L’Aquila, tutte le rotatorie portano alla follia

13 settembre 2014 | 17:00
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L’Aquila, tutte le rotatorie portano alla follia

di Gioia Chiostri

La rosa dei venti, a volte, acquista le sembianze di un incrocio di strade. C’è la via che punta al Nord, robusta, ma sinuosa e silenziosa. La stradina di campagna che, come una serpe in mezzo all’erba verde, si srotola verso un Sud affaccendato e quella piastrellata di ricordi e sensazioni che va diritta ad Est. A L’Aquila, invece, nella baraonda del traffico casalingo, la trappola automobilistica nota anche col nome di ‘Rotatoria’ è un fenomeno che negli ultimi tempi ha preso sempre più spessore. A L’Aquila, si diceva, le rotatorie sono tante. Punto. Forse troppe? Colui che, mesi or sono, ha dato in pasto al popolo veloce di Facebook la sua immensa creatività tutta da ridere, l’anonimo moschettiere delle malefatte aquilane che ha dato voce e verve al canale ‘Ngulo che Strina’ su Youtube, è tornato sui suoi passi, scattando una fotografia cittadina davvero surreale. Da ‘Ju Trono de Spade’, questa volta, si è passati a giocare su un piano un pochino più rasoterra: le strade e i loro temutissimi nodi asfissianti. Una volta, almeno così narrano le cronache aquilane moderne, una ragazza in lista per la patente, raccontò che il suo insegnante di scuola guida al suo timore sul portare l’automobile per L’Aquila, «poiché città grande», oppose queste sagge parole: «Ragazza, se sai fare una rotatoria, sai guidare per L’Aquila».

Ma le rotatorie, a L’Aquila, quante sono? «Negli ultimi tempi – afferma l’anonimo aquilano disperate houseman – le abbiamo viste spuntare come funghi. Le affrontiamo ogni giorno per andare al lavoro, a scuola, a far la spesa. Malediciamo coloro che ancora non riescono ad abituarvisi, anche se, sotto sotto, non ci siamo abituati nemmeno noi. Positive o negative, le rotatorie però, hanno cambiato forma alla nostra città; ebbene: avete mai pensato a quante ce ne sono realmente? Ngulo che Strina – aggiunge – vi toglierà ogni dubbio, provate ad indovinare! Colui che ci si avvicinerà di più, riceverà un abbonamento annuale alla metropolitana di superficie!». Lo scherzo è, sulla pagina di Facebook, divenuto una vera e propria sfida. Alcuni parlano di 30 rotatorie, altri di 55. C’è anche chi azzarda il numero canonico aquilano per eccellenza, asserendo che forse esse, così come le Chiese e le fontanelle, sono 99. Nulla di tutto ciò. Gira che ti rigira, in un video che davvero alla fine ti fa girare la testa per quante volte la macchina incrocia e rincrocia la temuta rotatoria, le rotonde sono – di numero – come la maturità sognata dai giovani ‘vendittiani’ una notte prima degli esami, 60! IlCapoluogo.it è andato a pescare nella immaginifica rete di Youtube, questo contributo all’invivibilità aquilana davvero peculiare. Un video fatto ad arte, dove, all’inizio, si vede l’anonimo scopritore del segreto delle rotatorie, che immote rimangono, allacciarsi la cintura a bordo della sua utilitaria e partire all’avventura. Sulla colonna sonora di una musica house – davvero adatta a questi momenti di estrema follia stradale – l’anonimo precorritore, fra un giro di valzer e l’altro, riesce a contare tutte le rotatorie che, nel bene o nel male, segnano tutt’oggi il ventre di L’Aquila.

Il video è stato condiviso già la bellezza di 97 volte e ha conquistato ad oggi 112 mi piace. Un vero fenomeno mediatico che è andato ad intaccare ciò che l’aquilano ha più a cuore al giorno d’oggi: la presunta bravura alla guida dell’aquilano che gli sta di fianco al semaforo verde. Una città che ruota sempre su sé stessa, praticamente. La rotatoria è forse l’estrema sintesi di un concetto misto di idee: per prendere la strada giusta, è inutile girare e rigirare attorno allo stesso punto della vita. O si va avanti, diritti e cocciuti. O si va indietro, nascondendo fra le gambe la tanto animalesca coda dei tanti cuor di leone che, alla pari di Don Abbondio di Manzoni, si vedono e nascondono in giro. Il video, ovviamente sulla falsariga de ‘Ju Trono de Spade’, ha portato, in realtà, all’attenzione un problema di fondo: ma servono davvero tutte queste rotatorie a L’Aquila? E se esse sono così indispensabili per il benessere del traffico stradale, sono forse gli aquilani a non saperle utilizzare? E fra chi nomina come più insensata rotatoria del Centro Italia, la rotonda di Lucoli e chi, sempre sulla pagina Facebook, afferma che le rotatorie, praticamente, sono come quelle buste piene zeppe di caramelle gommose, in quanto, contandole ogni volta daccapo, daranno sempre un numero diverso, c’è anche chi, più saggio di tutti, si lascia andare ad un malinconico pensiero: ‘me sa che ancora non hanno finitu… che spreco di soldi!’.

La giovane ed elettrica energia di ‘Ngulo che Strina’ ha, questa volta, superato parecchi preconcetti sempre uguali. L’Aquila non è solo la città dello scandalo, dei balconi che vengono giù come se fossero attaccati alla parete con un impasto a base di zucchero di canna; L’Aquila è anche la città della magnificenza, del surplus. E, questa volta, esso si è manifestato sotto l’arzigogolata forma di una rotonda infinita. Nel bestiario degli animali mitologici, che ruolo ha, a questo punto della storia, l’aquila? Ruggente negli artigli, graffiante nel suono della voce, disorientata al momento del decollo. Ma in fondo, se ci si pensa bene, la giusta direzione da prendere non deve essere segnalata a chiare lettere sul manto stradale, magari cancellando del tutto le curvilinee. Giustamente, parafrasando un acuto lettore, ‘non è da levà le rotonde, è da ‘mparà alla gente come se fanno’.

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