Aria di Congresso in casa PD

12 settembre 2014 | 10:40
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Aria di Congresso in casa PD

Pd regionale in fermento. Con Legnini volato in alto, a ricoprire un incarico tanto fondamentale quanto scevro da condizionamenti politici, quale membro del Consiglio Superiore della Magistratura, il Partito di centro-sinistra regionale si prepara ad intavolare il nuovo Congresso, il quale, per ora, ha ancora delle coordinate fumose. Poche cose certe sul mese che lo ospiterà e sui nomi che dovrebbero far parte della rosa dei favoriti a ricoprire l’ambito ruolo di segretario abruzzese.

Entro novembre, secondo quanto si vocifera, dovrebbe avere luogo l’atteso Congresso. Prima mossa PD, intanto, la presentazione delle liste per le vicine elezioni provinciali, previste per il decimo mese dell’anno. Poi, a cavaliere fra la fine del mese di settembre e i primi giorni di ottobre, il partito convocherà la direzione regionale per stabilire definitivamente una data e le regole per attuare la riunione dell’anno. Inizialmente si sarebbe voluta convocare due mesi dopo le fatidiche elezioni regionali, le quali hanno regalato al Pd lo scranno maggiore, ma, con le provinciali ad ottobre, la scelta è sfumata.

I primi giorni di novembre, quindi, si potrebbe contare già su un nuovo assetto politico all’interno del partito. Infatti, cosa prioritaria e di fondamentale importanza per Casa Pd, sarà la nomina del nuovo segretario regionale, attraverso l’innovativo strumento delle primarie esterne, ossia con un primo passaggio nei circoli locali.

Il Toto nomi è già sulla bocca di tutti: i più papabili sembrano essere Alexandra Coppola, Marco Rapino, Andrea Catena, Alessandro Marzoli e Paolo Della Ventura.

Spia rossa accesa per Silvio Paolucci, attuale assessore della Giunta abruzzese alla Sanità. La sua carica in Regione sarebbe, secondo alcuni, incompatibile con la possibile nomina a segretario. Un’identità di cariche che, sulla scena nazionale, in realtà, si è già vista ed accettata.

Dulcis in fundo, la neonomina di Legnini e il suo addio. Da membro laico del Csm, se ne va una delle colonne maggiormente portanti del partito politico. A detta di molti, la vera ‘spina nel fianco’ di D’Alfonso. Un cambio di divisa che potrebbe costare caro agli equilibri interni del partito.

Fermento dentro e fuori. Il Pd cambia i connotati.