Dpef Abruzzo: «50mila posti di lavoro in 5 anni»

6 ottobre 2014 | 17:30
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Dpef Abruzzo: «50mila posti di lavoro in 5 anni»

«Cinquantamila posti di lavoro» nel quinquennio e «premio di residenza» in favore di chi impianta attività nei comuni con popolazione inferiore a 5 mila abitanti. E ancora «100 milioni per interventi sul territorio, per la rete di emergenza, per l’Adi e la residenzialità e per la sanità digitale». Sono solo alcuni dei punti qualificanti il nuovo Documento di programmazione economico e finanziaria regionale per il triennio 2015-2017, esaminato in Giunta lo scorso 23 settembre e presentato nel pomeriggio di oggi alle parti sindacali dall’assessore al Bilancio e alla programmazione, Silvio Paolucci.

Il Documento, che consta di 85 pagine, è proiettato a «riformare profondamente l’ente sul piano istituzionale, organizzativo e gestionale» e intende riconsegnare alla programmazione e al controllo un «ruolo reale».

Il Dpefr, come si legge in una nota diffusa dalla Regione, è «un primo atto formale e sostanziale per fissare obiettivi strategici e azioni, mentre in sede di legge finanziaria per il 2015 saranno indicati gli obiettivi e le azioni specifiche a breve termine».

Nel Dpfr si legge, tra l’altro, di iniziative in relazione all’adesione al progetto di Euroregione Adriatico-ionica, con sottoscrizione di convenzione con la regione Molise per i temi trasportistici, portuali, turistici e della qualità ambientale; di costituzione dell’Autorità portuale unica di tipo consortile e di promozione del welfare familiare, mettendo in piedi politiche di «capacitazione delle famiglie anziché di mero assistenzialismo». Quindi, per «l’abbattimento dei costi», la «necessità di dotarsi della sede unica regionale per gli uffici di Pescara entro il 2017» e, poi, la riforma della governance degli enti dipendenti dalla Regione Abruzzo, con «taglio dei compensi ai presidenti e agli amministratori delegati».

Il Documento, spiega ancora la Regione, «assume come punto di partenza la profonda riforma istituzionale, cruciale per aumentare la fiducia dei cittadini, delle imprese e dei territori verso la “Regione Funzione”». Si parla, dunque, di «ridefinizione della Regione basata sulla logica del processo organizzativo» e, quindi, di «semplificazione e sburocratizzazione, di agenzia digitale e trasparenza amministrativa».

Per quanto riguarda, nel merito, l’obiettivo della riforma del sistema istituzionale, la Regione spiega che «si avverte la necessità di consentire alla fonte regolamentare di riacquistare ruolo, di ottenere la piena responsabilità della Giunta per le nomine negli enti, la istituzione dell’obbligo di copertura finanziaria per le leggi, la fissazione di un termine per la discussione e l’estensione dei diritto di cittadinanza attiva. In questa cornice è previsto il varo delle leggi per la Partecipazione e la legge per promuovere la trasparenza».

Nel Dpefr è anche prevista la «riprogettazione radicale di tutti i processi e di tutte le funzioni, secondo l’intervento del business process re-engineering e la contestuale strategia di dematerializzazione».

Per il contenimento dei costi di funzionamento e di gestione amministrativa un ampio capitolo è dedicato alla «riduzione della situazione debitoria», mentre, «per favorire i processi di sviluppo, si potrà anche muovere la leva fiscale».

L’assessore Paolucci, nel delineare i criteri di elaborazione del Dpefr, ha rivendicato, sul piano del merito, la «novità assoluta» di aver «prodotto questo documento con relativo largo anticipo, perché abbiamo il desiderio di riscostruire una logica consequenzialità alle procedura di programmazione, con le tempistiche più opportune». Un documento che si presenta «più snello e asciutto rispetto al passato, con la finalità di ridurre al massimo la somma delle fotografie, al fine di far comprendere gli obiettivi posti».

«Il Dpefr – spiega l’assessore – dà alcune risposte innovative rispetto al tema della burocrazia e sulla proposta di crescita, si scommette molto sul capitale umano e sociale».

Sul fronte delle risorse finanziarie che dovranno consentire il conseguimento degli obiettivi, l’assessore ha citato «le risorse provenienti dal bilancio regionale, dall’Unione europea e dal Par-Fsc», con alcune precisazioni rispetto alla possibilità di muovere la leva fiscale per la riduzione delle tasse. Infatti, come spiega la Regione in una nota, «se si libereranno le risorse dalle cartolarizzazioni in scadenza nel 2015 e nel 2016, per complessivi 80 milioni di euro, è pur vero che non sono ancora quantificati i tagli dei trasferimenti dello Stato, è c’è l’obbligo di rientro del disavanzo di 400 milioni di euro, dopo la parifica della Corte dei Conti».

L’assessore, prima di aprire il confronto con le parti sociali, ha calendarizzato il prossimo incontro all’inizio della prossima settimana per i contributi, prima della definitiva approvazione in Giunta del documento di programmazione.