Antichi poeti d’oriente

1 ottobre 2014 | 16:58
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Antichi poeti d’oriente

di Valter Marcone

I PARTE

LA LUNA E’ SBIADITA

I canti son terminati, l’oriolo è scarico, eppure

la tavola è ancora inbandita;

la luna è sbiadita, le stelle son rade

il mattino è spuntato sul mondo .

([i]Anonimo cinese del I sec. A.C.[/i])

LA CHIARA LUNA COME BIANCA SPLENDE

La chiara luna come bianca splende

sulle tende che velano il mio letto!

In preda al dolore mi volto e non posso dormire

raccolgo le vesti e vado errando su e giù.

([i]Anonimo cinese del I sec. A.C.[/i])

FIORI E CHIARO DI LUNA SUL FIUME A PRIMAVERA

Il fiume di sera

è immobile e liscio

i colori del maggio

si aprono tutti.

Un’onda improvvisa

si porta via la luna;

e l’acqua di marea

arriva col suo carico

di stelle.

([i]Iang Ti, imperatore dei Sui 606-607 d.C.[/i])

[i]Dalle poesie T’ang[/i]

CANZONE PER MUSICA

Sotto la falce di luna la guazza autunnale le ha raggelato

La veste; ma essa non vuole cambiarla. Passa tutta la notte toccando

Il liuto d’argento: non osa rientrare nella sua camera vuota.

([i]Wang Wei 699-759[/i])

CASA NEL VIALE DI BAMBU

Solo seduto tra i bambù segreti,

suono il liuto e lungamente fiscio.

Profondo il bosco, nessuno m’ascolta.

Sorge la luna candida . . . E mi illumina.

([i]Wang Wei[/i])

BEVENDO IN SOLITUDINE AL LUME DELLA LUNA

{{*ExtraImg_218295_ArtImgRight_300x471_}}Una coppa di vino in mezzo ai fiori:

bevo da solo senza un amico di fronte.

Alzo la coppa e invito la luna lucente:

con lei e con la mia ombra saremo tre.

La luna, ahimè, non è bevitrice di vino,

e la mia ombra, pigra, mi striscia al fianco,

pure con la luna amica e con l’ombra schiava,

dovrò far festa mentre è ancora primavera.

Nei canti che intono raggi di luna guizzano;

nella danza che intesso, l’ombra sì impiglia e si spezza.

Prima, da svegli ci divertivamo in tre,

or che siamo ebbri ciascuno va da per sé.

Oh, godiamoci per lungo tempo ancora

La nostra strana inanimata festa

Per ritrovarci al fine sul Fiume di Nuvole.

([i]Li t’ai-po 698-762[/i])

CANTO DI MEZZANOTTE SCRITTO PER MUSICA

Un’unghia di luna pende sulla capitale; mille e mille mazzuoli

battono il bucato; il vento autunnale soffia e di continuo porta

il mio cuore verso il Passo di Giada . . . Oh, quando – sbaragliati

i Tartari – potrà dalla lunga guerra tornare il marito moi!

([i]Li T’ai – po[/i])

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