Quel canto e tu eri in quel canto

24 settembre 2014 | 05:14
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Quel canto e tu eri in quel canto

di Valter Marcone

Un piccolo “sol”

tra un “re” e un “re melodico”

e lo stacco del cuore

fattosi legno, come il legno

di un corno inglese

polverizzato da un suono,

un continuo suono

come un canto, un canto

d’amore.

Quel canto e tu eri

in quel canto

in quel canto di dolore.

Oggi, il mio dolore sei tu.

E quando canto quel pianto

senza strumenti

o con tutti, con tutti gli strumenti

quelli dolci si fanno aspri

e aspro diventa il mio dolore.

Aspro il mio dolore

che si scopre e risponde

alla ripetizione

– amore mio, amore mio dove sei –

dove sei e cantando

cantando ti ritrovo:

nel frammento di un “re”

che fa ordine al caos,

al caos sbandato

d’un mi sotto il “do” centrale

fino al “si” bemolle

trasognato, lento. Lento assolo

d’una malinconia,

d’una malinconia nel caos parallelo

del cuore anche lui sbandato

come tutte quelle note

sopra il “do” il “do“ centrale

nel caos del cuore addolorato.

Ora il mio dolore

canta e marcia all’indietro,

all’indietro, all’indietro fino

a quelle tre note

perdute “re-re-sol” nel caos

come ho perduto te

amore, amore mio

che oggi sei il mio dolore

il mio dolore di oggi.

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