
di Alessia Lombardo
“[i]Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze[/i]”. È il significativo giuramento dell’atleta Special Olympics, programma di attività sportiva per persone con disabilità intellettiva più diffuso al mondo.
{{*ExtraImg_219769_ArtImgRight_300x192_}}Si è svolta oggi all’Aquila, nella scuola elementare Gianni Rodari, la prima parte del corso di formazione degli Special Olympics aperto al mondo della scuola, insegnanti di educazione fisica e di sostegno, docenti della facoltà di Scienze motorie e operatori del sociale. Circa cinquanta gli addetti ai lavori che hanno partecipato al corso.
{{*ExtraImg_219766_ArtImgRight_300x192_}}A parlare dello sport quale mezzo di integrazione fra gli atleti diversamente abili e normodotati sono stati Silvia Nerni, direttore della Provincia di Roma di Special Olympics e insegnante di educazione fisica; Guido Grecchi, direttore provinciale Special Olympics; Antonello Passacantando, direttore regione Abruzzo Special Olympics e coordinatore regionale dell’ufficio scolastico di educazione fisica e Stefano Mariantoni, tecnico dello sport e responsabile nazionale mass media Special Olympics. Sono intervenute anche le atlete diversamente speciali Federica Nardecchia dell’Aquila e Donatella Mancini di Rieti che ha scritto il libro “Specialmente Io”.
Domani, nel primo pomeriggio, si terrà il secondo incontro, al quale interverrà Francesco Spacca, tecnico nazionale di tutti gli sport, che riporterà le esperienze pratiche.
{{*ExtraImg_219767_ArtImgRight_300x335_}}«Special Olympics nasce negli anni ’60 dalla famiglia Kennedy – ha spiegato la professoressa Merni – nel simbolo sono contemplati i cinque continenti con le braccia che rappresentano la persona down, l’aiuto e l’esultanza. Bisogna distinguere la disabilità fisica da quella intellettiva. In questo mondo non sono contemplati soltanto gli atleti, ma anche i tecnici, le famiglie e i volontari. Non c’è un agonismo esagerato, la cosa più importante per l’atleta è essere al centro dell’attenzione. I livelli di abilità degli Special Olympics sono quattro».
{{*ExtraImg_219768_ArtImgRight_300x192_}}«Nella nostra provincia sono circa 1400 gli alunni diversamente abili – ha affermato Passacantando – è fondamentale che questo percorso di integrazione venga iniziato a partire dalla scuola dell’infanzia. Mi ha parlato di questo progetto Guido Grecchi dopo il terremoto».
Federica Nardecchia, portavoce del programma Special Olympics con la società “Atleticamente Insieme”, prima di consegnare un quadretto con il rosone della Basilica di Collemaggio alla professoressa Merni, ha letto una significativa lettera. «Special Olympics mi ha cambiato la vita – ha spiegato – è possibile vedere la disabilità con occhi diversi».