
di Claudia Giannone
Inaugurato, presso l’aula magna “Giovanni Beolchini” dell’Università dell’Aquila, nel polo didattico Monteluco di Roio, il nuovo anno accademico 2014/2015.
Ad un anno dall’inizio del proprio mandato, è la rettrice Paola Inverardi ad aprire la cerimonia, analizzando ampiamente la situazione provinciale, regionale e nazionale e attuando un bilancio di ciò che è stato fatto e, al contrario, accantonato in questo anno di lavoro.
{{*ExtraImg_221531_ArtImgRight_300x179_}}«Dobbiamo innanzitutto valutare – ha affermato la Inverardi – la crisi economica gravissima che continua a colpire il nostro Paese. Il sistema universitario viaggia tra tagli di risorse e applicazione della legge 240, tra il 20% di finanziamenti in meno e il 15% di ricercatori in meno. Con la legge di stabilità, continueranno ad esserci tagli sul turnover fino al 2018: testimonianza di un cambiamento rapido e indipendente».
Un quadro nazionale che, ovviamente, va a ricadere su quello territoriale. Continua a scendere, infatti, il numero di dipendenti dell’Università dell’Aquila e non ci sarà fine a questo taglio, fino a quando non si arriverà al 2018. Diminuisce del 20%, inoltre, il numero di iscritti e la situazione non sembra migliorare in queste ultime settimane: si sta andando, infatti, verso un incredibile 30%, dato che, nel corso dello scorso anno, le uniche iscrizioni rimaste riguardavano quei corsi che oggi sono a numero chiuso.
{{*ExtraImg_221536_ArtImgRight_300x168_}}«Ci troviamo in un contesto territoriale non indifferente. La città dell’Aquila – ha proseguito la rettrice – ha un presente e un futuro nella ricostruzione e, allo stesso tempo, l’Abruzzo intero ha difficoltà di ripresa economica e sociale. La nostra offerta universitaria comprende attualmente 66 corsi: un numero molto alto rispetto a quello di altri atenei, che rappresenta l’ampiezza dell’offerta formativa che, nonostante gli enormi sforzi per le risorse che decrescono, stiamo portando avanti».
Molte le collaborazioni portate avanti in questo anno, molti i progetti che l’università aquilana vuole continuare ad includere nel proprio programma per poterla rendere un «laboratorio di creatività, agente di sviluppo locale», per formare i giovani e valorizzare il patrimonio di competenze presente nel territorio, ma, allo stesso tempo, un luogo di lavoro per garantire condizioni di vita migliori e per dare certezze agli studenti.
«Il sistema nazionale è andato avanti in questi anni: noi dobbiamo comprendere che esistiamo all’interno di un sistema di atenei nazionali e internazionali, anche se siamo in ritardo su alcune politiche. Ciò che ci è mancato è la forza di mettere in campo politiche per affrontare al meglio determinate situazioni».
{{*ExtraImg_221532_ArtImgRight_300x208_}}Tre, dunque, gli obiettivi prefissati dalla rettrice in questa cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico: la costituzione di un tavolo permanente di confronto con il Comune, una politica strutturale di sostegno al sistema universitario abruzzese da parte della Regione, oltre ad una politica innovativa sul diritto allo studio che consideri le specificità degli atenei per renderli un elemento di forza e di attrazione e il coraggio di sperimentare nuovi modelli di integrazione per una nuova idea di università da parte della popolazione intera. Tutto questo per poter rendere l’Università dell’Aquila elemento centrale e attore protagonista del territorio con dipendenti e studenti.
«Abbiamo avuto – ha concluso la rettrice – disponibilità e accordi con il Miur per fronteggiare l’emergenza. Ora, però, dobbiamo uscire da questa ed entrare nel sistema nazionale. Mancano i finanziamenti per Palazzo Carli e per l’ex San Salvatore, ma andiamo verso la rinascita. L’esempio è stato dato dalla Notte dei Ricercatori: bambini, ragazzi e adulti impegnati nella ricerca, persino nei centri commerciali. Il simbolo della città che non c’è più e che noi vogliamo».
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