Crollo balcone, la Procura accelera i tempi

7 novembre 2014 | 18:57
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Crollo balcone, la Procura accelera i tempi

La Procura della Repubblica dell’Aquila accelera i tempi degli accertamenti tecnici sul crollo di un balcone in legno, ‘per difetti di costruzione’, avvenuta a fine settembre in un alloggio antisismico del progetto Case, a Cese di Preturo, e sull’intera palazzina, sequestrata e sgombrata.

A questo scopo, il pm titolare dell’inchiesta, Roberta D’Avolio, ha chiesto ai due periti nominati oggi di presentare una relazione intermedia – prima della definitiva prevista tra 90 giorni – che dia indicazioni sulla condizione statica.

L’obiettivo è verificare se ci possano essere eventuali pericoli negli altri 493 alloggi abitati, disseminati in cinque insediamenti, costruiti dopo il terremoto del 6 aprile 2009 dalle aziende del raggruppamento temporaneo d’impresa (Rti) costituito dalle napoletane Iter Gestione e Appalti Spa, Sled Spa e Vitale Costruzioni Spa (fallite), con le stesse modalità e con lo stesso materiale, e dove sono stati sequestrati, per prevenire rischi, altri 800 balconi.

Gli esperti nominati sono l’architetto Carlo Maria Perotti e l’ingegnere Urmberto Scalzotto, entrambi di Torino. Hanno comunicato di volersi avvalere dell’apporto del professor Bernardino Chiaia, ordinario di scienze delle costruzioni al politecnico di Torino, esperto in normativa delle costruzioni, che ha lavorato per la procura nell’inchiesta sugli isolatori sismici. Ai tecnici il pm ha chiesto, tra le altre cose, di stabilire qualità dei materiali, staticità, grado di sicurezza e modalità di costruzione.

La fornitura di legno per balconi e alloggi era stata fatta a suo tempo dalla Safwood, finita sotto inchiesta a Piacenza, per il suo crac finanziario. Proprio durante questa inchiesta, la Finanza aveva stabilito che il materiale fornito dalla Safwood al raggruppamento temporaneo di aziende che aveva costruito all’Aquila era da considerarsi scadente. Nell’inchiesta aquilana sono iscritte nel registro degli indagati 39 persone: oltre a imprenditori, funzionari della Protezione civile (stazione appaltante del progetto Case costato circa un miliardo di euro), del Comune dell’Aquila, la commissione di collaudo e i tecnici che all’epoca hanno redatto le certificazioni dei materiali.