
Signore mio,
confesso che, alla fine, mi da fastidio darvi sempre ragione. I fatti, purtroppo, non mi sono favorevoli. Mi avete detto più volte di diffidare del silenzio di Don Chisciotte. Avete affermato che quando il grande Hidalgo tace, in quel momento pensa, escogita, calcola, si carica, per poi manifestarsi in una dirompente e inarrestabile azione, proprio come i vulcanelli. Non vi sono tappi, argini o dighe che tengano. Tanto è forte l’uragano che riesce ad originare. Guai a chi viene investito. Non troverà alcuna salvezza. Verrà travolto da improperi e, quel che più conta, da ingloriose affermazioni che cancellano una intera carriera svolta nell’ambito della municipalità aquilana.
[i]Mia cara,
cerca di essere più precisa, scendi nei particolari. Non temere di sbagliare. Sicuramente raggiungerai l’obiettivo. Coraggio![/i]
Signore,
lo riferisco in assoluta riservatezza. Diciamo che vi metto al corrente di alcuni fatti in “confessione”. Perciò, non rivelate mai la fonte informativa. Potrebbe passare seri guai qualche inconsapevole “precario” consigliere comunale. Sembrerebbe che Don Chisciotte voglia mettere le mani sull’anfiteatro romano di San Vittorino per riportarlo agli antichi fasti, onde restituirlo alla completa fruibilità. Non per utilizzarlo per scopi altamente culturali, come concerti, spettacoli teatrali ed eventi culturali. Lo vorrebbe usare come luogo di tortura, di sacrificio, non dei “cristiani” come facevano i romani, ma di quella classe dirigente comunale improduttiva, inadempiente e poco propensa all’informazione. Ragione questa che rende il primo cittadino “ignorante” agli occhi della pubblica opinione. Questa volta, a mio avviso, potrebbe avere ragione. Sembrerebbe che il dirigente addetto alle entrate finanziarie dell’Ente abbia trascurato di farsi pagare dai soccombenti di vari contenziosi risalenti a diversi anni, di cui alcuni saranno andati anche in prescrizione. Diverse sentenze non sono state rese eseguibili, pur essendo passate in giudicato. Quando lo ha saputo è caduto dal settimo cielo. Non è stato messo al corrente delle mancate entrate di qualche milione di euro. Pochi spiccioli rispetto a quelli che lui chiede per il risanamento del centro storico. Questa volta, mi dispiace, ma ha ragione da vendere.
[i]Carissima,
se fosse vero che è caduto dal settimo cielo, si sarebbe fratturato qualche ossicino. Non ti pare? Siccome è caduto diverse volte, almeno in qualche circostanza una piccola escoriazione l’avrebbe dovuta riportare. Invece, nulla, proprio nulla. Perciò, con tutto il rispetto per le tue convinzioni, non ci credo. Non mi voglio più dilungare in spiegazioni e chiarimenti che, puntualmente, vengono ignorati dall’Hidalgo e dalla Ciurma comunale. Vorrei invitarti a rileggere una calzante citazione della Bibbia (salmo 113.6) che, normalmente si applica a chi per ignoranza o malevolenza chiude gli occhi alla evidenza dei fatti. Te la trascrivo e traduco fedelmente: “Aures habent et non audient”. In pratica: «Hanno orecchi e non sentono ». Ho redso l’idea? La scelta dell’acquisizione dell’anfiteatro romano è stata quasi obbligata. Tu saprai che ultimamente cerca di emulare Renzi in tutte le sue manifestazioni. Però, sulla via di Damasco ha subito una folgorazione. Questa volta ha sentito, non ha detto di non sapere, che Renzi venga assimilato come rottamatore (leggi meglio come epuratore) a un grande “compagno” del ventennio che, in merito ad epurazioni, non ci perdeva troppo tempo. Ti domanderai perché “compagno”? Te lo spiego subito! Perché era, a tutti gli effetti un “socialista” e, per di più, Direttore Responsabile dell’Avanti, quotidiano socialista. Molti giovani politici non lo sanno, ma il grande Hidalgo, questa volta, non ha potuto dire di non sapere. Ecco perché ha fatto ricorso all’anfiteatro. Ha baipassato abilmente il Duce e ha preferito risalire ai criteri di accusa e ai metodi di tortura usati dai romani per eliminare tutti coloro che oseranno metterlo in difficoltà. Per questi fatti la memoria la tiene buona ed efficace, specialmente quando si tratta di responsabilizzare gli altri. I dirigenti inadempienti verranno posti al centro dell’arena. Da una delle porte laterali entrerà, a cavallo del suo ronzino, il grande Hidalgo che chiederà al popolo, assiepato sui sedili, a quale sorte dovrà essere riservata all’imputato, senza seguire il minimo percorso processuale. Il popolo, abbeverato da fiumi di nettare, non parlerà, ma si esprimerà con un solo gesto “Pollice verso” e per il povero cristiano non esisterà neppure la possibilità di ricorrere in appello. Verrà raggiunto fulmineamente alle spalle dalla lancia di Don Chisciotte. Identica sorte sarà riservata a tutti coloro che non informeranno tempestivamente o che racconteranno frottole all’Hidalgo sulle reali potenzialità economiche, amministrative e politiche dell’amministrazione da lui diretta. Hai capito?[/i]
Signore mio,
ho capito! Ho capito! Non c’è bisogno di alzare il tono della voce. Permettetemi, umilmente, di rivelarvi una mia sensazione. Mi tremano le gambe, mi sento agitata, mi sento affumicare il cervello, perché penso che la stessa sorte possa essere riservata anche a Don Chisciotte. Di bugie ne ha raccontate tante, specialmente a me. Inoltre, sembra che l’abitudine proceda in crescendo. Ci sono anche dei riscontri pratici e lapalissiani. L’ultimo cade proprio a ciccio. Se è vero, com’è vero, che ha impiegato sette anni (sono sue testuali parole) per apprendere che il Comune è creditore di qualche milione di euro, mai richiesto e riscosso dopo l’emissione delle sentenze legali, quanti anni ci vorranno per la ricostruzione del centro storico e di tutta la città?
[i]Signora mia,
abituati a pensare in grande. Lascia da parte gli anni. Calati nella nuova terminologia e nel più moderno criterio di valutazione del tempo per l’esecuzione delle opere pubbliche. Comincia a parlare di secoli. È meglio per tutti. Per lo meno nessuno si farà illusioni sul lasso di tempo necessario per la ricostruzione. “Non cuivis homini contingit adire Corinthum”. Orazio, nell’Epist., 1, 17, 36 disse che “Non a tutti è dato di andare a Corinto” e, per analogia, ti dico che “Non a tutti gli aquilani sarà consentito di tornare a vivere nel centro storico”.[/i]
Signore,
mi avete tolto anche la speranza di sognare. Allora sarà meglio che richiamiate al più presto questa mia povera anima accanto a voi per ammetterla a godere almeno la pace eterna. E così sia.