
Il primo settembre è stato presentato il progetto del restauro della basilica di Collemaggio in Consiglio Comunale. L’intervento non prevede la salvaguardia del gioco solare dell’Assunta, che caratterizza la Basilica di Collemaggio e la pone tra le più grandi basiliche del mondo.
L’esperta e rinomata studiosa aquilana della Basilica, Maria Grazia Lopardi continua la sua estenuante battaglia affinchè «dovendosi ricostruire l’intera area crollata, venga alzato un po’ l’arco romanico per salvaguardare lo straordinario gioco di luci della Basilica». Come spiegato in altri articoli, la studiosa sostiene che l’arco romanico, crollato nel 2009, fosse stato abbassato dopo il terremoto del 1703 e portato in linea con il soffitto barocco, interrompendo lo straordinario gioco di luci. «Basterebbe rialzare l’arco romanico, secondo la proposta di Monsignor Orlando Antonini, riportata nel suo testo “L’Aquila nuova negli itinerari del Nunzio”, del 2012, a pag.89-92, oppure ridargli la forma ad ogiva che – secondo la Lopardi – aveva prima del 1703.
L’affresco laterale, che presenta Maria assunta in cielo e Gesù che le pone la corona sul capo, incorniciati da una mandorla mistica, induce a ritenere che analogo messaggio ripetuto dal gioco solare, fosse inserito in una mandorla mistica, appunto un arco gotico.
Per altro è stato ritenuto, nell’esposizione del progetto, che la pianta di Collemaggio richiamerebbe quella del duomo di Lucera, ugualmente dedicato a S. Maria Assunta: dall’immagine proiettata è apparso che un arco gotico introduce al transetto. Perché non imitarlo?
Comunque entrambe le soluzioni prospettate permetterebbero alla luce del sole di raggiungere integralmente la sommità del finestrone gotico dell’abside, consentendo alla “Luce del mondo” di incoronare la Madre.
Tale è l’immagine che appare in tutta la sua suggestione e bellezza dopo il sisma del 2009. Poiché come Aquilana sento il dovere di fare il possibile per la mia città, sono intervenuta a fine seduta per segnalare il problema forse non noto ai componenti esterni dell’equipe di esperti, e l’architetto Antonello Garofalo della Locale Soprintendenza, membro della prestigiosa commissione, ha risposto alla mia domanda in merito rassicurando che avrebbero studiato una possibile soluzione.
La prospettata ricostruzione senz’altro ci restituirà una basilica più sicura, ma proprio la perizia mostrata dall’equipe tecnica rende impossibile ritenere che non si riesca a sollevare l’arco- romanico o gotico che sia- di quel tanto che consenta alla luce solare di raggiungere senza ostacoli il suo obiettivo.
Peraltro il sollevamento dell’arco permetterebbe l’illuminazione naturale dell’area del transetto in cui non verrà ricostruita la cupola con i suoi oculi. Con tantissimi Aquilani -e non solo Aquilani- confido che, al pari degli antichi Costruttori, anche i loro successori, a cui è affidata la basilica, impieghino la loro competenza a tutelare (anche) un dono del passato che ha già richiamato tanta gente e continuerebbe ancora più ad attrarne a restauro completato.
Tutto questo andrebbe a vantaggio della città e l’E.N.I., a cui rivolgiamo la nostra riconoscenza per la sua generosità e attenzione al sentimento degli Aquilani, di certo sarebbe gratificata dalla piena approvazione del progetto da parte di tutti gli Italiani.
Già perché – conclude Maria Grazia Lopardi – Collemaggio è conosciutissima e amatissima in tutto il nostro paese che, come noi, segue con attenzione gli sviluppi del recupero del nostro gioiello, come mi attesta il fermento in proposito su facebook».