
«Sì, sono stato io». Avrebbe ammesso la propria responsabilità l’operaio di Pettorano sul Gizio, in provincia dell’Aquila, indagato con l’accusa di aver sparato una fucilata all’orso marsicano ritrovato morto venerdì scorso. È quanto si è appreso in ambiente giudiziario. Il plantigrado è stato colpito alle spalle da cinque pallettoni.
La svolta nel pomeriggio, quando l’uomo, 61 anni, «messo davanti a chiari, precisi e concordanti indizi» raccolti dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale (Nipaf) dell’Aquila si è assunto la responsabilità di aver causato la morte dell’orso. L’uomo ha reso spontanee dichiarazioni. Per il gesto commesso l’indagato rischia una condanna da 4 mesi a 2 anni. Si tratta dello stesso operaio che nei giorni scorsi aveva dichiarato di essersi ferito dopo un incontro ravvicinato con un orso.
«Sono uscito con il fucile per difendere la mia famiglia, poi quando mi sono trovato davanti l’orso ho avuto paura e indietreggiando mi è partito un colpo. Non pensavo di averlo colpito, poi, quando lo hanno ritrovato ho capito che il colpevole ero io». Questo un passaggio delle dichiarazioni spontanee rese dall’uomo, assistito dal suo avvocato, davanti al procuratore della Repubblica del Tribunale di Sulmona Aura Scarsella e ai vertici del Corpo forestale dell’Aquila che hanno condotto le indagini sull’orso trovato morto lo scorso venerdì 12 settembre sul ciglio di una pista ciclabile di Pettorano sul Gizio (L’Aquila).
La versione del colpo di arma da fuoco «fortuito», sottolinea il Corpo Forestale, «dovrà essere confrontato con il quadro probatorio ricostruito dalla polizia giudiziaria». Il colpo, ricostruisce la Forestale, è stato esploso nella notte dell’11 settembre. La stessa notte, intorno alle 2.30, secondo il racconto che ha reso l’uomo alla stampa la mattina subito dopo il fatto, allertato da rumori nel pollaio, è uscito di casa per controllare e si è trovato a tu per tu con l’orso. In seguito il 61enne aveva dichiarato di essersi ferito cadendo all’indietro e perdendo i sensi e andando a farsi medicare al pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona.
«È la prima volta in Italia che si riesce a individuare il responsabile della morte di un orso», afferma il Corpo Forestale dello Stato, le cui indagini hanno permesso di arrivare all’autore dell’uccisione dell’orso a Pettorano sul Gizio. Una conclusione «rapida», dicono gli inquirenti, che si avvale di indizi inconfutabili, come le orme sul terreno, tracce biologiche e il contenuto nello stomaco.
Il capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone, ha immediatamente informato il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti «del brillante risultato raggiunto dalla Forestale». Patrone si è anche complimentato con il comandante provinciale dell’Aquila, Nevio Savini, «per la professionalità dimostrata nelle indagini, che ha portato a chiudere il caso in pochissimo tempo».