
Signore, non ho visto mai così affranto il grande Hidalgo. In questi giorni cammina a testa bassa. Ha la mente piena di pensieri. Eppure, mi è apparso sorridente e gaio in occasione della premiazione di Capello. Che cosa sta succedendo?
Mia Cara, cosa ti avevo detto? Prima o poi i nodi vengono al pettine. Per renderti ancora più accessibile l’idea, vorrei richiamare alla tua memoria l’uso del “setaccio”, attrezzo per passare la farina, dopo la macinatura del grano. Il fiore, meglio ancora la farina 00, passava sotto e si depositava sulla tavola della madia. Nella parte superiore del setaccio restavano le scorie, che andavano sotto la denominazione di “crusca”. La parte che andava gettata, oppure utilizzata per fare il pastone alle galline o ai maiali. Queste scorie possono assimilarsi alle falsità che creano gravi danni al prossimo, ma anche a coloro che ne danno origine. A tal proposito, ogni tanto Don Chisciotte farebbe bene a ripercorrere qualche lettura latina, sempre attuale e illuminante. Plauto, con una sola frase, descrive bene la persona falsa e le sue azioni: “[i]Altera manu fert lapidem, panem ostentat altera[/i]”. Ovvero: “In una mano tiene un sasso (pronto a percuoterti) e con l’altra ti mostra un pane (per attirarti)”. Questa è la strategia che l’Hidalgo aquilano segue assiduamente. Ho reso l’idea?
Signore mio, scusatemi, ma non credo di capire dove vogliate andare a parare? Potreste essere cortesemente più esplicito?
Carissima, noto che i troppi avvenimenti hanno creato qualche problema di intuito e reattività. Non è colpa tua. È colpa degli eventi che si susseguono freneticamente, così come si avvicendano velocemente tante bugie. Ricordi quando il Massimo cittadino annunciò l’insediamento in città di un’azienda per il trattamento delle apparecchiature elettroniche? Ricordi che promise l’imminente entrata in funzione dell’azienda che, a suo dire, avrebbe dovuto riassorbire circa 150 lavoratori posti in mobilità? Bene. Ti sei domandata a che punto siamo? Te lo dico io. Siamo al punto di partenza. Anzi, le cose si sono complicate, perché all’azienda capofila, col trascorrere del tempo, mancano sempre di più le risorse finanziarie. Intanto, la povera gente disoccupata e in mobilità aspetta che arrivi la manna dalla Germania.
Signore, non vi accanite sul povero Hidalgo. Sono cose che capitano, specialmente in questo periodo di crisi.
Cara vedova, tu dovresti essere maestra in tal senso. Infatti, ai tuoi figli hai sempre detto la verità sulle condizioni economiche della famiglia, sulle aspettative e sui progetti che si potevano perseguire. Mi sbaglio? Posso essere d’accordo sulla prima bugia. Ma poi ne sono arrivate altre ancora più gravi e pesanti. Guarda, ad esempio, il decollo dello scalo aereo cittadino. Non è partita e non è arrivata neppure una cicogna di passaggio nelle migrazioni da nord a sud e viceversa. Il volano dello sviluppo economico e sociale della città non è riuscito neppure a mettersi in moto. L’affermazione della esecuzione delle opere a costo zero per gli aquilani è risultata una vera e propria bufala. Lo ha dichiarato il primo cittadino di aver elargito al concessionario un bel pacchetto di moneta pesante europea. Eppure, dissi a te e agli aquilani che il progetto dello scalo aereo era vuoto, non era stato studiato tenendo a base i corretti elementi per una razionale progettazione. Qualche fedele di Don Chisciotte provò a dire che avevo sognato. Allora, riportai fedelmente un simpatico interrogativo di Giovenale: “[i]Credite me vobis folium recitare Sibylae?[/i]”, ossia, “Pensate che io vi abbia letto un responso della Sibilla?” Da quel giorno il silenzio assoluto, così come è assoluto il silenzio dei motori degli aerei che non partono e non arrivano, anche perché lo scalo aereo ancora non ha tutte le autorizzazioni a causa di talune evidenti carenze.
Mio Signore, non siamo tutti infallibili come te. Possiamo commettere degli errori in assoluta buona fede e non c’è affatto bisogno di essere ripresi in continuazione.
Gentile Signora, se dovessi sbagliare io, le responsabilità sarebbero solo ed esclusivamente mie. Se dovessi sbagliare tu, di chi sarebbero le responsabilità? Solamente tue. Non potresti addossarle neppure ai tuoi figli. Ora, di grazia, citami una sola occasione nella quale Don Chisciotte abbia ammesso di aver commesso il più banale degli errori, con l’attenuante della buona fede. Hanno sempre sbagliato gli altri. Lui non ha mai saputo nulla. Non è stato mai coinvolto. Poi, come lo smemorato di Collegno, ammette pubblicamene di essere stato interrogato come persona “informata dei fatti”. È questa l’espressione di corrette affermazioni, o questo modo di comportarsi rappresenta una vera e propria dissociazione di idee? Guarda l’ultimo esempio. È andato al Governo a battere i pugni sul tavolo per ottenere finanziamenti in contanti per la ricostruzione e non ha saputo curare gli incassi dei crediti vantati dal Comune e sanciti da precise sentenze della locale magistratura. Ha sempre negato di aver calcato le scene e le passerelle e, invece, si era messo a capo dell’Accademia “dell’immagine” per cavalcarne le scene. Le scene, però, sono state rappresentate da laute cene e pranzi in ristoranti di tutto riguardo, specialmente sotto l’aspetto dei costi. La condanna è stata esemplare. Restituzione dei soli spiccioli, senza le mance lasciate al personale di servizio. Dovrà restituire soltanto ottantamila euro, centesimo più o meno. Di questi fatti lui non sa nulla. Vuoi vedere che, alla fine, sarò chiamato in causa anche io, sebbene osservi un ferreo digiuno e beva solamente aceto.
Mio Signore, non ditemi che Renzi non è venuto a L’Aquila per questi motivi?
Carissima, non è venuto per una serie di motivazioni. Don Chisciotte non è più credibile, neppure quando dice la verità. Spara cifre per la ricostruzione come fuochi pirotecnici. Assicura che entro la fine dell’anno varerà il nuovo Piano Regolatore. Mancano soltanto due mesi e ancora non ha approvato neppure un preliminare, né ha assegnato incarichi agli urbanisti. Con questi presupposti per quale motivo il Presidente del Consiglio dovrebbe venire all’Aquila? E, poi, Renzi è stato troppo magnanimo. Doveva arrivare per verificare la preparazione dell’Hidalgo agli esami di riparazione di settembre e, una volta esaminata la prova scritta, ha deciso di concedere una proroga al 10 ottobre per consentire una migliore preparazione. Su istanza del massimo cittadino, corredata di certificato medico, ha concesso una ulteriore proroga fino al 15 ottobre. Vista la impreparazione del candidato il Premier ha chiuso la sessione degli esami di riparazione, decretando la bocciatura di Don Chisciotte che, già ripetente, dovrà cambiare scuola per legge, così come ha fatto per le camaleontiche adesioni alle correnti di partito. Per l’ammortamento dei debiti maturati dovrà seguire un corso di recupero del maestro Manzi, non presso la ASL, ma attraverso una specifica trasmissione organizzata proprio per lui dalla RAI Nazionale.
Signore carissimo, non vorrei essere trascinata, come elettrice dell’Hidalgo, a frequentare i corsi di recupero, perciò, richiamate pure la mia anima accanto a voi per vivere in santa pace il riposo eterno. E così sia.
20/10/2014