Contratti di fiume, Pepe: «Abruzzo regione capofila»

21 ottobre 2014 | 18:30
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Contratti di fiume, Pepe: «Abruzzo regione capofila»

«Un confronto vivo con le amministrazioni locali e gli enti che concorrono alla proposizione e alla scrittura dei contratti di fiume, con l’obiettivo di individuare modalità e procedure su cui definire i nuovi impegni per la riqualificazione ambientale delle nostre aste fluviali». Così l’assessore con delega ai Contratti di fiume, Dino Pepe, ha descritto la prima Assemblea regionale che che si è tenuta, questa mattina, a Pescara, presso l’hotel Esplanade, alla presenza di numerosi amministratori locali.

«La Giunta D’Alfonso – ha ricordato l’assessore – è stata la prima ad aver istituito una delega dedicata proprio ai contratti di fiume e questo a testimonianza della grande attenzione rivolta dall’Esecutivo a questo importante strumento di programmazione negoziata tra Enti che consentirà di disegnare un percorso condiviso di interventi sui fiumi abruzzesi».

Giova ricordare che «sono già attive tre esperienze del genere che riguardano il fiume Tordino, il Sagittario e il bacino Tavo-Fino». «Tuttavia – ha rimarcato l’assessore – manca ancora una reale uniformità nella composizione e nella successione degli interventi che vengono programmate nelle singole intese». «Per questo – ha confermato Pepe – nei prossimi giorni sottoporrò all’approvazione della Giunta regionale una proposta di deliberazione che possa fissare le linee guida programmatiche sui Contratti di fiume e possa, al tempo stesso, avviare l’attività di uno specifico ufficio regionale di riferimento oltre ad un osservatorio dedicato».

I Contratti di fiume si configurano come strumenti di programmazione negoziata interrelati a processi di pianificazione strategica per la riqualificazione dei bacini fluviali.

L’aggettivo “strategico”, come spiega la Regione in una nota – sta ad indicare «un percorso di co-pianificazione in cui la metodologia ed il percorso stesso sono condivisi in itinere con tutti gli attori e disegnano percorsi di sviluppo durevole in quanto modulari e calibrati sulle esigenze territoriali in una costante verifica dei programmi con le necessità territoriali. La riqualificazione di bacino è intesa nella sua accezione più ampia e riguarda nella loro interezza anche gli aspetti paesistico-ambientali, secondo quanto stabilito dalla legge nazionale di recepimento della Convenzione Europea del Paesaggio. L’elaborazione di scenari di sviluppo durevole di sottobacino fa riferimento a processi di riqualificazione paesistico-ambientale consapevoli delle matrici fondative del territorio regionale (idrogeologica, geomorfologia, evoluzione degli ecosistemi naturali e antropici e così via) e che interpretano opportunamente le “storie locali”. Il Contratto di Fiume è quindi la sottoscrizione di un accordo che permette di adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo prioritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale».

«Gli elementi che entrano in gioco in questo accordo – prosegue la nota – sono: una comunità (comuni, province, ato, regione, associazioni, imprese, cittadini e così via), un territorio (suoli, acque, insediamenti, aria e così via) e un insieme di politiche e di progetti a diverse scale/livelli».

A questa prima Assemblea regionale hanno preso parte, tra gli altri, il coordinatore del tavolo nazionale, il professor Massimo Bastiani, e quello del tavolo regionale, Patrizio Schiazza. L’odierna iniziativa, infine, si inserisce tra gli eventi preparatori al nono Tavolo nazionale dei Contratti di Fiume che si terrà a Venezia i prossimi 18 e 19 novembre.