
Una marcia per la salvaguardia degli orsi e una forte opera di sensibilizzazione verso l’opinione pubblica sulla necessità che l’orso resti nella Riserva del Monte Genzana: sono le prime iniziative annunciate dall’associazione “Dalla parte dell’orso”, che si è costituita ieri a seguito del ritrovamento della carcassa di un plantigrado ritrovata nella pista ciclabile del comune di Pettorano sul Gizio».
«Di fronte ad una situazione come quella che si vive a Pettorano oggi – afferma il portavoce della neonata associazione Mimì D’Aurora – c’è bisogno di concretezza e di operatività. La migliore strategia per tutelare l’orso passa attraverso una politica di prevenzione che limiti o impedisca danni alle colture e agli allevamenti zootecnici, ma soprattutto abbiamo bisogno di lanciare una controffensiva culturale, educativa sulla presenza degli orsi con i quali le nostre popolazioni hanno da sempre convissuto. Ed in questa direzione purtroppo è stato fatto poco, o in maniera insufficiente».
«Intendiamo essere una voce critica – aggiunge – che supporta l’azione degli enti preposti, ma fa sentire loro il fiato sul collo su ritardi e omissioni. Servono risorse, immediatezza degli interventi, rimuovere le incrostazioni burocratiche dei vari progetti – Patom in primis – che spesso sono macchine burocratiche affogate in disquisizioni accademiche. Il futuro di questo splendido animale dipende da noi. Nessuno si può sottrarre da questa responsabilità etica e morale».
LA TUTELA DEI POLLAI – «Tra oggi e domani saranno attivate azioni di dissuasione mettendo a disposizione della popolazione recinti elettrificati efficaci per tenere lontani gli orsi dalle case e dai pollai». Lo garantisce il presidente del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Antonio Carrara, originario proprio di Pettorano sul Gizio, di ritorno dal Marocco dove ha appreso la notizia del ritrovamento dell’orso morto nel territorio del suo paese.
«Consiglierei prima molta prudenza – afferma Carrara – e dico che bisogna attendere i risultati delle analisi per capire se effettivamente si tratta di avvelenamento come causa di morte dell’orso. Questa mattina è stato effettuato il sopralluogo dagli uomini della Forestale con i cani antiveleno e non sono stati trovati bocconi avvelenati. È un dato. Prima di sollevare scudi, con taglie, bisogna andarci cauti. Non fa bene a nessuno creare allarmismi». Carrara tiene a fare alcune precisazioni cominciando dal fatto che il suo paese non è un territorio ostile agli orsi e che l’area di Pettorano non fa parte del Parco nazionale d’Abruzzo.
«Quando è stata investita Peppina, tutti hanno parlato di uccisione e non era vero; quando fu ritrovato il collare di Gemma si parlò ancora di uccisione e anche in quel caso non corrispondeva a verità. Ritengo quindi che occorre prudenza anche in questo caso».
POTENZIARE LE STRUTTURE DEL PARCO – Il presidente del Parco, Antonio Carrara, condivide l’idea di Legambiente, che sollecita il potenziamento delle strutture del Parco. «Sulla base dell’esperienza di questi mesi ritengo che vada presa in considerazione questa ipotesi, così da consentire più efficacia di azione all’interno e all’esterno del parco, per dare risposte più immediate in termini di prevenzione e di intervento. Non si possono avere terre di nessuno in cui non si capisce chi se ne deve occupare», commenta il presidente del Pnalm, spiegando che «non si può ritenere che una Riserva regionale possa avere competenze e strutture adatte per affrontare da sola il problema dell’orso, nonostante l’ottimo lavoro sull’animale svolto in questi anni dalla Riserva del Monte Genzana, con il monitoraggio, avvistamenti».
«Ma la Riserva non ce la fa a fare da sola». Rafforzare una struttura, secondo Carrara, vuol dire andare ad incrementare, ad esempio, veterinari e biologi (in quanto al momento sono solo due) e attuare il coordinamento delle aree protette «è un’ipotesi questa su cui stiamo costruendo il nuovo progetto Life» precisa il presidente del Pnalm, toccando, inoltre, il problema di carattere sanitario, in cui autorità competenti, in questo caso, devono garantire un controllo efficace non solo rispetto alle norme attuali, ma bisogna andare oltre in quanto ci sono una serie di malattie trasmissibili dell’orso.
Tornando a Pettorano, la questione, nello specifico, riguarda la frequenza assidua, soprattutto negli ultimi tempi, di alcuni orsi che contemporaneamente hanno assunto lo stesso comportamento dell’orsa Gemma, ormai frequentatrice assidua del centro abitato di Scanno, sviluppando l’abitudine ad avvicinarsi alle case e ai pollai.
Che non si possa far finta di nulla lo sa bene il presidente Carrara, il quale afferma che sarebbe un errore non dare risposte da questo punto di vista. «Il Parco mette a disposizione le sue competenze per azioni di dissuasione già da oggi».