Un grano marsicano nel Rosario dei Santi

6 novembre 2014 | 16:21
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Un grano marsicano nel Rosario dei Santi

di Gioia Chiostri

Attaccata alla vita è la preghiera di renderla migliore. Come un vestito sontuoso, ricamato di gioie. Si è svolta il primo novembre a Roma la tradizionale e suggestiva ‘Corsa dei Santi’, una manifestazione sportiva che, legata alla luce della beneficienza e della solidarietà, ripropone ogni anno lo slogan del correre per gli altri, lo scheletro senza polpa del mondo, ossia quello dei meno fortunati. Quest’anno, fra scarpe da ginnastica consunte e olio di gomito a gogo, anche l’associazione sportiva Magic Runners di Tagliacozzo ha preso parte alla ‘scalata’ della vita.

La corsa è un’esperienza di riscatto. Si corre, un passo dopo l’altro, per approdare e arrivare. Per ottenere, vincere e affermare. Chi corre, detta i tempi a sé stesso. Monia D’Alessandro, la vicepresidente del gruppo sportivo, intervistata da [i]IlCapoluogo.it[/i] a seguito della manifestazione sportiva vissuta, così ha commentato l’esperienza: «Una giornata memorabile. Noi, membri del Magic Runners di Tagliacozzo, abbiamo accolto l’idea dei giovani affiliati di voler prendere parte a questo evento sensazionale. Gestendo anche un corso di attività sportive per ragazzi, incentrato sempre sul senso dello sport, ho avuto modo di ascoltare i pareri dei ‘piccoli’ del gruppo: mi hanno espresso la volontà di prendere parte alla ‘Corsa dei Santi’. Siamo partiti in 6 dalla Marsica, 5 dei quali profani rispetto all’evento. Ognuno vi ha partecipato con la propria motivazione nel cuore. Personalmente, era il giorno del compleanno di mio marito: il fare un qualcosa insieme, in questo caso correre a perdifiato per le strade storiche di Roma, dopo vent’anni di matrimonio, riuscire a provare ancora il piacere dello scoprire sensazioni assieme come coppia, è stata una sensazione meravigliosa. Inoltre, da credente, il tutto è stato completato in maniera perfetta dalla benedizione di Papa Francesco. In tre parole? Una giornata speciale».

{{*ExtraImg_222710_ArtImgRight_300x400_}}La ‘Corsa dei Santi’ è una manifestazione sportiva a scopo benefico che ogni anno rivendica un pensiero per i disastri altrui. L’edizione di quest’anno, la settima, ha visto la partecipazione di settemila persone, arrivate da tutta Italia per festeggiare Ognissanti e contribuire con il loro gesto alla promozione della campagna della Fondazione Don Bosco nel Mondo per la prevenzione dell’Ebola. Eppure, chi vi partecipa, solitamente, ha in fondo all’anima un pensiero da voler in un certo senso esorcizzare con l’arte della corsa. Tristezza, sfinimento, pensieri negativi: il bagaglio nero dell’essere umano scompare, a contatto con la solidarietà.

«Molti – dice Monia – hanno preso parte per pura curiosità: guardare il centro storico di Roma da ben altra angolazione è una sensazione inusuale. Questa gara, poi, ha permesso di porre sullo stesso piatto della bilancia atleti ‘minori’ con corridori di alto livello: noi abbiamo avuto la fortuna di interfacciarci con sportivi preparatissimi. Una gara nel vero senso del termine, corsa, però, per ben altri trofei da agguantare».

Cinque membri dell’associazione sportiva di Tagliacozzo sono stati letteralmente battezzati dalla ‘Corsa dei Santi’. «Solo una ragazza del nostro gruppo, che di nome fa Giovanna Tabacco, aveva già avuto modo di correre a Roma in questa stessa occasione lo scorso anno. Ma l’emozione, in quei 10 chilometri di corsa, è davvero un fulmine: si va a toccare il cuore della città eterna, in una cornice davvero suggestiva. Si corre all’interno di una zona sacra e le ‘pareti’ del percorso hanno un non so che di surreale. I podisti, poi, in quell’occasione, hanno avuto un comportamento più composto rispetto a quello assunto magari in altre manifestazioni sportive». Piazza San Pietro ha rievocato anche in questa occasione il suo fascino eterno e ancestrale.

{{*ExtraImg_222711_ArtImgRight_300x223_}}Giovani e meno giovani hanno stretto le mani all’unisono, pregando ognuno la propria fede di vita: credere è anche partecipare. Il Santo Papa affacciato alla finestra, aveva le sembianze di una minuscola luce bianca, tanta era la folla e la distanza. «Ma – afferma Monia – si è avuto l’onore di ascoltare la sua voce calorosa, che ha puntato diritto al cuore. Io ho avuto il primo incontro con lui in questa occasione. Inoltre, sono anche una madre e l’omelia a cui lui ha dato voce, in cui induce a lasciarsi insegnare dalla Madonna, con la sua nitidezza e saggezza, mi ha toccata profondamente. Papa Francesco davvero riunisce tutte le fasce di età. – spiega entusiasticamente Monia – Ognuno, in famiglia, poi, si confronta con diverse problematiche, però, in quel momento sembra quasi che tutti stiano bene, che la serenità sia scasa nuovamente su questo pazzo mondo. Nel momento della gara, tutti hanno la voglia di andare, di vivere, di raggiungere il traguardo. Un’atmosfera stabile, calma, felice».

La corsa è uno scarico e una carica al contempo: i MagicRunners così vedono l’atto della corsa. «In un universo doppio, tu riesci, correndo, a scaricarti e a ricaricarti nello stesso momento. Questo crea, a mio avviso, la possibilità di non lasciarsi coinvolgere, durante quei passi frettolosi, da tutte le incombenze della vita quotidiana. Con gli anni, – aggiunge Monia – le cose crescono nel bene e nel male e bisogna sempre trovare il modo di rigenerarsi. Forse, le persone che praticano uno sport, hanno trovato l’elisir di lunga vita». Alla ‘Corsa dei Santi’, hanno partecipato anche altre società sportive provenienti dalla zona marsicana. «Tanti amici. E’ una gara che, nonostante si basi su soli 10 chilometri, abbraccia molti paesi e coinvolge tante persone. V’erano anche dei pullman provenienti da Vasto. Questa gara ci ha svelato una Roma nuova, sacralizzata».

{{*ExtraImg_222712_ArtImgRight_300x225_}}Il membro del gruppo sportivo che risponde al nome di Salvatore Martelloni, ci dona un ricordo perlaceo dell’evento: «Sarebbe alquanto riduttivo descriverlo e basta, viste le sensazioni vissute in quelle ore. Mia intenzione – afferma – è rappresentare la gara come un’immagine di quelle che si vedono nelle cartoline: immagini simpatiche, adrenaliniche, con molte persone sul luogo prescelto cariche e pronte per partire. Nella testa di tutti, prima della partenza, sembra ci sia il dominio della parola ‘forza’. La carica che ne deriva, infatti, la si porta fino al traguardo. Le gare sportive, senza dubbio, sono tutte importanti e tutte diverse al contempo; ma l’importante, davvero, è portare ognuna di esse nel proprio cuore, legandole magari ad una sensazione provata in quel frangente. La ‘Corsa dei Santi’ in piazza San Pietro, però, ha un qualcosa in più perché è bardata di fascino: correre in uno dei luoghi più belli al mondo è un’emozione indescrivibile. Si avverte una strana energia; c’è un’atmosfera che altrove non è percepibile. Difficile da spiegare: in quel momento dentro di te, la voce grida: correre, correre, correre!».

{{*ExtraImg_222713_ArtImgRight_300x400_}}Il 32enne Daniele Ciucci, membro da qualche anno dell’Associazione sportiva MagicRunners di Tagliacozzo, ma attualmente residente a Roma, descrive un rapporto molto intenso con la città d’arte marsicana. Lui, romano per lavoro ma marsicano nelle radici e nel cuore e anche per sport, ha partecipato per la prima volta, quest’anno, alla ‘Corsa dei Santi’. «Io sono originario di Tagliacozzo, tant’è che come sportivo mi sono affiliato ai MagicRunners lì attivi. Roma la conosco bene, è un paio di anni che corro a livello di gare podistiche ed ho già avuto modo di partecipare alla Roma-Ostia che, a livello organizzativo, è molto rilevante. Quindi, conoscendo Roma e vivendola in un certo modo, il partecipare a questa competizione ha significato molto per me, perché ho avuto un impatto ‘diverso’ con la Capitale. Io ho deciso di partecipare anzitutto per curiosità sportiva e poi perché, quando si è nell’ambito delle gare podistiche, si cerca di farne il più possibile durante l’anno. La carriera della corsa ha bisogno delle sue tappe». Da giocatore di calcio ventennale, Daniele ha lasciato il pallone per la pista.

{{*ExtraImg_222714_ArtImgRight_300x400_}}«Ho scelto la corsa un po’ per caso in realtà. – dice – Iniziai per curiosità gli allenamenti sulla pista di atletica presente a Tagliacozzo; successivamente, giorno dopo giorno, è cresciuta la passione per questa disciplina meravigliosa. Ho fatto la prima gara proprio a Tagliacozzo, quella di fine estate, ossia la ‘gara della solidarietà’ e il giorno dopo ho deciso di non abbandonare mai più questo campo sportivo». Primo incontro anche per lui con il Santo Padre. «La visione era un po’ sfocata, a dire la verità, ma è stato molto emozionante. Pochi giorni prima dell’avvento della ‘Corsa dei Santi’, c’è stato un tragico incidente a Tagliacozzo in cui un giovane del luogo ha perso la vita . E’ coinciso con la notte prima della gara. Durante l’Omelia del Papa, il mio pensiero si è tinto di tristezza e ricordo rammaricato».

A livello di partecipanti, la ‘Corsa dei Santi’ ha raggruppato 4mila ‘competitivi’ in totale, ossia coloro che hanno corso tutti e 10 i chilometri previsti dal regolamento. Una corsa per la vita. Per non farla correre troppo e quindi stancarla mai. Gli altri hanno sempre una sfumatura nerastra in più che li differenzia da sé stessi. Il più delle volte è negativa, perché la vita da vivere smorza il sogno di quella che si vorrebbe vivere. Tutto sta nell’accorgersene e porgere aiuto: una mano tesa è un sorriso guadagnato nel proprio personale paradiso celeste terreno.

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