
di Claudia Giannone
Lacrime e disperazione all’uscita dall’aula della Corte d’Appello dell’Aquila: «un terremoto nel terremoto», come lo ha definito l’avvocato Colagrande dopo aver udito la sentenza che di certo non rende giustizia ai familiari delle vittime del sisma del 6 aprile 2009.
Sei imputati assolti, uno condannato a due anni: assolto per i capi principali, De Bernardinis resta comunque l’unico degli imputati a dover scontare una pena.
Aspre le parole della senatrice del PD Stefania Pezzopane, amareggiata in seguito alla decisione presa nel corso della giornata odierna.
«Non mi aspettavo una simile sentenza, sono sconvolta. Voglio leggere il dispositivo e approfondire le ragioni della Corte, che ovviamente va rispettata in ogni sentenza. Ma qui siamo di fronte ad una revisione pressoché totale del primo grado di giudizio».
«Io avevo testimoniato nella fase istruttoria del procedimento a favore delle tesi dei cittadini e delle famiglie, perché da cittadina ricordo esattamente come fu rassicurante il tono di quella riunione e come i comportamenti furono determinati da quelle rassicurazioni. Non mi spiego come possa essere stato ribaltato il tutto».
Dura reazione da parte dell’insegnante di scuola superiore Anna Lucia Bonanni, che proprio nel corso dell’udienza di apertura del processo di secondo grado aveva deciso di far assistere i propri studenti. Ma le speranze erano ben diverse dalla situazione che si è andata a creare al momento della sentenza.
«I ragazzi vivono in una città distrutta. Leggiamo tutti i giorni notizie di corruzione e di sciacallaggio su questa città e oggi abbiamo assistito a questa sentenza. Io non so come potranno crescere in questa città, in questo Paese. Lo Stato non esiste più, non è più in grado di garantire nulla ai propri cittadini. La giustizia è dei padroni».