Franco Moschino: ricorre oggi l’anniversario dalla morte dello stilista italiano

di Marzia Ponzi
«Non c’è creatività senza caos», così Franco Moschino, l’enfat terrible della moda italiana, definiva divertito il suo stile irriverente, giocoso, surreale, mai scontato, sempre pieno di colpi di scena. Non si è mai preso troppo sul serio eppure il suo è stato un fenomeno senza precedenti. Fin dal suo debutto, infatti, ha sempre contestato con forza contro quel Fashion System di eccessi e quella parossistica società dell’immagine in cui il logo sempre ben visibile, sembrava essere l’ unico parametro di giudizio di un abito piuttosto che di una giacca. Lui, è riuscito a sovvertire tutto questo, rivisitando tutto l’armamentario estetico del secolo, proponendo collezioni audaci e sensuali, colorate e leggere, facili e ricercate al tempo stesso. Con quella cura del particolare che è divenuto nel tempo il suo tratto distintivo: giacche con stampe naif, borsette e cappellini dalle forme più inaspettate, collant multicolor e gonne-tutù contrapposte a cerniere e body dall’animo decisamente rock.
Abiti lunghi mai troppo seriosi ma anche eleganza estrema, gioelli preziosi, pettinature da “grand suareé”, noir, chic e very cool”. Vestiti che ribaltano i più consolidati ed accreditati cliché della moda, peculiari animali d’allevamento raffigurati su pregiate gonne di altamoda strizzate in cinture tricolore. «Le imposizioni sono bandite» diceva quel giovane talentuoso, fortemente influenzato dal movimento dadaista: «quello che usava l’anno scorso, se ti piace, si userà anche quest’anno e l’anno prossimo» e tutto questa libertà si estrinsecava in dettagli shoccanti e ironiche provocazioni che trasformavano i suoi defilé in veri e proprio spettacoli di varietà in cui le modelle danzavo scalze davanti a centinaia di increduli ed estasiati spettatori, interpretando dei ruoli inediti ripescati ora dalle antiche tradizioni culturali di popoli e paesi lontani ora tra i personaggi principali di storie e racconti fantastici come corsari e piratesse per lo stilista sempre fonte di grande ispirazione.
Ma il suo stile personale, imprevedibile e graffiante in realtà si basava su forme estremamente classiche e ben costruite, tagli sartoriali e perfetti e capi caratterizzati dalla massima vestibilità, eleganti e confortevoli con modelli seducenti e iper-femminili che riuscivano a conquistare tutte le donne aprendo alla maison tutti i mercati.
Ibridi carichi di humor invece i dettagli come aeroplanini copricapo e disdicevoli corsetti intimi che da quel momento in avanti saranno sempre più usati come sottogiacca o sopra i jeans, capaci di rendere anche questo capo un po’ meno sportivo, Immancabili i tailleur, rigorosi nelle forme sgargianti nelle tonalità, sdrammatizzati da cinture gold estremamente kitsch. Anche per la sera le proposte non mancavano mai di originalità ed estro: fantomatiche ballerine di flamenco con tanto di strascico lasciavano il posto a gonne andaluse in patch di cotone colorato abbinate audacemente a giacche da torero in inedita versione polka dots. Importante poi l’impegno sociale: abiti fatti di buste per la spesa biodegradabili per contestare contro la speculazione ambientale e l’assurdo quanto dilagante abuso dell’ecosistema.
Infine il fiocco rosso, simbolo internazionale della lotta contro L’AIDS. Questo nastro della consapevolezza esibito senza paura da un uomo che non si è mai nascosto dietro a nulla ed ha con la forza delle sue azioni riportato alla ribalta una piaga, quella della malattia che miete più vittime al mondo e per la quale ad oggi non c’è ancora possibilità di cura. Una lotta la sua sostenuta con rabbia ed ardore fino alla fine.
Moda come contestazione, mixata sapientemente all’eleganza. Un modo unico avere la possibilità di parlare anche stando in silenzio e di esprimere la propria opinione semplicemente indossando un abito carico di per sé di significato e valore.
Questo è stato ed è Franco Moschino, un uomo ironico e surreale, ingenuo e perverso capace comunque di divertirsi e far divertire anche con una cosa “estremamente seria” come la moda.