
Tavoli ribaltati, sedie rotte, bicchieri in frantumi e tende strappate: tutti si aspettavano di conoscere il nome del nuovo segretario generale e invece il Consiglio nazionale dell’Ugl, riunito ieri e oggi a Montesilvano, si è trasformato in un parapiglia generale.
Lo scontro, degenerato poi in vera e propria rissa, sarebbe nato tra due opposte ‘fazioni’ che animano il sindacato, una a sostegno del candidato segretario Paolo Capone e l’altra di Salvatore Muscarella. Per riportare la calma sono intervenute le forze dell’ordine.
Stando al racconto dei presenti, nel pomeriggio ci sarebbe stato il tentativo di proclamare uno dei due, mentre per gli altri la nomina era impropria. Così il dibattito si è acceso, i toni si sono inaspriti e, dal confronto si è passati allo scontro, prima verbale e poi fisico. Ad arrivare alle mani sarebbero state una decina di persone appartenenti alle due fazioni. Così, all’interno del Grand Hotel Adriatico, è stato necessario l’intervento degli uomini della Digos e dei Carabinieri. Allertato perfino il 118, anche se poi l’intervento dei sanitari non è stato necessario.
L’Ugl sembra, dunque, non riuscire a trovare la pace, dopo le dimissioni dell’ex segretario generale Giovanni Centrella, che a fine luglio aveva lasciato perché al centro di una vicenda giudiziaria. Al suo posto era arrivato Geremia Mancini il quale, però, lo scorso 25 settembre, aveva presentato le sue dimissioni irrevocabili. Al momento della rissa Mancini non era presente, ma visto quanto accaduto ha subito raggiunto la sede dei lavori. «Ieri ho confermato le mie dimissioni, motivate da visioni differenti all’interno del sindacato – spiega Mancini all’Ansa – e i lavori si sono svolti tranquillamente. Oggi ho deciso di non partecipare al Consiglio perché la mia presenza poteva essere strumentalizzata». «A questo punto attendiamo di capire se l’elezione ci sia stata o meno. Se la situazione non si dovesse risolvere, io darei una mano fino alla nomina del mio successore e farei il possibile per recuperare la serenità, sempre che qualcuno non rivendichi la propria elezione».(Fonte: Ansa)