
L’inchiesta del crollo di un balcone in legno in una New Town costruita nel post sisma all’Aquila, potrebbe allargarsi anche allo stato delle palazzine, tutte costruite con le stesse modalità, dei cinque dei 19 insediamenti del progetto case, dove sono stati sequestrati 800 balconi in legno, uguali a quello caduto, presenti in 494 alloggi antisismici.
Il sequestro della palazzina dove c’è stato il crollo del balcone è stato disposto dal gip del tribunale dell’Aquila perché la struttura è più deteriorata delle altre: per investigatori e inquirenti è “un modello” per capire il processo di deterioramento che poi sarà utile per avere contezza dello stato strutturale delle altre.
Come accaduto dopo il crollo del balcone a Cese di Preturo per difetti di costruzione e utilizzo di materiale scadente. Non a caso, il sequestro effettuato dalla forestale è probatorio e mira a preservare l’incolumità delle 22 famiglie, quasi tutte già trasferire in alloggi vuoti, e di conservazione della prova. Secondo quanto si è appreso oltre a molte crepe sui muri, in alcuni appartamenti ci sono problemi anche ai solai.
In uno di questi, lo stesso si è abbassato di due centimetri e mezzo. A questo punto, non è peregrino che controlli strutturali si estendano alle altre palazzine e che quelle pericolose vengano sgomberate. L’inchiesta della Procura dell’Aquila con le ipotesi di reato a vario titolo di crollo colposo, frode nelle pubbliche forniture e omissione di lavori in edifici che minacciano la rovina, è per ora contro ignoti. Nei prossimi giorni, potrebbero esserci una quarantina di avvisi di garanzia a persone coinvolte nella filiera di realizzazione dell’insediamento voluto dall’ allora premier Berlusconi subito dopo il sisma, costato 1 miliardo di euro, costituito da circa 4.500 appartamenti che hanno dato un tetto a oltre 16 mila aquilani rimasti senza casa.