
di Alba Rosa*
Racchiusi nella roccia da milioni di anni: soffiava il vento, carezzevole, scorreva la pioggia, lieve, bruciava il sole, rovente, volavano le nuvole, candide, tuonava la tempesta, violenta.
Sulla collina fioriva la primavera: velluto di colori, dolcezza di armonia.
Lontani, da non potersi toccare, vicini, per potersi amare, nascosti, per farsi trovare.
Racchiusi nel forziere della roccia, attendevano lune, albe, tramonti.
Arrivò, atteso, un giorno.
Arrivò la libertà: la roccia si schiuse al sole, all’aria, al vento, alla pioggia; lasciò esplodere la bellezza del loro essere Amore. Era una tenera carezza, un tenersi per mano . . . era innocente . . . sensualità.
Si avvicinavano, si sfioravano, si accarezzavano, si ascoltavano, si fondevano, cuore di vita, unico corpo di terra e di sole, di vento e di cielo; due vite, un respiro, silenti, pazienti, presenti . . . dalla roccia . . . liberi . . . primitivo sentire.
*lettrice
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