per “perdonare”, o almeno per superare, rassicurati dal diradarsi della nebbia che oggi incombe ancora densa sul futuro del capoluogo abruzzese.