Drammi del Postsisma, storia di Antonello

8 ottobre 2014 | 11:47
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Drammi del Postsisma, storia di Antonello

«In questa gravissima situazione si trova un cittadino aquilano, Antonello Di Marco, che a distanza di 5 anni dal terremoto è senza un alloggio in cui poter vivere dignitosamente e dove curare la malattia che lo affligge e l’amministrazione comunale non sta facendo molto per risolvere la situazione». La storia ci viene raccontata da un esterrefatto segretario provinciale Assocasa Ugl, Franco Marulli.

«Dopo il terremoto – continua – questa persona ha trovato accoglienza nel treno posizionato dalla Protezione Civile alla stazione ferroviaria dell’Aquila . Dopo questo periodo è stato ospitato presso una struttura della Caritas di Paganica. Saltuariamente lavora come boscaiolo o fa altri lavori che gli consentono di sostentarsi minimamente. Ultimamente è stato ricoverato all’ospedale aquilano in quanto affetto da patologia respiratoria».

«La Caritas gli ha comunicato che entro il mese di settembre avrebbe dovuto lasciare il posto occupato a Paganica perché il tempo di accoglienza era terminato.

Anni fa, secondo quanto ci ha raccontato, aveva presentato istanza di un alloggio all’Ufficio Casa. Ad oggi nessuna risposta è stata fornita in merito. Riteniamo questo comportamento istituzionale di una gravità estrema, lasciando per strada un cittadino bisognoso di una struttura fissa».

«In attesa di questa risposta chiediamo alla Caritas di prolungare la permanenza dell’ospite di alcuni giorni. Assocasa fa un appello alla società civile affinché si provveda a trovare una alternativa idonea.

Questo atteggiamento dell’amministrazione verso i cittadini con fragilità sociale è ormai una consuetudine. Abbiamo più volte chiesto una soluzione per una famiglia di San Gregorio che vive una situazione di forte disagio. Loro figlio presenta un disabilità fisica che non permette di scendere o salire le scale esterne per raggiungere l’abitazione. Segnalato più volte ad oggi ancora si aspetta una risposta».

«Il disagio delle famiglie di via degli Sfrizzoli – conclude il segretario – costretti ad abbandonare repentinamente gli alloggi senza sapere dove lasciare la mobilia acquistata, con sacrifici,per arredare la casa. Come sindacato avevamo chiesto un incontro per dipanare le controversie ma l’amministrazione attiva ha ritenuto non ascoltarci e come una macchina da guerra ha spostato gli abitanti senza dare risposte».