
«La piazza, da sempre, in ogni angolo del mondo, è stata ed è ancora oggi, almeno per i paesi, il punto di aggregazione sociale, luogo d’incontro in cui i cittadini confrontano le proprie idee, progettano e protestano, se ce ne è bisogno, e festeggiano. Non desideriamo che la nostra piazza diventi una “piazza virtuale” su Facebook». E’ l’appello di Raffaele Alloggia in riferimento alla ricostruzione della piazza della frazione aquilana di Paganica.
{{*ExtraImg_217108_ArtImgRight_300x192_}}«Nel corso dell’anno – spiega Alloggia – più volte i cittadini paganichesi hanno potuto constatare quale sia l’importanza aggregativa della piazza principale del paese». Questo, «in seguito a delle manifestazioni socio culturali, così come in occasione della prima messa di Don Federico Palmerini di domenica scorsa» e «sabato 27 settembre prossimo ci si sarebbe dovuta svolgere una manifestazione a carattere nazionale dell’Admo, “Ehi, tu! Hai midollo?”, che avverrà in 60 piazze di città italiane, ma che siamo costretti ad ospitare alla Villa Comunale in collaborazione con il Vas Paganica».
«Come è noto – sottolinea Alloggia – tutte le strutture murarie intorno alla nostra piazza, che da quel 6 aprile hanno riportato gravi danni, purtroppo non verranno riparate a breve, in quanto il meccanismo adottato dall’amministrazione comunale per la ricostruzione delle frazioni non le colloca tra i primi aggregati da ricostruire. Quindi, se non ci saranno ripensamenti, significa che, se ci sarà un flusso continuo di danaro da parte dello Stato, riavremo la nostra piazza non prima di una decina di anni. Altrimenti?»
«Questo a parer mio e credo anche dei nostri rappresentanti all’assise comunale – spiega Alloggia – è un grave errore, poichè l’aggregato della piazza di Paganica e quelli delle piazze principali delle frazioni dovevano essere esclusi a prescindere da questo meccanismo e ricostruiti per primi, così come si sta facendo per l’asse centrale della città dell’Aquila».
«Restituire ai paganichesi la piazza con la chiesa parrocchiale, già quasi completamente finanziata con l’otto per mille; il Palazzo Ducale, unico edificio pubblico che si può chiamare tale, visto che dopo un primo intervento già effettuato non restano molti danni e qualche attività commerciale dell’aggregato stesso – conclude Alloggia – avrebbe un senso, in quanto ridarebbe dignità ai cittadini del centro abitato più grande del Comune dell’Aquila e li riavvicinerebbe al “cuore pulsante” del centro storico».