Gianluca e la Pizza della Fortuna

22 ottobre 2014 | 16:01
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Gianluca e la Pizza della Fortuna

di Gioia Chiostri

Premiata la pizza che porta fortuna ai giovani pizzaioli d’Abruzzo. Come spighe di grano biondastro, i giovani crescono nella Valle incantata del Domani. Domani farò. Domani vedrò. Domani, ancora, imparerò, rinuncerò, m’arrampicherò sulle nuvole d’alabastro. Un mestiere, qualsiasi, è il nervo scoperto di una società producente. Il silenzio assordante dei nervi elastici giovanili, invece, è il sonnifero di una società controproducente. L’Officina dei Sapori di Sulmona (la Scuola del Sistema targata Confesercenti), nicchia di notorietà abruzzese, da sempre attenta alle capacità delle nuove energie locali e stimatrice del know-how nostrano, ha organizzato il nuovo corso per pizzaioli, a Sulmona, appunto, esteso a tutti i ragazzi e le ragazze della Regione che avrebbero voluto mettersi in tasca l’inizio di un progetto e quel pizzico di farina atto a lievitare i contorni di un sogno. Fatto sta che, fra pizze margherite e capricciose, il più bravo della classe è stato lui: Gianluca Petricca, avezzanese di origine, classe ‘93, pizzaiolo nel DNA, vista la sua discendenza da una storica famiglia di addetti al mestiere. Lui ha messo a soqquadro l’Officina stessa, incantando palati, occhi e gusto affine con la sua ‘Pizza della Fortuna’, la più buona della stagione.

Un’esperienza lavorativa tutta da vivere, quella offerta dall’Officina. La scuola abruzzese dei Maestri del Gusto, è una realtà che dona ai giovani un traguardo da raggiungere e gli strumenti giusti per poterlo fare. Pizzaioli, fornai, macellai, gestori di risorse umane, barman: queste le figure che, mese dopo mese, vengono plasmate all’interno della fucina dei mestieri di Sulmona. Una sorta di mappamondo dei lavori, che tenta, nonostante la crisi, di avvicinare i giovani ad una presa di coscienza: quella che si basa sul sacrificio individuale e sulla bellezza di un lavoro ripagato.

Tanti gli umori contrastanti che hanno accompagnato l’avventura al sapor di margherita del giovane di Avezzano, calciatore per passione nel tempo libero. «Ci sono stati molti ragazzi di Avezzano – racconta a IlCapoluogo.it Gianluca – Io, come molti altri della mia stessa età, ho deciso di intraprendere questo percorso con grande maturità, perché credo ancora in un avvenire giovanile nel lavoro e nella realizzazione fortunata di un’attività propria. Spero vivamente che cambi qualcosa nel mondo dell’occupazione di oggi per noi giovani e, soprattutto, per chi verrà dopo di noi. Il lavoro è sacro, è sia un diritto che un dovere: oggi viviamo la sua alienazione, senza dubbio. Io, però, ho deciso di insistere: avere un obiettivo da crescere e nutrire chiuso a chiave nel proprio cassetto dei sogni a nulla può servire; bisogna liberarlo, farlo uscire, porlo all’aria aperta: solo così imparerà da solo a spiccare il volo».

Il corso per pizzaioli, cominciato il 6 ottobre 2014, ha chiuso i battenti profumatamente il giorno 17. Un venerdì 17 affatto sfortunato per questo giovane talento del forno a legna. «Questo corso – dice – insegna e segna. Un grazie particolare va a tutti i miei amici e al professore che è stato molto attento alle nostre esigenze e necessità e si è dedicato molto a noi alunni». L’avventura per palati prelibati è stata diretta dal professore Teseo Tesei e ha visto sfidarsi a colpi di origano e fiamme vive 10 discepoli speciali. Ognuno ha donato ai posteri la sua personale creazione ‘farinosa’. Ognuno vi ha messo dentro il brio di una lotta individuale contro l’avvenire.

{{*ExtraImg_220860_ArtImgRight_300x512_}}Gianluca ha ideato una pizza tutta nuova, da veri intenditori. La Pizza della Fortuna, questo il suo nome di battesimo, ha vinto su tutte le altre golosità.

Come è saltata fuori dal ricettario personale questa idea? Quali sono gli ingredienti della pizza premiata? «Gli ingrediente della mia pizza ‘Fortuna’, che ha vinto, sono: pere, noci e gorgonzola. Invito tutti a venirla ad assaggiare. Nel futuro prossimo, mi vedo, ovviamente come pizzaiolo d’eccellenza».

Il mestiere del pizzaiolo è tanto antico quanto moderno: ogni impasto prevede l’eredità del passato, miscelata con gli ingredienti più adatti al tempo attuale. Per soddisfare il gusto generale, occorre tanta maestria e know-how. «Proprio per questo – afferma Gianluca – vorrei avere un laboratorio tutto mio, un giorno, per sperimentare nuove ricette. La sperimentazione, infatti – dice – è alla base di quel qualcosa in più che fa di un bravo cuoco, un ottimo cuoco. Il premio dell’Officina, senza dubbio si è rivelato un bel traguardo; una pizza a cinque stelle, detto in altri termini. Il successo di questa pizza, a mio avviso, lo devo anche a tutti i miei amici dell’Officina dei Sapori, che hanno creduto in me sino alla fine».

A Sulmona, di fatto, si è creato una sorta di microcosmo, una vera e propria squadra del gusto pronta a segnare il goal della vita: attaccanti, difensori, centrocampisti, per non parlare dell’attento e severo – al punto giusto – allenatore; tutti hanno dato una mano affinché un’arte così sapiente come quella del far nascere dalla farina una squisitezza cotta al forno al legna, venisse rispettata e osservata con tutti i rigori del caso.

Giovani e lavoro: un nodo annacquato dalla pioggia dell’irrealizzabilità. Gianluca, però, sembra andare controvento. Qual è la ricetta giusta, ora come ora, per poter credere ancora in un futuro migliore? «Continuare a credere in noi stessi, non abbattersi mai e guardare sempre avanti poiché anche se la strada è lunga e piena di insidie, noi non ci stancheremo mai di tentare. Le prove della vita sono innumerevoli: ogni curva o rettilineo hanno, alla fine della corsa, un angolo. Girarlo non costa nulla, ma, spesse volte, significa tutto».

L’officina ha dato corpo ad un progetto innovativo che guarda ai mestieri di una volta, ma, al contempo anche alle menti piroettanti di adesso. «Ho stretto amicizia – conclude Gianluca – con tutti i miei compagni di corso; all’associazione, poi, va un ringraziamento importante per tutti i bei ricordi e i bei giorni passati assieme. Un grazie particolare, inoltre, va al professore Teseo Tesei, che si è rivelata un’ottima guida. Per fare una buona pizza, non servono oro, argento o mirra, ma amore e passione, ossia gli ingredienti base di una vita segnata dalla felicità. Ciò che più conta è metterci il cuore, l’organo forse più delicato e al contempo più forte di cui dispone un sensibile essere umano. Nel corso della mia vita ho frequentato l’istituto tecnico industriale conseguendo il diploma di perito meccanico. Il resto di essa invece, lo vedo implicato nell’arte più bella del mondo, quella italianissima della pizza. In fondo, se non ripartiamo da noi stessi e dalle nostre passioni, come si può affermare a gran voce di voler dare i natali ad una rivoluzione delle idee? Esse passano, come fili sottili, nell’ago della determinazione e arroganza di fede nelle proprie capacità. Adottare un progetto non costa nulla, è il crescerlo fra le sterpaglie dei tempi marcescenti di oggi che presuppone coraggio e volontà».

La ‘Pizza della Fortuna’ è dedicata a tutti quei giovani che, come Gianluca, hanno in testa la bellezza di un avvenire diverso. Molto spesso, l’ingrediente giusto per rendere dolce un mondo amaro, si rintraccia nel sorriso soddisfatto di un ventenne innamorato del proprio futuro idealizzato.

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