
Potrebbe essere aperta un’inchiesta sulla tragedia sfiorata nella palazzina post sisma della frazione aquilana di Cese di Preturo, dove un balcone in legno ha ceduto ed è crollato su quello al primo piano, fortunatamente in un momento in cui nessun inquilino occupava quegli spazi.
Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, infatti, ha annunciato all’Ansa che «da un primo esame, il crollo del balcone in legno è stato causato da un difetto costruttivo legato alla mancanza della guaina e quindi dell’isolamento, che ha permesso infiltrazioni che hanno indebolito il legno. Domani faremo controlli a tappeto a seguito di una indagine interna e poi presenteremo denuncia all’autorità giudiziaria».
Per ora è stata sgomberata la famiglia del primo piano, quello dove è caduto il balcone. Se i controlli dovessero confermare il presunto difetto di costruzione, anche le altre palazzine saranno evacuate.
I controlli si estenderanno anche alle altre 18 new town del Progetto Case, costruito a tempo di record per ospitare circa 16 mila aquilani sfollati. La proprietà degli insediamenti, negli anni scorsi, è passata dallo Stato al Comune dell’Aquila.
«Si è sfiorata la tragedia, è drammatico – ha aggiunto Cialente – Ora dobbiamo capire come sono state costruite le case, non si può giustificare il fatto che, per andare di corsa, si costruisce male, questo anche alla luce del costo a metro quadrato».
Cialente non sembra darsi pace. «Vorrei capire dove erano i direttori dei lavori e come sono stati effettuati i collaudi, come si è fatto a non accorgersi di niente», ha tuonato ancora il primo cittadino, il quale, a proposito del passaggio di proprietà al Comune e del problema della gestione, ha annunciato «la richiesta alla protezione civile nazionale di tutti i collaudi, di tutti gli appalti, di tutta la documentazione, per fare verifiche strutturali e altri controlli, tra cui controlli energetici visti i costi esorbitanti».
Poi, l’istanza al Governo: «Ora si pone un problema di manutenzione straordinaria, perché molti danni sono strutturali, segno che si è sbagliato a costruire, ma da Roma devono arrivare fondi adeguati».