
di Valter Marcone
Sabato 11 ottobre 2014 si è svolta in tutta Italia la Decima Giornata del Contemporaneo, il grande evento annuale promosso dall’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani e dedicato all’arte del nostro tempo e al suo pubblico. Dopo il breve annuncio dato sul Capoluogo si intende tornare sul tema in modo più esteso. L’occasione è data proprio dalle dichiarazioni del ministro Franceschini che nel presentare l’iniziativa ha posto l’accento, all’interno del significato della rassegna de Il Contemporaneo , sui valori dei luoghi e dei micro luoghi.
Che appunto rappresentano un momento decisivo e importante della costruzione della contemporaneità nell’ambiente in cui viviamo. Una contemporaneità intesa nel senso di coesione e interscambio tra passato, presente e futuro. Proprio in tal senso ci siamo domandati quale luogo, se non la città, è il più adatto a coniugare la contemporaneità con le istanze che il tempo propone, andando a costituire il senso del presente, dell’essere e dell’esserci avvalendosi della memoria e del progetto per essere e divenire.
E quando parliamo di città non possiamo non pensare alle vicende de L’Aquila che in tal senso rappresenta proprio un nodo vitale degli aspetti della contemporaneità proprio nel momento in cui l’esercizio documentale, politico, culturale ,a volte anche retorico, della ricostruzione ha raggiunto livelli interessanti . Di fronte ad iniziative, studi e progetti che individuano in L’Aquila una nuova città, una smart città, una città futuribile ,abbiamo cercato contributi in tal senso attraverso varie fonti sia on line (osservatorio di confine ) che sulla carta stampata ( es. Fonte Giovanni Padula in “Ventiquattro” de Il sole 24 ore; come pure “L’infrastruttura Smart Grids per L’Aquila ed il suo ruolo nell’abilitazione di tecnologie e servizi per la Smart City”di Comune di L’Aquila, Eni ed Enel )di cui esponiamo alcuni punti che sottoponiamo all’attenzione dei lettori.
Prima di richiamare lo sguardo sul senso della città la sua storia e la sua evoluzione in termini generali forse è anche utile riferire brevemente su un aspetto della ricostruzione di L’Aquila. Appunto su tre aspetti de l’Aquila come smart città.
Leggiamo su [url”http://osservatoriosmartcity.it/laquila/”]http://osservatoriosmartcity.it/laquila/[/url] a proposito di Smart Economy:“In una città come l’Aquila che necessita di ripartire nella sua ricostruzione, non solo edilizia ma soprattutto produttiva, provvedimenti che vadano a promuove impresa privata e Istituti di ricerca del territorio sono quanto mai necessari. Riuscire ad innalzare il livello tecnologico generale attiva investimenti e crea un ambiente stimolante per le imprese ICT. Il Comune si è quindi impegnato con un investimento di circa 10.000.000,00 euro alla cablatura del territorio cittadino con tecnologia FTTH e FTTCab, alla creazione di una rete in fibra ottica per l’amministrazione cittadina e di una rete trial per la sperimentazione universitaria. I lavori s’inseriscono all’interno del progetto O.P.E.R.E Orizzonti per l’Economia e la Ricostruzione.
E a proposito di Smart Living:“Abbiamo già parlato del progetto VITALE, una città smart promuove la sua immagine, storia e identità in modo efficace ed intelligente sul web: virtualizzando il proprio patrimonio culturale e le proprie tradizioni trasformandole in bene comune per sé e per i propri turisti. Attraverso mappature digitali e apps idonee crea percorsi multidimensionali che facilitino la fruizione da parte degli utenti.
Parte integrante di questo percorso è la candidatura dell’Aquila a Capitale Europea della Cultura per il 2019, AQ19. Una possibilità che si fa fattore di riaggregazione della comunità intorno a un progetto capace di rigenerare entusiasmo propositivo, operativo e funzionale alla ricostruzione morale, economica e materiale della città. Una ricostruzione socio -culturale che recuperi l’alto ruolo di rappresentanza che l’Aquila ha sempre rivestito a livello regionale.
E infine a proposito di Smart People:“Una smart city la fanno i cittadini, consapevoli e partecipi alla vita pubblica. Al contempo, l’amministrazione è tenuta ad alimentare un dialogo continuo per rilevarne bisogni e istanze, dando a queste risposte efficaci e tempestive. Il Comune dell’Aquila è stato fin dal 2011 sicuramente molto attivo in questo senso, avendo attivato diversi momenti di confronto con la cittadinanza e gli stakeholders: workshop e dibattiti in cui, oltre a prendere nota dei bisogni espressi, si è anche ottenuto un feedback sulle scelte strategiche e i progetti messi in campo.
Ma torniamo al nostro
Tornando alla città dobbiamo dire che una “ città “può essere vista,vissuta e raccontata dal suo interno: le sue strade, il suo clima,il via vai della gente , gli edifici che le danno una forma fisica. In Gente di Dublino James Joyce trasforma i rumori, le voci,la folla della città irlandese in una esperienze estetica .
lane Iacobs, una studiosa americana che ha dedicato ai fenomeni urbani l’interavita, ha scritto pagine bellissime sulla complessità delle città, sul perché esse si comportano come organismi viventi, sull’importanza di guardarle «dalla strada in su» per capire come funzionano e in che direzione vanno: se verso la vita o verso la morte. Daniel Libeskind, creatore del Museo dell’Olocausto di Berlino, dice di progettare con lo stesso approccio con cui suona la musica, di cui è un grande appassionato: «L’architettura non ha a che fare con gli edifici, ha a che fare con la sorpresa, con le emozioni inattese».
Le città possono essere pericolose. James Trefil, autore di The Scientist in the City, ci avverte che «non sai mai se al prossimo angolo che giri la tua vita cambierà per sempre». Ma, proprio per la stessa ragione, «le città rappresentano cambiamento, libertà, possibilità».
A proposito di sorprese. Tutta questa ricchezza può essere raccolta in un puntino. Qualche volta in un piccolo triangolo. Accade quando guardiamo le mappe e le cartine geografiche, gli atlanti stradali che ci guidano nel viaggio Le città sono lì, sulla carta o sul computer, legate tra loro da mille reti, ma astratte: prive di voci e di rumori. Quando le guardiamo da una foto satellitare o su una carta che rappresenta ampi territori esse sono anche prive di strade. Punti, piccoli o grandi, ma punti, appunto.
Poi però la città complessa «dalla strada in su» e la città puntino «dal cielo in giù» si incontrano. Avviene a Santa Fe, per esempio. Gli scienziati del Santa Fe Institute studiano le città come organismi viventi per carpire le leggi che ne regolano la vita e l’evoluzione. Per studiarne la complessità devono ridurle a puntini: organismi che nascono e si organizzano, centri legati tra loro, puntini che diventano sempre più grandi. L’astrazione serve a render conto della complessità della vita. Ci aiuta a capire come funziona quella delle città, l’habitat in cui entro il 2050 vivrà 1’80% della popolazione mondiale.
Lo scienziato e cartografo Claudio Tolomeo, vissuto nel Secondo secolo, è stato forse il primo ad aprire la strada. A rappresentare le città come puntini su una carta. Delle sue mappe non rimangono reperti originali. Ma nel Medioevo, a partire dal 1200, iniziano a essere riprodotte. A volte le città sono presentate con le loro torri e i loro castelli, per enfatizzarne l’importanza, per marcarne la bellezza. Ma a volte sulle mappe fanno capolino i puntini. A suggerirci come e perché possa essere accaduto è Peter Barber, curatore della ricchissima sezione delle mappe della British Library di Londra: «Probabilmente avviene quando cresce l’esigenza di misurare lo spazio. Si trovano città rappresentate da piccoli triangoli nelle mappe dei cartografi arabi. Mostrare le relazioni reali tra città e luoghi diventa un problema di utilità e coincide anche con l’emergere dei mercanti».
Alla rappresentazione scenica, alla mappa dei confini come affermazione della sovranità, si affianca la mappa per capire quanta strada devo percorrere per arrivare fin là. Nel saggio II Mediterraneo, lo storico francese Fernand Braudel ha mostrato come nell’Europa del XVI secolo il trasporto via terra, con le merci a dorso di mulo, fosse molto più praticato di quanto fino ad allora immaginato. L’Europa delle città inizia a prendere forma: una miri ade di puntini collegati da lenti ma infaticabili animali da soma. Ma quando i mercanti superano la porta della città sanno che cosa troveranno. Voci, odori, rumori, sorprese: la vita «dalla strada in su».