Novelle sulla mitologia lunare

15 settembre 2014 | 09:00
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Novelle sulla mitologia lunare

di Valter Marcone

In occasione dell’ultimo plenilunio, l’otto settembre scorso, abbiamo cominciato a parlare della luna. L’effetto ottico davanti alla strabiliante bellezza di un astro visibile ad occhio nudo è stato tanto coinvolgente da non poter evitare di porsi alcune domande, che hanno reso la vista della luna solo momentaneamente acquietante. Ed è per questo che vogliamo continuare a parlare della luna, con la luna di Leopardi, di Dante e di Galileo, ma anche con la luna nelle leggende, la luna dei geologi stellari, dei contadini, dei geografi, dei marinai, degli astronauti. Una luna che dunque ci farà compagnia in un viaggio dalla finestra della nostra camera.

Novelle sulla mitologia lunare

Alluvione

Gli Efik Ibibio della Nigeria raccontano la seguente leggenda sulla luna.

Il sole e la luna erano marito e moglie. La coppia, che viveva sulla terra, era molto cordiale, amava i rapporti sociali e le visite. La signora Alluvione era una loro cara amica e spesso la invitavano a casa loro. Alluvione rifiutava l’invito, spiegando che le mura della casa non l’avrebbero contenuta. Allora il sole e la luna costruirono una casa molto più grande e Alluvione non potè rifiutare il loro invito. Con il suo ingresso “allagamento“ l’acqua continuò a salire costantemente. Alluvione chiese se la sua presenza era gradita, il sole divertito rispose di sì, ma con l’acqua arrivarono i parenti di alluvione: pesci, rettili e animali marini di ogni specie. Presto l’acqua raggiunse il soffitto della casa. Sole e luna salirono sul tetto: da quel momento non furono più tanto contenti che la loro amica continuasse a rimanere.

Quando la casa fu sommersa, sole e luna salirono in cielo per costruire, nel nuovo ambiente, una casa, guardandosi bene dall’invitare alluvione.

Il sole mangia-figli

{{*ExtraImg_216326_ArtImgRight_300x225_}}Tra le varie leggende del continente americano, una del nord America narra che il Sole e la luna erano marito e moglie, le stelle sarebbero state i loro figli. Il Sole era un mangia-figli (ovviamente se poteva prenderli), per inseguirli si infilava di notte in una galleria che attraversava la terra. Qui dormiva un po’ e poi verso l’alba usciva da oriente. La luna, sua moglie, a volte dormiva con lui nella galleria al centro della terra, ma il più delle volte il marito irritato l’allontanava da sè, allora la luna usciva nel cielo notturno. “Triste sorte essere moglie!”

Le voglie del Dio Luna

Un’antica leggenda degli aborigeni australiani narra che la Luna era un uomo grasso che aveva un debole per le donne, ma, a causa della sua obesità, non aveva molta fortuna in amore. La sua voce era alta, ma abbastanza dolce. Egli, “Luna”, era solito aggirarsi lungo le rive di un fiume, osservando le ragazze che gioiosamente si bagnavano. Per adescarle le invitava a fare una gita al lato della sua canoa, per poi bagnarsi insieme al largo.

Una notte fu accontentato, salì sulla canoa e le ragazze si posero a nuotare ai lati, e così, ridendo e scherzando, spinsero l’imbarcazione in mezzo al fiume. Poco dopo “Luna” fu assalito da un forte desiderio sessuale che lo rese inquieto, perciò cominciò a dare spinte alla barca ora a destra ora a sinistra, mentre con le grassocce mani infastidiva le nuotatrici. La canoa si rovesciò, “Luna” cadde silenziosamente in acqua e vi annegò. Da ciò avvenne un fatto strano: La sua pancia cominciò a diminuire finché non divenne una “Mezza Luna”. La leggenda prosegue narrando che “Luna“ salì nel cielo da un altro fiume, dove per sempre continuò a molestare le donne, sempre fonte dei suoi desideri e delle sue brame.

La luna nella cosmologia di Nauru

Nell’antica cosmologia di Nauru tutto ha la sua origine da un grosso ragno che volteggiava sopra un mare infinito. Esso trovò una conchiglia e dopo vari tentativi riuscì ad aprirla e infine a penetrarvi, ma non riuscì a tenere discoste le sue valve e, sentendosi così soffocare, cercò un’altra soluzione; finalmente scoprì una lumaca capace di contenerlo, così il cielo venne separato dalla terra, e la lumaca, che era luminosa, collocata nel cielo diventò la luna. Più tardi il ragno trovò una lucciola che divenne il sole.

La luna nella cosmologia degli Indiani Chimchian

{{*ExtraImg_216327_ArtImgRight_300x416_}}Presso gli indiani Chimchian chi generò “Tutto”, il mondo, fu un corvo. Quando ogni cosa era immersa nel buio, egli rubò la luce del giorno da una cassetta situata nella capanna del “Capo“, che questi nascondeva a suo privilegio. Sempre nella capanna del “Capo” trovò la Luna e la fissò nel cielo. Così il corvo ebbe il merito di aver collocato il Sole e la Luna.

Un’altra versione dice che sulla terra il vuoto e l’oscurità più completa regnavano incontrastati. I due figli del “Capo” erano molto addolorati per questo stato di cose; il più intraprendente si fece una maschera luminosa per diffondere la luce, questa però gli bruciò il viso in modo completo, facendolo fuggire oltre il cielo per il dolore, in quel momento si fece luce (il Sole). Il fratello minore lo rincorse nottetempo e, mentre egli dormiva, gli sottrasse un po’ di luce, nacque così la luna.

Si racconta altresì che, per accordarsi circa il tempo che la Luna doveva impiegare nel suo giro intorno alla terra, si riunì il gran giurì degli animali. Il cane propose quaranta giorni, il riccio di mare trenta giorni e come disse quest’ultimo fu fatto, perché ritenuto più intelligente. Di qui l’odio tra il cane e il riccio.

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