
Il destino del Tsa passa nelle mani degli Alessandri ‘Magni’. ‘In teatro si vive sul serio quello che gli altri recitano male nella vita’. L’ex direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo, il regista, attore e uomo d’arte Alessandro Preziosi saluta amaramente il suo incarico, il ruolo di direttore, i suoi collaboratori e tutta la struttura teatrale abruzzese che, durante i tre anni occorsi, hanno caratterizzato un pezzo di vita e storia della sua lunga carriera. Un addio che comincia bene, ma finisce male, in sostanza.
Sulla sua pagina FB ed esclusivamente sul sito del TSA, Preziosi ha pubblicato una lettera nella quale saluta e prende atto del distacco. Le sue parole sono di vivo grazie e passionale addio relativamente a tutti i suoi collaboratori e spettatori. «Ringrazio – scrive – innanzitutto per l’entusiasmante esperienza di questi tre anni tutto il pubblico abruzzese e lo staff del Tsa. Un particolare ringraziamento va agli aquilani che hanno dato a me e ai componenti del mio gruppo, la possibilità di condividere valori ‘diffusi’ come la determinazione, l’amore per il teatro e le sfide progettuali. Grazie agli spettacoli ospitati e a quelli prodotti. Si è creata non solo una magia teatrale, ma anche sociale e morale e quindi un sentito ringraziamento va a tutti gli amici, i colleghi, i registi, gli attori e i produttori che hanno accettato di collaborare sotto la nostra direzione per la buona riuscita degli obiettivi».
«Al caro amico Alessandro D’Alatri, – continua nella lettera – nuovo direttore artistico, vanno tutti i miei più tempestivi e appassionati auguri di buon lavoro. Sono orgoglioso di avere ancora per lungo tempo la possibilità di tenere alto il nome del Tsa nella tournée del Don Giovanni, con il quale dò appuntamento agli spettatori della stagione aquilana».
A fine dell’epistola, però, il dardo infuocato: «Il Don Giovanni? Un classico che trovo un utile talismano contro i più sordidi vizi del nostro tempo come l’ipocrisia e la compiacenza». Ipocrisia e compiacenza: due parole chiave che di certo non aiutano a calmierare la situazione di addio. Il Tsa, da sempre tavolo di Risiko per i vari politici di turno, non ha fatto di certo una bella figura. le logiche di politica e di potere non fanno mai bene all’arte, soprattutto quando esse sono accecate da scopi che nulla hanno a che vedere con il bene di un Ente così ‘prezioso’, per l’appunto. Si auspica che il nuovo direttore, molto energico tra l’altro, prenda sotto la sua ala protettiva il Teatro Stabile e lo faccia volare più in alto che può. Ne va del valore degli aquilani e della loro storia.