Intervista con la Strega

31 ottobre 2014 | 11:10
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Intervista con la Strega

di Gioia Chiostri

«La strega è una comunissima donna che ha imparato a dialogare con sé stessa». Nel mare caotico e affannoso della Modernità, c’è ancora chi spalanca l’occhio interiore e risveglia la sua anima ‘incarcerata’ dalle convenzioni. Lei si chiama Sophia Moon, è marchigiana, ha 27 anni e, nella vita, ama definirsi una Strega. Gli istanti della propria esistenza sono microperle di una lunga collana di sensazioni, indossata o troppo corta o troppo lunga rispetto al proprio collo sensitivo. Ogni microperla, poi, è una sfera di cristallo. Dentro, vi si può vedere il passato percorso e il futuro immaginato. Ma ciò che più conta è l’avere una mente immaginifica, aperta al vero e anche al suo contrario.

Sophia, studiosa della pratica e della logica dell’Esoterismo, ha concesso un’intervista esclusiva a IlCapoluogo.it e si è resa disponibile per snocciolare, seme dopo seme, la pianta misterica della Magia ‘moderna’. Oggi, 31 ottobre, il giorno della Ricorrenza della festa del mistero per eccellenza, la verità e la bugia sembrano condividere uno stesso filo di lana. Oltrepassato il quale, niente sarà come prima e nulla sarà meno di prima.

«Nel 2014, la Magia è un qualcosa che ancora viene visto con sospetto dalla maggior parte della popolazione ad oggi vivente; un qualcosa di pericoloso, molto spesso associato al culto di satana. Niente di più falso. Nella realtà dei fatti, noi Streghe, non facciamo altro che armonizzarci e rispettare la Natura, lo specchio più astuto dei nostri sensi». Credersi speciale, sentirsi re o regina di sé e delle proprie emozioni, è una pratica che spesse volte fatica a far parte dell’uomo medio moderno. L’uomo medio moderno vive per sopravvivere e non sopravvive per vivere.

Con chi si identifica la strega nel 2014? «La Strega, nei tempi moderni, non è altro che una comunissima donna che ha riscoperto e creduto in quei poteri nascosti che ognuno di Noi ha, solo che il più delle volte non si ammette di avere. Noi siamo un’Anima con un corpo e non il contrario. L’anima, poi, è dotata di grandi particolarità: tutti Noi saremmo in grado di comunicare con i morti, ad esempio, oppure percepire un attimo prima che avvenga un incidente che poi avverrà per davvero, oppure ‘sentire’ che il telefono sta per squillare. La persona comune, però, crede siano solo coincidenze. Eppure, se si scava a fondo, la verità è sotto gli occhi di tutti; e la verità è che non è così».

Le streghe, come ci spiega Sophia, hanno legato un nodo quasi indissolubile con colei che letterariamente e paganamente, viene definita Madre Natura. Un guardarsi dentro e fuori. Precisamente, il dialogo con la Natura, di cosa si sostanzia? «La Natura è dove noi Streghe andiamo quando ‘perdiamo’, per dir così, il nostro equilibrio. Entrare in comunione con la Natura, significa riequilibrarci e trarre Energia da essa, nel vero senso della parola. Detto in altri termini, l’atto di ‘perdere l’equilibrio’ è relativo alla vita di tutti i giorni; arrabbiarsi, perdere concentrazione, avere la testa affollata da troppi pensieri: tutto ciò provoca una caduta a livello sensoriale e interiore. La Natura ci aiuta, se ascoltata, a rientrare in possesso di noi stessi. Per aprirsi ai nostri istinti, dobbiamo fidarci di Noi e di ciò che ‘sentiamo’, e quando dico ‘sentiamo’, di certo non mi riferisco ai nostri 5 sensi». Il viaggiatore notturno si perde nella notte dei tempi poiché ha bisogno di silenzio per ascoltare il sé più silenzioso.

{{*ExtraImg_221903_ArtImgRight_300x400_}}Esistono delle pratiche per tentare di scoprire il nostro sesto senso? «Ciò che possiamo definire con la locuzione di ‘sesto senso’, può essere trovato e scoperto attraverso varie azioni. Le pratiche più comuni per iniziare a sentire nuovamente sé stessi, sono la meditazione e lo yoga. Attraverso queste due discipline, si inizia a percepire ogni singola parte del nostro corpo, si comincia a rendersi conto che si è parte di un universo un po’ più grande di quello che, volenti o nolenti, ci è stato insegnato a scuola».

Sophia, si è approcciata a quella che si definisce Magia, poiché, racconta, da sempre persuasa dall’impressione di sentirsi «troppo stretta nella gabbia della quotidianità convenzionalmente considerata normale. E’ qualcosa che ho sempre sentito far parte di me, ma che, per le mentalità chiuse che avevo attorno, ho tentato di tenere a bada. Poi, una volta mi sono lasciata andare fidandomi di me stessa e tutto è accaduto in modo molto naturale».

Sophia è la ‘guardiana’, così come viene definita dalle sue sorelle e fratelli sensibilmente senzienti, di un gruppo di 260 persone ‘speciali’. Il suo gruppo ha nome di ‘Streghe, sorelle d’anima’ ed è provvisto anche di una pagina virtuale. «Io la definirei una ‘famiglia’: è davvero stupenda e unita. Il soprannome di ‘la Guardiana’ è nato involontariamente da me, sentendomi direttamente responsabile e supervisore dei miei fratelli e sorelle. All’interno della Famiglia ci sono solo io che mi occupo di tutti». Nessuna distinzione, poi, tra uomo e donna. «Noi Tutti – spiega Sophia – possiamo essere Streghe o Stregoni: tutto dipende da quanta voglia e impegno impieghiamo nell’atto di riscoprirci». La Famiglia di Sophia è nata all’incirca 8 mesi fa. «All’inizio non è stato facile, ma ora ognuno si fida dell’altro e, come dice quel famoso proverbio africano, ‘ciò che cresce lentamente mette radici profonde’ (Ghana). In Famiglia condividiamo di tutto: dalle Preghiere agli Dei ai rimedi naturali».

{{*ExtraImg_221904_ArtImgRight_300x265_}}La parola Strega fa in un certo senso paura e inietta una buona dose di scetticismo ancora adesso. Perché è così difficile credere nella magia e in un diverso approccio con gli altri, sé stessi e la natura? «Perché tutto questo porterebbe a denudarsi di tutto ciò che si è creduto ‘base certa’ fin’ora: approcciarsi ad una nuova realtà o ad una nuova idea non è pratica da tutti facilmente accettata. La scoperta di un mondo nuovo, porta alla felicità e alla riscoperta di se stessi. La parola Strega è solo una parola che deve stare ad indicare persona saggia, acculturata, che non smette mai di imparare e soprattutto pronta ad aiutare gli altri, ma le ‘grandi istituzioni’ ci hanno affibbiato il titolo errato di ‘adoratrici di satana’, mentre se andassimo davvero ad indagare, ci renderemmo conto che satana è un’invenzione della Chiesa e, nel Paganesimo, non esiste affatto tale figura. Noi – continua Sophia – adoriamo il Dio e la Dea: in loro, noi vediamo il bene e il male. Non abbiamo, diciamo, figure di riflesso ‘cattive’, ma accettiamo che loro siano entrambe le cose. Come per tutte le religioni, anche noi ‘streghe’, abbiamo i nostri riti, le nostre preghiere e delle ricorrenze molto importanti atte a venerare il Dio e la Dea: quella che di oggi, 31 ottobre, è Samhain, e non Halloween».

Trattasi di una Festa Antica, che si festeggia tra la notte del 31 ottobre e il 1 novembre. Questa festa è conosciuta in tutto il mondo con il nome di Halloween o di Vigilia di Ognisanti. E’ una festività che riguarda principalmente i Defunti e gli Antenati; durante tale ricorrenza, viene celebrata la Morte come conclusione della Vita e la sua importanza nella vita di tutti i giorni. «In questa giornata – aggiunge Sophia – non solo abbiamo la possibilità di metterci in contatto con i Nostri Antenati, ma anche con altri Spiriti che possono aiutarci, dandoci dei messaggi. Inoltre, molte Streghe fanno uso durante questa giornata di strumenti divinatori. Essi sono i Tarocchi, le Rune o il Pendolo. Tramite questi possiamo avere delle risposte (più o meno precise) su ciò che abbiamo chiesto».

«Io, ad esempio, so usare molto bene i Tarocchi perché oramai sono 14 anni che li leggo. La pratica Magica, poi, la si può apprendere da un’anziana (parente o Saggia) o da autodidatta, esattamente come ho fatto io». L’uomo comune è abituato alla dicotomia fra bene e male. Due strade maestre che corrono parallele e, in un certo senso, si escludono a vicenda moralmente. Anche nella Magia è così? «La Magia è una sola – risponde Sophia – e comprende tutto: di per sé stessa, non ha colore, ma poi dipende da come opera la Strega che ne fa uso. La Magia Bianca viene definita Magia buona, la Rossa viene definita la Magia d’amore e la Nera… beh, non credo servano spiegazioni».

Il viaggio nell’emisfero magico della mente umana conclude con un consiglio ai lettori de IlCapoluogo.it. «Il mio consiglio è di non chiudere la mente a ciò che non si conosce: il fatto di avere dei preconcetti, è molto pregiudizievole in ogni campo della vita. Per salvarsi da questo mondo, che ogni giorno sprofonda sempre più in basso, bisogna tenere la mente aperta. Si pensi ad un paracadute: se lo tenessimo chiuso, la fine che faremmo, sarebbe solo una».

Ci lasci con un incantesimo per incominciare bene la giornata? «Ecco – sorride Sophia – questo purtroppo è un altro luogo comune sugli Incanti: non ve ne sono di rapidi; è un po’ come fare una preghiera sfuggevole al proprio Dio e sperare che ci assecondi. Il mio consiglio è: trovare del tempo per noi, anche solo 10 minuti al giorno, sederci e ascoltarci. All’inizio può sembrare un po’ strano, ma col tempo si capirà che non lo è affatto e porterà molto giovamento alla Nostra Vita. Un abbraccio di luce a tutti». Le streghe sono bagliori di una credenza ‘altra’. Scoccata la freccia della misconoscenza, in mano resterà l’arco vuoto dei tentativi mancati. Ecco: la magia, forse, è credere di avere fra le mani lo strale di noi stessi e scagliarlo lontano, verso l’orizzonte della serenità più vera.