Corte Appello: «A L’Aquila si litiga, a Pescara si agisce»

«Mentre all’Aquila il Consiglio comunale finiva in rissa a causa di una lotta tutta interna al centro sinistra, a Pescara, proprio negli stessi momenti, il Consiglio votava compatto un ordine del giorno per portare la sede della Corte d’Appello nella città Adriatica. Un documento che ha avuto il via libera di tutti i 24 consiglieri, compreso il sindaco, e il sostegno dei parlamentari pescaresi, presenti alla seduta, che, peraltro, hanno applaudito apertamente dopo la sua approvazione». A sottolinearlo, attraverso una nota, è il consigliere comunale del Pdl dell’Aquila Roberto Tinari.
«Insomma – osserva l’esponente politico, che è anche avvocato – mentre qui le beghe interne alla maggioranza e i malumori del sindaco Cialente, che poco o nulla hanno a che fare con questioni che interessano la città, bloccavano i lavori del Consiglio e costringevano gli astanti ad assistere all’avvilente spettacolo di due consiglieri che venivano alle mani, a Pescara si pensava alle cose serie, cercando di mettere in atto l’ennesimo scippo ai danni del nostro territorio».
«Uno scippo – afferma Tinari – che riuscirà loro perfettamente se continueremo ad essere rappresentati e governati da una classe politica che non riesce a produrre un atto, a elaborare un’idea, a perseguire un obiettivo che sia uno. Una città ferma da cinque anni, seduta sulle sue rovine, in cui i governanti si beccano come i capponi di Renzo e, intanto, vedendo tanta inadeguatezza, sulle rive dell’Adriatico si fregano le mani».
«Mi auguro – conclude il consigliere comunale – che il sindaco Cialente, il presidente della Regione D’Alfonso e i nostri rappresentanti in Parlamento sappiano reagire adeguatamente e si adoperino per tutelare i diritti e gli interessi di una città che rischia di morire a causa della dabbenaggine e dell’indifferenza, prima ancora che del terremoto».