Processo Bussi, chieste condanne a 12 anni

3 ottobre 2014 | 19:06
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Processo Bussi, chieste condanne a 12 anni

Da 12 anni e 8 mesi a 4 anni: questo il massimo e il minimo nelle richieste di condanna per 18 dei 19 imputati nel processo in Assise a Chieti per le discariche dei veleni scoperte nel 2007 a Bussi sul Tirino, nella Val Pescara.

Una la richiesta di assoluzione.

Questo al termine delle requisitorie dei pm Giuseppe Bellelli e Anna Rita Mantini. Il pubblico ministero Mantini ha definito questo «il più grande disastro abruzzese della storia moderna».

E’ la richiesta più alta di condanna, 12 anni e 8 mesi, quella formulata oggi dalla pubblica accusa nei confronti di Carlo Cogliati, amministratore delegato pro tempore di Ausimont, nel processo che si sta svolgendo in Corte d’assise a Chieti per le cosiddette discariche dei veleni scoperte nel 2007 a Bussi sul Tirino (Pescara) e che vede 19 imputati e 27 parti civili.

Le accuse, per tutti, sono di disastro ambientale e avvelenamento dell’acqua. Le richieste sono arrivate al termine di una requisitoria durata circa 16 ore e condotta per due giorni dai pubblici ministeri Giuseppe Bellelli e Anna Rita Mantini, dinanzi al collegio presieduto da Camillo Romandini, giudice a latere Paolo Di Geronimo, e da sei giudici popolari.

Dodici anni sono stati chiesti per Guido Angiolini, amministratore delegato di Montedison dal 2001 al 2003, e per Luigi Guarracino. E ancora, fra le pene più alte, 11 anni chiesti per Leonardo Capogrosso, coordinatore dei responsabili dei servizi Pas degli stabilimenti facenti capo alla Montedison-Ausimont di Milano; Salvatore Boncoraglio, responsabile protezione ambientale e sicurezza della sede centrale di Milano; Carlo Vassallo, direttore dello stabilimento di Bussi dal 1992 al 1997; Nazzareno Santini, direttore dello stabilimento dal 1985 al 1992; Maurizio Aguggia e Giuseppe Quaglia. Le altre richieste di condanna sono: 10 anni e 4 mesi per Camillo Di Paolo, Vincenzo Santamato, Giancarlo Morelli, Angelo Domenico Alleva e Mauro Molinari. Chiesti 7 anni per Luigi Furlani, Alessandro Masotti e Bruno Parodi. Le richieste di condanna riguardano 18 dei 19 imputati. L’assoluzione per non aver commesso il fatto è stata chiesta per Maurizio Piazzardi, mentre per Nicola Sabatini l’accusa ha chiesto 4 anni per il disastro ambientale e l’assoluzione per l’avvelenamento dell’acqua. Il processo riprenderà il prossimo 10 ottobre con la prima delle due udienze dedicate agli avvocati delle parti civili.

TROVATE NEL SITO 500MILA TONNELLATE DI RIFIUTI – Nella primavera del 2007, il personale del Comando provinciale di Pescara del Corpo forestale dello Stato, guidato dell’allora comandante Guido Conti, scopriva, sepolta nella verdeggiante Valle del fiume Pescara, la discarica abusiva di rifiuti tossici più grande d’Europa, una superficie grande come venti campi di calcio, per un totale di 500 mila tonnellate di rifiuti. Ha inizio così il processo che vede imputate diciannove persone nei confronti delle quali oggi ci sono state le richieste di condanna da parte dell’accusa nel processo che si celebra in Corte d’Assise a Chieti. L’inchiesta, comunque, è della Procura di Pescara.

Per decenni la discarica di Bussi sarebbe stata destinata a smaltire illegalmente una quantità enorme di tonnellate di scarti di lavorazione chimiche ed industriali. In particolare il cloroformio, il tetracloruro di carbonio, l’esacloroetano, il tricloroetilene, triclorobenzeni, metalli pesanti, tanto da essere stata definita una delle più grandi discariche nascoste di sostanze tossiche e pericolose mai trovate. Un disastro ambientale di enorme entità.

L’esacloroetano è stato il vero filo d’arianna, in quanto ha consentito di collegare in maniera inequivocabile la discarica di Bussi e l’acqua di rete.

Su 43 parametri presi in considerazione, per 35 sono stati riscontrati superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione per la falda superficiale e 23 per la falda profonda. La stragrande maggioranza dei piezometri della rete di monitoraggio all’interno dell’area industriale ha evidenziato superamenti dei limiti. Alcune sostanze hanno mostrato superamenti di enorme entitá: il cloroformio 453.333 volte i limiti nella falda superficiale e 46.607 volte nella falda profonda; il tricloroetilene 193.333 volte nella falda superficiale e 156 nella profonda.

Il mercurio 2.100 volte nella falda superficiale; il diclorometano 1.073.333 volte in falda superficiale e 3.267 volte nella falda profonda, il tetracloruro di carbonio 666.667 volte nella falda superficiale e 3.733 volte nella falda profonda. I monitoraggi ambientali sono quelli realizzati dalla societá Environ per conto dell’attuale proprietaria del sito industriale di Bussi, la Solvay Spa, che nel frattempo si e’ costituita parte civile nel processo penale in corso.