Potature a San Benedetto, dieci piccioni con una fava

6 novembre 2014 | 14:30
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Potature a San Benedetto, dieci piccioni con una fava

di Lucia Ottavi

Il sindaco di San Benedetto, Quirino D’Orazio, ha proceduto ai lavori di potatura lungo le strade del paese. La decisione si è resa necessaria visto lo stato di pericolosità di alcuni alberi dimenticati da decenni.

La polemica nasce non per le operazioni eseguite, che erano a dir poco necessarie, ma per il metodo usato. L’ex sindaco Paolo Di Cesare ha definito “antiestetica” la scelta dell’attuale amministrazione di tagliare, in un colpo solo, i rami degli alberi presenti nelle strade principali.

Sicuramente l’ex primo cittadino ha avuto parecchio tempo per pensare alla giusta modalità da seguire nelle operazioni di potatura, visto che ha ricoperto la carica di sindaco per diversi anni. Una domanda sorge quindi spontanea, perché non ha fatto nessun tipo di intervento quando ha amministrato il paese?

Il sindaco D’Orazio alla luce di questi attacchi inopportuni e fuori luogo ha tenuto a precisare che grazie alle potature effettuate si sono presi «dieci piccioni con una fava. 1) taglio dei rami che erano cresciuti troppo ed erano abbandonati a se stessi da anni,
2) eliminazione dei rami secchi divenuti pericolosi per gli utenti,
3) significativa riduzione dello sforzo del personale per raccogliere le foglie sulla strada,
4) impiego degli operai in altre importanti necessità,
5) donazione ai cittadini che hanno fatto richiesta del legname tagliato,
6) risparmio ragguardevole nel conferimento dello stesso presso impianti di smaltimento,
7) i lampioni hanno potuto svolgere nuovamente la loro funzione, ovvero illuminare le strade,
8) si è reso più pulito il paese,
9) ridato il giusto decoro a monumenti e simboli importanti della comunità sanbenedettese e, per ultimo,
10) si sono date le giuste risposte a una minoranza in preda a crisi sterili e isteriche».

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