
di Alessia Lombardo
«A volte ritornano»… all’Aquila, a cinque anni dal terremoto del 6 aprile 2009, le telecamere delle reti nazionali. Dopo la chiacchieratissima puntata dello scorso weekend di “Domenica Live” di Barbara D’Urso su Canale5, ieri sera nella puntata del lunedì di “Gazebo”, programma in onda su Rai3, si è tornato a parlare del capoluogo abruzzese, con tanto di hastag #LAquila che ha animato gli utenti di Twitter di ogni dove.
Seppur in seconda serata L’Aquila è stata protagonista con i balconi sequestrati dopo il crollo del mese scorso nel Progetto C.a.s.e. di Preturo e l’operazione di sequestro iniziata ieri mattina.
{{*ExtraImg_218940_ArtImgRight_300x145_}}Con una pungente ironia il conduttore Diego Bianchi ha sottolineato come il terremoto avesse distrutto le case e senza neanche una scossa i balconi cedessero. E allora è nato un altro tour degli operatori di Gazebo nella città sospesa. Nell’arrivo nel cuore del centro storico hanno incontrato sì tante gru, ma ancora troppa distruzione e macerie.
Un caffè nell’ormai noto Bar Nurzia con uno sguardo ai titoli dei giornali, qualche domanda ai cittadini sul [i]work in progress[/i] e l’intervista alla senatrice Stefania Pezzopane che, tra le altre cose, ha sottolineato come i soldi per la ricostruzione siano finiti, confermando la visita del premier Renzi alle porte.
Di nuovo in macchina tra case crollate e abitazioni ristrutturate fino ad arrivare alle piastre di Preturo (L’Aquila) per constatare di persona il surreale. Qualche scambio di battute con un agente della forestale, domande agli inquilini delle C.a.s.e. e l’incontro con un’altra troupe televisiva della rete ammiraglia.
Questa è L’Aquila cinque anni dopo: non ricostruita, con le risorse ormai ultimate e piena di problemi. Tante, troppe ancora le macerie di abitazioni crollate. E come concluso da Zoro (alias Diego Bianchi ndc), «non occorre andare a cercarle, sono loro che vengono da noi».
Una decina di minuti al massimo in seconda serata e si ritorna nell’anonimato.