
Il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci scrive una lettera aperta al capogruppo Fi al consiglio comunale di L’Aquila Guido Liris. Scacciare dalla città le polemiche e compattare le voci di protesta: questo il sunto della missiva.
«Caro Guido, caro amico,
leggo le tue parole sulla assenza nella legge finanziaria, della voce relativa ai finanziamenti sulla ricostruzione della nostra città. Con tutta probabilità avrai avuto modo di leggere le mie, di parole, che incitano a tenere alta la vigilanza affinché errori come quelli che si sono commessi non si facciano più. Ribadisco che l’impegno del PD nazionale è stato un giusto passo. Ma ribadisco anche che nel sesto imminente anniversario del sisma, questa è una procedura che non deve più ripetersi.
Detto questo mi chiedo che senso abbia alimentare polemiche che hanno come unico scopo quello di fare uscire protagonismi e alimentare divisioni. È di un paio di giorni fa la notizia della nostra vittoria sulla scongiurata chiusura della Corte di Appello dell’Aquila. Ne converrai che l’obiettivo l’abbiamo raggiunto tutti insieme, dando fiducia alla trasversalità dei portatori di interesse, concordando insieme necessità e bisogni. Ed è questo, a mio avviso, che ci chiedono coloro che ci hanno delegato a rappresentarli: chiedono alla nostra generazione politica (la mia e la tua) di indicare e costruire strategie politiche che abbiano l’ obiettivo comune di lavorare per il territorio, che abbiano il buon senso di trovare strumenti assonanti ogni volta che sia possibile. Le persone da noi si aspettano qualcosa di diverso rispetto a chi ci ha preceduto, vale a dire una politica positiva, bella, che costruisca, che guardi al futuro, al lungo periodo. Chi ci ha eletto non vuole sentire da noi polemiche strumentali e pretestuose per partito preso.
E lo dico a te per dirlo a tutta la nostra generazione e a tutti coloro che in questo momento hanno la responsabilità di ricoprire un incarico pubblico.
Direi che questo è il caso, anzi direi che mai come in questo caso si debba percorrere una strada comune. Nella breve stagione in cui la città dell’Aquila e il cratere si sono trovati compatti, la voce si è sentita. Poi si è fatta debole e infine è sparita e ne siamo corresponsabili.
Io però non perdo la combattività e so di avere intatta l’energia per farla tornare alta e chiara, quella voce. Insieme possiamo partire dalle nostre visioni differenti , per convergere attraverso strumenti comuni verso l’obiettivo indispensabile di ricostruire la città e i comuni del cratere con coperture finanziarie certe e stabili».