
Venerdì scorso, 17 ottobre, è stato un giorno molto importante per l’iniziativa di Rewilding nell’Appennino Centrale. Un protocollo di intesa, infatti, è stato firmato congiuntamente da Dario Febbo e Antonio Carrara, rispettivamente Direttore e Presidente dell’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, e Alberto Zocchi, Presidente dell’Associazione Rewilding Apennines, a Pescasseroli.
La collaborazione tra l’Ente Parco e Rewilding Apennines è fondamentale per affrontare alcune sfide cruciali nella protezione dell’orso bruno marsicano ed esplorare insieme opportunità e soluzioni innovative. Rewilding Appennines, che ha iniziato a lavorare nella zona nel gennaio 2014, ha finora concentrato i propri sforzi sui territori circostanti il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, focalizzando l’attenzione su quelle aree, ancora non sufficientemente protette, che rappresentano possibili corridoi ecologici di collegamento tra il Parco e le altre grandi aree protette dell’Appennino.
«Questo accordo è un importante passo avanti – dice Alberto Zocchi – e apre la strada ad una collaborazione di certo proficua tra noi, le comunità locali e il Parco Nazionale d’Abruzzo per un lungo periodo a venire, con una strategia concordata che unisca la conservazione della natura e il rewilding a sviluppo economico, posti di lavoro e reddito in tutte le comunità intorno al Parco».
L’obiettivo principale è quello di lavorare assieme per coinvolgere le comunità locali delle zone circostanti, incluse nella zona di protezione esterna del Parco Nazionale, al fine di salvaguardare e garantire un futuro all’orso marsicano. E ciò, ad esempio, attraverso una più efficace creazione di corridoi di connessione ecologica sicuri tra il Parco e le altre aree protette circostanti, che permetterebbe agli orsi di ricolonizzare queste altre aree e espandere l’areale della specie, con la speranza di raggiungere un numero più alto di animali.
Il team di rewilding e suoi tre “Ambasciatori dell’Orso” sono pronti a collaborare in vari modi con le autorità del parco nazionale, dando il loro contributo al monitoraggio della fauna e al coinvolgimento del mondo venatorio; offrendo consulenza per uno sviluppo del turismo legato all’osservazione della fauna selvatica e supporto al lavoro di sorveglianza e di comunicazione del Parco.
Fondato nel 1923, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è una delle prime e principali aree protette Italiane. Ospita l’ultima popolazione di orso bruno dell’Appennino o marsicano, insieme a numerose altre specie di selvatici, come l’endemico camoscio appenninico, il lupo, il cervo, il cinghiale e molte altre specie carismatiche. In questo parco meraviglioso, dove il rewilding avviene già da sé, si possono trovare anche le faggete più antiche d’Europa. E il tutto quanto a stretto contatto con bellissimi borghi antichi, circondati da pascoli e praterie: elementi che non a torto già attirano ogni anno centinaia di migliaia di visitatori, provenienti da tutto il mondo.
Il lavoro di Rewilding Appennino è sostenuto finanziariamente dalla Fondation Segré e, attraverso Rewilding Europe, dalla Dutch Postcode Lottery.