Capodogli arenati, c’è del gas nel sangue

13 settembre 2014 | 17:47
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Capodogli arenati, c’è del gas nel sangue

I tre capodogli morti ieri davanti la spiaggia di Punta Penna di Vasto sono stati tirati sulla battigia durante la notte con delle gru.

Le carcasse sono state sistemate sull’arenile per l’esame necroscopico che sarà effettuato su cetacei deceduti ieri in seguito allo spiaggiamento. A condurre le operazioni Sandro Mazzariol dell’università di Padova, coordinatore della task force del ministero dell’Ambiente che si attiva in questi casi, il Cert (Cetaceans emergency response team). Oltre all’equipe di Mazzariol, con la quale collabora l’istituto Zooprofilattico di Torino, ci sono studenti di Veterinaria accompagnati dai loro docenti e ricercatori giunti anche dalle Canarie per studiare le carcasse e capire le cause del decesso dei tre cetacei.

Dal punto di vista scientifico si tratta di un’occasione eccezionale e piuttosto rara per studiare questi grandi mammiferi, spiegano i ricercatori. Il più grande dei tre cetacei morti è lungo tra gli 8 i 10 metri pesa circa 10 tonnellate, gli altri due sono leggermente più piccoli. Dal 1500 sono stati documentati 10 casi simili, l’ultimo nel 2009 sulle spiagge del Gargano, spiegano gli esperti del Cert. Le analisi andranno avanti per tutta la giornata. Si tratta di tre femmine; una aveva raggiunto la maturità sessuale.

L’area è stata interdetta al pubblico dal sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, per permettere ai ricercatori di lavorare sulla spiaggia.

«Le analisi si concentreranno sull’orecchio dei cetacei, lo strumento di navigazione dei capodogli che permette loro di “vedere” – spiega Mazzariol – è probabile che abbiano perso l’orientamento nell’Adriatico, un cul de sac per questi cetacei che vivono in acque profonde tra il Mar Ligure e il Mar Ionio, arrivando fino a 3000 metri di profondità. Dovremo capire perché e come sono finiti in Adriatico, se ci sono stati elementi esterni di disturbo».

Dei sette capodogli spiaggiati tre sono morti, quattro salvati e riportati da volontari e Guardia Costiera al largo.

TROVATO GAS NEL SANGUE DEI CETACEI MORTI – E’ stata inoltre rilevata la presenza di gas nei vasi sanguigni dei tre capodogli, probabile conseguenza di una riemersione troppo rapida, la cui causa potrebbe essere un trauma improvviso come quelli provocati dalle attività di prospezione con tecnica air-gun. Lo riferisce Vincenzo Olivieri.

UNA DELLE FEMMINE PORTAVA UN CUCCIOLO IN GREMBO – Gravidanza in corso per uno dei capodogli arenatisi sulla spiaggia di Punta Penna di Vasto, di cui stamani è cominciata la necroscopia. Lo rileva Vincenzo Olivieri, presidente del Centro Nazionale Studi Cetacei Onlus. «E’ una notizia sensazionale anche dal punto di vista della ricerca scientifica. L’equipe che è al lavoro ha estratto da una delle tre femmine un feto che si stima di 3/4 mesi. Sarà destinato al Museo del Mare di Pescara».