
Riprenderà domani davanti alla Corte d’Assise di Chieti il processo con rito abbreviato a carico di 19 imputati fra ex dirigenti ed ex tecnici della Montedison per le discariche dei veleni scoperte intorno allo stabilimento di Bussi sul Tirino (Pescara): per tutti l’accusa è avvelenamento di acque e disastro ambientale.
Si riprende, dunque, dopo una lunga pausa: nell’udienza dello scorso 11 aprile la difesa di 16 dei 19 imputati aveva presentato alla Corte di Cassazione la richiesta di rimessione, chiedendo ai supremi giudici di trasferire il processo dinanzi ad altro organo giudicante, ritenendo che quello di Chieti non fosse abbastanza sereno e obiettivo. Nell’istanza di rimessione si sosteneva, fra l’altro, che fra le 700.000 persone presumibilmente contaminate dal consumo di acqua inquinata potevano essere annoverati anche i giudici popolari, in un certo senso più vulnerabili rispetto ai giudici professionali.
La Cassazione, nel rigettare l’istanza, non ha fra l’altro riconosciuto il rischio di suggestionabilità dei giudici non togati. Il processo vede costituite 27 parti civili.