I colori del Teatro sulla tela di Avezzano

24 settembre 2014 | 20:48
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I colori del Teatro sulla tela di Avezzano

di Gioia Chiostri

Avezzano si riappropria della sua più travolgente e anticonvenzionale lettera scarlatta. La T di Teatro dei Marsi, a breve, riempirà di possanza, presenza e potenza i polmoni della città capofila marsicana.

L’Atam, ossia l’Associazione teatrale abruzzese molisana, da circa 39 anni ‘stilista’ di palchi e palcoscenici, per colpa di una irruente riorganizzazione, ha ‘spento’ quest’anno, sfortunatamente, la sua spia guida per quanto concerne la messa in cantiere della Stagione di Prosa 2014. Il Comune di Avezzano, però, ha deciso di sostituirsi, in un certo senso, ad essa, divenendo per quest’anno, il produttore maggiore dell’Arte del Teatro. Ancora una volta, una sinergia che aggiusta e non ingombra. L’arte si spezza. Si frantuma e si spacca. S’inorgoglisce e sfiorisce. Si tempra, stempra e capovolge. L’arte, ancora, si ama e s’impossessa. E quell’innamorato nostalgico ma agguerrito, che ha nome di Teatro, troppo spesso bivacca isolato all’interno di un recinto tristemente addobbato. Poca vegetazione dintorno: è l’atto d’abbandono di un sentimento umano, ma moribondo. Eppure, ad Avezzano, in quella terra d’Abruzzo che, passo dopo passo, si accosta al mito florido della ripartenza, lo spettro del Teatro non ha nulla di più lontanamente kafkiano. Dall’emergenza reale, ossia la necessità di attivare, anche per quest’anno, la grinta catartica teatrale, è nata una Stagione positivamente sperimentale.

{{*ExtraImg_217547_ArtImgRight_300x223_}}Gli occhi sono quelli delle varie associazioni culturali presenti in terra avezzanese che, anno dopo anno, hanno sempre messo in opera una sorta di ‘do ut des’ con la città stessa. Le braccia sono quelle burocratiche dell’Amministrazione comunale, da oggi madrina del Teatro dei Marsi e la bocca, invece, è quella, come più volte espresso in conferenza stampa, presso l’aula consiliare, «delle vere teste pensanti e svecchianti quali i giovani di oggi». E’ il primo cittadino di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, a tracciare la linea guida sulla quale si muoverà il Teatro dei Marsi per la Stagione di Prosa appena incominciata. Già dalla giornata di ieri, infatti, il botteghino ha alzato il sipario della vendita degli abbonamenti stagionali. «Lavorare nel Teatro – ha esordito il sindaco – è un assunto che negli ultimi tempi ha sempre più riguardato l’humus avezzanese. Oggi, si assiste alla prova finale di un colpo di slancio dato dall’amministrazione comunale al Teatro dei Marsi di Avezzano. La città si è riappropriata, con la Stagione di Prosa che si va a presentare, di un motore sempre vivo ma, a volte, tenuto sotto coperta, quale quello culturale. Ovviamente, per risvegliare l’anima teatrante della popolazione, ci si è avvalsi di specialisti del settore, come ad esempio dell’Avvocato Nicoli, grande timoniere del Teatro dei Marsi ed estimatore dell’arte in generale. Avezzano, se veramente vuole essere una città-territorio, deve poter scrollarsi di dosso tutti i sorpassati campanilismi paesani: questi fantasmi non corrispondono affatto al volto di una città. La città, in senso stretto, vola più alto. Io, senza dubbio, sono legato alle tradizioni, ma con lo sguardo puntato in avanti. Bisogna capire quali siano i giusti mezzi per arrivare lontano ed agguantare la coccarda del ruolo di ‘capoluogo della Marsica’. Sicuramente, la Stagione di Prosa è un buon volano per attuare questo salto in avanti. Il Comune, in collaborazione con il Lanciavicchio e le altre varie associazioni culturali, sta attuando l’ennesimo cambio di passo e di tono. Un giorno, assieme all’avvocato Nicoli, pronunciammo queste sagge parole: bisognerebbe dare più spazio ai giovani, ma fare in modo che essi, però, raccolgano le molliche di pane lasciate da un glorioso passato. Per questo, il 2014 avezzanese, in anteprima, ha visto la realizzazione dell’Ufficio Teatro: una sorta di ‘cantuccio dell’arte h24’ composto da una compagine di professionalità di giovani ed energici afflati – quali quelli della dottoressa Di Pascasio, del presentatore Luca Di Nicola, dell’attore Lino Guanciale e del dottor Stefano Guarracini – che metteranno al servizio della voglia di cultura della città la loro sapienza».

{{*ExtraImg_217548_ArtImgRight_300x401_}}Una promessa, quella della nuova stagione di Teatro, che vedrà l’esibizione di nuove formazioni in campo. In elaborazione, anche la Stagione di Musica, costola profonda del retaggio culturale di Avezzano, che accompagnerà l’anno del regno della ‘parola recitata’. Rappresentazione a tutto tondo, quindi, ma anche sperimentazione in senso lato. Il Teatro, nelle ambizioni del sindaco, è un tempio di vetro che «dovrebbe essere utilizzato non soltanto 80 giorni all’anno, ma tutti i 365 dì, perché può dare una grande soddisfazione alla città». Entusiasta l’assessore avezzanese alla cultura, Gabriele De Angelis, che ha ribadito l’importanza di una stagione in completa sperimentazione. Suo, il pensiero rivolto «al fatto ch quest’anno, a causa della paventata riorganizzazione dell’Atam, dovuta ad alcune dinamiche interne, noi dell’amministrazione ci siamo trovati a dover annullare la Stagione di Prosa teatrale. Il Comune, però, ha pensato di mutuare le esperienze storiche e di valore artistico del territorio per ovviare alla mancanza di spettacolo stagionale. Grazie ad una realtà viva come il Lanciavicchio, che subito ha accordato la sua disponibilità a quella comunale, quest’anno si avrà una stagione teatrale sui generis, dotata di molti punti di forza. Questa sperimentazione mette in campo il Comune di Avezzano in primis, come produttore della maggior parte degli spettacoli allestiti e le varie realtà culturali locali, in secondi, che hanno arricchito non poco le differenti piéce teatrali. A mio avviso, abbiamo raggiunto due obiettivi: alzare il livello degli spettacoli da offrire alla città di Avezzano e contenere il più possibile i costi degli abbonamenti. Ricordo che il prezzo standard per uno studente di scuola media o liceale è di solo un euro a spettacolo. Per gli universitari, il costo si aggira attorno ai 5 euro ad evento; si parla invece di 10 euro totali per l’abbonamento stagionale. I prezzi sono, come si può notare, molto aderenti alla fattispecie del periodo economico critico vissuto dalla maggior parte della popolazione marsicana. Il costo massimo per un abbonamento stagionale, relativo al primo settore, non supera i 130 euro totali. Un vero affare». Il Comune quest’anno, inoltre, ha una parte importante nella messa in pratica della Stagione di Prosa. L’incasso degli spettacoli, di fatti, lo riguarderà direttamente in quanto primo produttore. «Rientreremo nelle spese – spiega De Angelis – e, su carta, avremo una stagione di teatro importante, ma a costi ridotti rispetto allo scorso anno. Il biglietto a basso costo sarà senza dubbio un grande incentivo per la cultura». Programma ricco e variegato quello di quest’anno, che vedrà esibirsi, in un debutto nazionale, Giorgio Albertazzi con il ‘Mercante di Venezia’. «La sua compagnia – aggiunge De Angelis – ha scelto il Teatro dei Marsi per far risplendere di luce propria il suo nuovo spettacolo. Sarebbe auspicabile anche un momento di incontro fra questa grande anima dell’arte e le scuole avezzanesi». In foto, la locandina in anteprima degli spettacoli che coroneranno questa ineunte stagione teatrale. Il punto informativo è collocato presso Largo Pomilio, ad Avezzano, lungo il Corso della Libertà, aperto dalle ore 18 alle 20 di sera.

{{*ExtraImg_217549_ArtImgRight_300x223_}}Personaggi autorevoli e professionalità poliedriche. Il Teatro, come è giusto che sia, si sostanzia di estrema esperienza e di un fine scopo fantasioso ma fraternizzante: la diffusione dell’arte. La voce possente dell’avvocato Giampiero Nicoli, direttore della struttura longeva del Teatro dei Marsi avverte: «Tre sono le chiavi di lettura della nuova Stagione di Teatro. Oggi viene presentata solo la stagione di Prosa, in quanto la musicale del Teatro dei Marsi, per altro molto nota e traghettata dall’associazione culturale ‘Harmonia Novissima’, vedrà un’elaborazione a parte. La storica stagione serale tradizionale dell’Atam scompare dal cartellone stagionale per quest’anno. Il Comune, in sintesi, la sostituisce, cooptando il Lanciavicchio per gli spettacoli maggiori e, a completamento, affidandosi per il settore ragazzi, con eventi pomeridiani e domenicali, aperti anche alle scuole, al Teatro dei Colori, timoneggiato da Gabriele Ciaccia. Questa stagione di prosa serale giunge, senza dubbio, un poco in ritardo. Tuttavia, per l’equilibrio e per i contenuti, quella che oggi si va a presentare sarà la più ricca e bella stagione del Teatro dei Marsi. La nuova impostazione potrà apparire ad alcuni non particolarmente conforme al regolamento del Teatro stesso; ma proprio perché è un esperimento, può fare eccezione. Del resto, per apportare delle modifiche al regolamento, delle quali già si sta parlando da parecchio tempo, è necessario che queste vengano sperimentate e discusse per essere codificate come valide. Il teatro abbisogna di una nuova ripartenza. La rinascita della cultura è oggi a piè fermo. L’accoglienza del pubblico marso sarà il nostro faro guida».

{{*ExtraImg_217550_ArtImgRight_300x223_}}Antonio Silvani, rappresentante della compagnia teatrale e teatrante ‘Lanciavicchio’, assume a stella guida il fatto che «questo cartellone sarà uno dei più importanti mai visti. Già da alcuni anni, il Teatro dei Marsi, in Regione, si caratterizza per la qualità e la quantità delle proposte. Fra musica e prosa, l’arte ha sempre ben veleggiato nella storia del teatro di Avezzano. La stagione 2014/2015 va incontro ad un esperimento. Gli spettacoli, scelti davvero con il lanternino dell’efficacia, risponderanno a tutte le esigenze di pubblico, a mio avviso. I grandi nomi che avremo quest’anno, fra cui quello dello stesso Albertazzi, della Ferilli, della De Sio o di Paolo Rossi, sono delle garanzie qualitative. Al contempo, però, abbiamo voluto rivolgere lo sguardo alla contemporaneità. Testi di Goldoni o di Shakespeare, inseriti nel cartellone, sembrano quasi una contraddizione, ma il Teatro contemporaneo, ora come ora, si sta rivolgendo molto al Classico sotto il segno di una costante rivisitazione. Il ‘Romeo e Giulietta’ che proponiamo è un’innovazione vera e propria; è di una compagnia pugliese, la ‘Factory Teatro’ ed è una riduzione drammaturgica di uno dei più importanti drammaturghi ad oggi conosciuti, ossia Nicolini. Il Lanciavicchio, comunque, continua anche la sua attività con le scuole. In matinée, continueremo di fatti ad approfondire tematiche di interesse generale attraverso l’arma del Teatro. A dicembre, ad esempio, daremo vita allo spettacolo per i ragazzi delle scuole superiori di Avezzano sul principe Torlonia, che attinge a piene mani fra i vari significati della parola ‘potere’. Ai ragazzi, tutta la nostra professionalità. Invece, il ‘Così è se vi pare’ pirandelliano, da noi allestito, verrà realizzato in memoria del violento sisma del 1915 marsicano. Pirandello, infatti, fa scaturire questa sua piéce proprio da personaggi saltati fuori dall’incrocio di caos portato dal terremoto del ’15». Letture forti e contemporanee per un cartellone molto eterogeneo.

{{*ExtraImg_217551_ArtImgRight_300x223_}}Stefano De Leonardis, con le mani in pasta nel Teatro da una vita, darà il suo apporto in merito alla Stagione teatrale in quanto e rappresentante dell’anima stessa dell’Atam e suo storico organizzatore. Atam che, quest’anno, ha avuto poca sostanza, ma, come spiega De Leonardis in conferenza stampa «non ha perso la sua voce in capitolo. Io sono fiduciario Atam da tanti anni, sia per il Comune di Avezzano che per altri comuni della zona marsicana. L’Atam ha fatto in modo che per 39 anni, in questa città, ci fosse una stagione di Prosa. Questo è il 40esimo anno di attività; c’è, è vero, una riorganizzazione della struttura in corso e il Comune ha ritenuto opportuno per la stagione appena incominciata avviare una sperimentazione per non far mancare il teatro agli avezzanesi. Mi è stato chiesto il contributo a livello di promozione e organizzazione. Ovviamente, ho accettato di buon grado. L’amministrazione è stata comunque molto sensibile nel presentare una Stagione ‘economica’ nel prezzo, ma non nel guadagno spirituale. Oggi, tutti facciamo parte di una categoria svantaggiata, non per questo bisogna arrendersi di fronte all’assoluta lontananza della cultura. La vendita dei biglietti è anche on line, oltre che nei vari punti vendita sparsi per il territorio. Auspico un grande anno, il Teatro dei Marsi se lo mertita». Presenti in conferenza stampa, anche il presidente del Consiglio comunale Domenico Di Berardino, il dirigente della cultura Paciotti e Gabriele Ciaccia, gran capitano del Teatro dei Colori di Avezzano, da sempre ‘maestro’ di molti giovani studenti e ragazzi appassionati di Teatro. Quest’anno, col suo Teatro dei Colori, porrà la tavolozza del suo ingegno al servizio della Stagione di Prosa 2014.

{{*ExtraImg_217552_ArtImgRight_300x223_}}Il Teatro sperimentale, la parola d’ordine di Ciaccia. «Giovani e sperimentazione: questi i miei due binari preferiti. L’innovazione è difficile e complessa da proporre. Noi del Teatro dei Colori, sicuramente, siamo un poco border line, anche se si tratta di un border line molto attivo. Io definisco questa stagione, una vera e propria stagione di Teatro e non di semplice Prosa. C’è, al suo interno, la storia, la tradizione, la ricerca, il rischio e i respiri di ieri, di oggi e di domani. Il problema della sperimentazione strutturale, come sta avvenendo quest’anno, senza dubbio, diventerà poi un problema di sperimentazione del linguaggio sulla scena: questo è il senso delle cose. Se noi siamo coraggiosi, come la città di Avezzano ha ampiamente dimostrato in antecedenza, riusciremo a contaminare una tradizione secolare aprendo delle porte. Porte si dove? Sui linguaggi, sulla comunicazione, sui nuovi target. Il grande spettacolo si sostanzia di sé, senza dubbio, ma il vero spettacolo è il grande, capovolto e disincastrato dalla gabbia di prima. E’ il mercato delle idee che deve essere riacceso, non solo quello del baratto in termini economici. Il linguaggio deve andare di pari passo con l’aspetto sociale. le parole devono accompagnare e non frenare la società: se ciò non avviene, il teatro non si fa. Strehler disse: ‘Nessuno è incolpevole e i processi della comunicazione artistica sono irreversibili’. La scelta dettata dall’emergenza di quest’anno è una leva. Una leva che parte da una necessità gestionale e che approda ad una necessità culturale». Il Teatro dei Colori guarda ai giovani e alla memoria sociale. «Paura di vivere in un pianeta che non vogliamo conoscere. Il terremoto, la memoria, noi stessi e i nostri specchi: tutto ciò sostanzia il nostro lavoro teatrale».

In sala, presenti due dei quattro componenti del nuovo Ufficio Teatro appena costituito. «Roberta Di Pascasio e Luca Di Nicola, assieme a Luca Guanciale e al dottor Guarracini, coordinati dall’avvocato Nicoli, che presiederà l’ufficio stesso, realizzeranno per così dire – spiega De Angelis a margine della conferenza – un laboratorio di innovazione artistica. Inventeranno delle nuove linee di ideazione culturale che guardano al teatro sbirciando un poco anche agli altri settori artistici, quali la letteratura e la pittura. Un ufficio che si propone di divenire una sorta di camera oscura multidisciplinare. Gli avezzanesi devono essere accolti non solo un giorno a settimana, nella roccaforte del Teatro, ma tutti i giorni. E’ una bella novità, senza dubbio, ma da assaporare pian piano. Dopo qualche iniziale tempesta, in un bicchiere d’acqua, torna sempre il sereno». Nel buio di un inizio, s’intravvede sempre la fiaccola del ricordo dei tempi migliori. Non ci si ferma mai al bivio della rimembranza, quando si tratta di rinascita culturale. Il Teatro dei Marsi lavora sodo per un coro di voci contrastanti ma aperte alle novità. Oltre il bivio, la strada del domani. Oltre il bivio, «la perla strappata via dalla tempesta della crisi materiale, ma non spirituale». «La cultura – come ammette Roberta Di Pascasio – deve essere per tutti. Il mio compito è di unire ed amalgamare la letteratura al Teatro. Io e i miei colleghi cercheremo di proporre il Nuovo, in senso lato. Il Teatro deve essere maggiormente frequentato e deve accompagnare l’umore della gente». L’artista Luca Di Nicola conclude, sereno: «Basta guardare al Teatro come ad un tempio posto su di un piedistallo. Deve essere quella casa di vetro che specchia le persone e trasmette le emozioni che loro possono provare sulla loro pelle. Io cercherò, dal canto mio, di mettere tutta la mia esperienza al servizio della comunità». Più cultura per soverchiare il pregiudizio della perduta ricchezza umana. L’uomo è un animale in gabbia, ma un gabbiano nell’alto mare delle idee.

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