
«I Distretti turistici e in particolare il distretto turistico del Gran Sasso sono la prova di un programma che abbiamo in mente per il Paese, che deve investire sullo sviluppo sostenibile, sugli hotel diffusi, sulla natura legata all’arte». Lo ha detto il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini a Santo Stefano di Sessanio nel corso del Convegno sul distretto turistico del Gran Sasso. «Ci sono tutti questi elementi insieme. É una grande prova di rilancio, un modello che vogliamo costruire e la mia presenza qui significa sostenere, aiutare, ma anche investire come esempio per il resto d’Italia».
Sul blocco del settore dei Beni culturali dell’Aquila che Franceschini aveva promesso di ricostruire in 5 anni, il ministro, a margine del convengo sul turismo, ha detto: «Il Mibact ha un direttore, un facente funzioni, che ha i poteri necessari per portare avanti l’ordinaria amministrazione delle imprese. Ma soprattutto la riforma del Ministero andrà a regime entro il primo gennaio e quindi si risolveranno questi problemi come altri».
IL PROGETTO GRAN SASSO
LOLLI, CREARE PRIMO DISTRETTO MONTANO DAL BASSO – Un progetto turistico che mette insieme territorio e persone, che vuole essere punto di riferimento nazionale di un modello capace di creare valore aggiunto per il turismo. Nasce sotto questi auspici il percorso politico e amministrativo che porterà alla nascita, proprio in Abruzzo, del primo distretto turistico montano nazionale del Gran Sasso d’Italia. Il progetto Gran Sasso è stato presentato oggi, nella splendida cornice di Santo Stefano di Sessanio, al ministro del Turismo Franceschini, dal presidente della Giunta regionale Luciano D’Alfonso e dal vicepresidente Giovanni Lolli.
{{*ExtraImg_222719_ArtImgRight_300x480_}}«Una giornata di lavoro – ha spiegato Lolli – con la quale abbiamo voluto far capire al ministro come intendiamo muoverci, quali sono le idee aggreganti e quali obiettivi da raggiungere».
Un modello che, a quanto pare, il ministro Franceschini ha gradito se non ha esitato a definire il progetto del distretto turistico del Gran Sasso «un modello di sviluppo turistico corrispondente esattamente al modello di sviluppo turistico che noi abbiamo in mente per il resto del Paese».
Le linee e i confini del distretto montano sono stati disegnati da Giovanni Lolli. «Un’idea univoca che significa soprattutto pensare e progettare insieme. Per la prima volta – ha sottolineato il vicepresidente – si tratta di un progetto che parte dal basso, dalle associazioni, dai comuni e dai cittadini che quotidianamente vivono il Gran Sasso». Allora nel futuro distretto turistico dovranno esserci necessariamente «i comuni, il Parco nazionale, le stazioni sciistiche, le Dmc e tutti gli attrattori turistici dell’area del Gran Sasso, dal laboratorio di Fisica nucleare agli aspetti spirituali e religiosi che la montagna riesce ad esprimere».
{{*ExtraImg_222720_ArtImgRight_300x205_}}Il grande successo della giornata di lavoro ha testimoniato quanto sia alta l’attenzione del territorio. «La presenza massiccia dei sindaci è un segnale politico importante – ha detto Lolli – e noi come regione siamo pronti a recitare un ruolo guida in questo progetto e a dare il necessario supporto programmatorio».
L’attenzione va alla capacità di reperire risorse per dare benzina al progetto del distretto turistico. «Ci sono le risorse comunitarie, nelle sue diverse articolazioni – ricorda il vicepresidente – ci sono le risorse del terremoto che devono finanziare in parte anche progetti turistici. Ma devono finanziare anche – conclude Lolli – l’infrastruttura turistica: dagli impianti alle aree faunistiche, dalla sentieristica ai rifugi sulla montagna».
D’ALFONSO, ABRUZZO HA ANCORA LA FORZA DI INCURIOSIRE – «Il nostro territorio porta con sé una straordinaria capacità di incuriosire che non possiamo lasciar cadere nel vuoto, ma che dobbiamo sempre stimolare come si sta facendo nella costruzione del primo distretto turistico montano del Gran Sasso d’Italia», ha detto il presidente D’Alfonso chiudendo la giornata di lavoro a Santo Stefano di Sessanio con il ministro del Turismo, Dario Franceschini.
{{*ExtraImg_222721_ArtImgRight_300x199_}}«E’ una giornata fruttuosa e produttiva – ha aggiunto D’Alfonso – che ha messo in campo le migliori risorse per far nascere qualcosa di nuovo e innovativo, a conferma di come questo Abruzzo abbia ancora la forza di incuriosire. Ma per fare turismo dobbiamo creare le migliori condizioni, a cominciare dalla facilità di accesso dei nostri luoghi, dal rendere accessibile la nostra montagna con una sentieristica di livello». In questo ambito il presidente D’Alfonso ha sottolineato la necessità di «organizzare eventi di qualità in modo da recuperare un preciso posizionamento che l’Abruzzo in tutti questi anni è andato lentamente perdendo». Ma secondo il presidente la politica per dare risposte deve fare «scelte ben precise». «Come quella che fa riferimento al progetto regionale delle piste ciclabili delle aree interne collegate con la pista che attraversa tutta l’area adriatica abruzzese. Alle Province daremo 5 milioni di euro per realizzare l’infrastruttura della ciclopedonabile delle aree interne con un progetto a pettine collegato con la dorsale adriatica. Poi dovremo avere la forza e la testa di pensare al futuro di queste piste e ai loro costi di manutenzione che, è bene essere chiari, non potranno cadere completamente sulle spalle del soggetto pubblico». Come, infine, «la scelta di questo governo regionale – conclude D’Alfonso – di affrontare con coraggio il risanamento ambientale dei fiumi. Abbiamo messo in campo un’azione violenta che porterà i suoi benefici a breve».
{{*ExtraImg_222722_ArtImgCenter_500x308_}}