Caccia, ambientalisti criticano calendario Abruzzo

3 settembre 2014 | 13:39
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Caccia, ambientalisti criticano calendario Abruzzo

«La Regione dimostri che qualcosa è cambiato e modifichi il calendario venatorio, che è simile, e per alcuni versi peggiorativo, rispetto a quello dell’anno scorso». E’ l’appello delle associazioni Wwf, Lipu, Salviamo L’Orso, Legambiente, Pro Natura e Mountain Wilderness, che chiedono «scelte diverse dalla precedente gestione» e indicano come «priorità assoluta» la salvaguardia dell’orso marsicano.

Gli ambientalisti, in vista della valutazione di incidenza (Vinca) del comitato di valutazione impatto ambientale (Via), prevista per domani, hanno presentato una serie di osservazioni, con cui chiedono di «migliorare il calendario, a dimostrazione di un reale cambiamento della gestione della caccia rispetto a quella pessima della passata giunta regionale, battuta ben 14 volte in cinque anni in sede giudiziaria per una incomprensibile insistenza».

Nel sottolineare che «l’augurio è che il calendario presentato sia solo frutto dell’inesperienza e della recente campagna elettorale», Luciano Di Tizio (Wwf), Stefano Allavena (Lipu), Stefano Orlandini (Salviamo l’orso) e Marano Mario Viola (Mountain Wilderness) dicono in conferenza stampa di voler «evitare di ricorrere nuovamente alla giustizia e se la Regione si adeguerà alle nostre richieste potremmo evitare il ricorso».

In particolare, per le associazioni è «indispensabile prevedere che, nell’intera area di distribuzione individuata nell’accordo Patom (Piano d’azione per la tutela dell’orso marsicano) l’attività venatoria venga limitata a periodi e modalità compatibili con la tutela del plantigrado». Gli ambientalisti hanno inoltre ricordato il protocollo per la tutela dell’orso sottoscritto dal Ministero dell’Ambiente «e, per la prima volta, anche dalle associazioni venatorie».

Tra le altre richieste vi sono «una maggiore attenzione alla tutela della lepre italica, preziosa specie endemica, non cacciabile, difficilmente distinguibile dalla lepre comune con cui in molte aree convive; ristabilire i periodi di caccia indicati dall’Ispra per le specie tordo bottaccio, tordo sassello, cesena e beccaccia, e, più in generale, un adeguamento a quanto deciso a livello comunitario per la tutela degli uccelli selvatici, evitando in particolare la preapertura della caccia a quaglia e tortora, tutelando altre specie, come la coturnice e l’allodola, e non dando alle Province la possibilità di consentire la caccia al colombaccio nella prima decade di febbraio».

Secondo gli ambientalisti è, inoltre, necessaria una «moratoria temporale all’utilizzo per la caccia agli ungulati di munizioni contenenti piombo, molto pericolose per la salute umana e per gli animali selvatici necrofagi» e «la conclusione alle 14.30 della caccia al cinghiale nei territori che ospitano i dormitori del nibbio reale (Milvus milvus), specie particolarmente protetta a livello comunitario».