Tbc bovina, denunciato allevatore nell’Aquilano

16 settembre 2014 | 12:56
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Tbc bovina, denunciato allevatore nell’Aquilano

E’ stato denunciato dai comandi stazione della Forestale di Lecce e Gioia dei Marsi l’allevatore di Gioia dei Marsi, che giovedì scorso, secondo le accuse, avrebbe «deliberatamente liberato 27 bovini che erano in quarantena perché infetti da Tbc bovina».

Nella comunicazione di notizia di reato inviata alla Procura della Repubblica di Avezzano vengono contestati all’allevatore «la violazione degli articoli 650 e 500 del codice penale (inottemperanza all’ordinanza sindacale e diffusione di malattie infettive), trasgressioni punibili con la reclusione da uno a cinque anni».

L’attenzione della Forestale sul caso è massima, in quanto l’allevamento in questione, come spiega la stessa Forestale in una nota, lo scorso anno «aveva perso la qualifica di “ufficialmente indenne” perché il titolare dell’azienda si era sottratto ai controlli previsti dalla profilassi obbligatoria, sostenendo l’impossibilità di radunare i capi per la loro pericolosità» e perché nel marzo 2014 «si è riscontrata nella zona di pascolo della mandria la morte di un’orsa a causa della Tbc bovina».

In quel periodo sono state emesse apposite ordinanze dal sindaco, con precisi limiti temporali per radunare i capi, per la cui attuazione il Corpo Forestale dello Stato ha collaborato, impiegando anche un elicottero per localizzare la mandria e per il confinamento dei capi, unitamente al Servizio di sorveglianza del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. «Dall’esito delle verifiche obbligatorie – spiega la Forestale – i sospetti hanno trovato riscontro: si è registrata una positività per Tbc bovina su un capo, che è stato immediatamente abbattuto».

«A seguito di tale evento – precisano gli uomini della Forestale – tutto l’allevamento è da considerarsi infetto e, ai sensi del regolamento di Polizia veterinaria, è stata apposta la quarantena, ma prima del responso definitivo l’allevatore ha deliberatamente liberato gli animali, reintroducendoli nel territorio del Parco».

Sull’intera vicenda della gestione dei pascoli nel Parco interessati da Tbc fin dal 2012 sono in corso approfonditi accertamenti per la ricostruzione degli eventi e l’accertamento della puntuale attuazione delle misure obbligatorie previste dalle leggi veterinarie.