
«I recenti episodi di crolli e danneggiamenti negli alloggi costruiti dopo il sisma sono conseguenza di un rapido processo di deterioramento degli stessi che va avanti da tempo. È bene ricordare che si tratta di edifici giovani, realizzati non più di 5 anni fa per cui è evidente che, con il passare degli anni, i problemi non potranno che aumentare e le decine di appartamenti già oggi inagibili sono destinate inesorabilmente a crescere». Così si esprime in una nota, Stefano Palumbo, il Consigliere comunale L’Aquila, Partito Democratico.
«Il sindaco annuncia – continua Palumbo – di essere pronto a dichiarare l’inagibilità negli appartamenti del progetto Case che versano in condizioni critiche e tra le pieghe di bilancio si trova 1 milione di euro per la manutenzione straordinaria».
«Mettendo da parte le analisi e le polemiche sulle scelte del governo in carica al momento del sisma, e volendo adottare un approccio pragmatico, credo sia necessario oggi affrontare il problema in modo razionale, facendo scelte tecnico-politiche e non dettate esclusivamente dall’urgenza».
«Prima di tutto, occorre fare una valutazione tecnica sullo stato di degrado di tutto il patrimonio immobiliare del progetto CASE e del progetto MAP. Solo dopo questo riscontro sarà possibile decidere dove e come intervenire, senza rischiare di trasferire i cittadini da un alloggio inagibile in un altro che presto lo diventerà».
«Qualsiasi scelta però, non può più prescindere da un ragionamento di carattere urbanistico; è giunto infatti il momento di iniziare a programmare cosa ne sarà di questi insediamenti, occorre valutare l’incidenza e gli effetti socio-economici che un patrimonio pubblico di queste dimensioni (insieme a quello già esistente prima del terremoto e ancora da recuperare) può determinare sugli scenari immobiliari futuri. Occorre in altri termini decidere su quali insediamenti bisogna investire con infrastrutture e servizi e su quali invece è opportuno attuare programmi di dismissioni o riconversioni in altri usi. Questo tema non può più essere un tabù e a mio avviso dovrebbe essere tra i primi temi da affrontare nell’ambito della discussione sul nuovo piano regolatore che presto vedrà iniziare il suo iter in consiglio comunale».
«Aprire un dibattito del genere – conclude Palumbo – è necessario per la nostra città, è una questione di strategia, di futuro, di benessere, di qualità della vita. Senza contare che un progetto organico che comprenderebbe le strategie di uso del patrimonio immobiliare aumenterebbe la nostra credibilità e renderebbe più facile e automatica la richiesta di investimenti e sostegno agli altri livelli di governo».