L’Aquila Calcio, Zavettieri: «La strada è lunga»

10 novembre 2014 | 13:56
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L’Aquila Calcio, Zavettieri: «La strada è lunga»

di Claudia Giannone

L’Aquila prova ancora a seguire la propria scia positiva: dopo l’importante vittoria di Ferrara, arriva il risultato casalingo contro la Carrarese, molto utile dal punto di vista psicologico per trovare una continuità altre volte spezzata. Un gioco forse non brillante come quello di altri incontri, ma tre punti che le permettono di restare nei piani alti della classifica, in un campionato più unico che raro dal punto di vista degli equilibri.

È nella conferenza stampa post gara che mister Zavettieri, ribadendo ciò che era stato detto subito l’incontro di sabato pomeriggio, conferma le sue convinzioni riguardanti il [i]team[/i] che da più di un mese sta allenando con buoni risultati. «Sicuramente è stato un risultato importante. Sono contento perché questa partita ci deve aiutare con la nostra autostima e ci deve convincere a fare molto di più. Sul piano della qualità possiamo fare meglio, ma questo è un campionato difficile in cui dobbiamo essere bravi a carpire il momento giusto. Abbiamo saputo anche soffrire e non abbiamo perso la testa, ci siamo ricompattati nel finale e sono molto contento di questo. Ma la strada è lunga».

«Dobbiamo capire – ha affermato il tecnico – quando è il momento di sguainare la spada o di tirare fuori lo scudo. Io ho il dovere di ottimizzare al massimo ciò che ho, perché la continuità dei risultati è spesso data dalla continuità del gioco. Ci sono altri fattori, però, che portano alla vittoria, oltre a quello estetico».

Si passa, poi, a valutare cosa non è andato al massimo in questa giornata. «Non abbiamo fatto bene i primi quindici minuti del secondo tempo. Dobbiamo cercare un gioco più pungente attraverso un fraseggio più stretto. Avevamo troppa foga nel cercare subito la profondità, su questo punto di vista sicuramente dovremmo far meglio».

«La sofferenza dei tre attaccanti – ha sottolineato – è stata dovuta al merito della Carrarese, ma anche al nostro demerito, perché forse non abbiamo messo a disposizione il massimo per loro. È impossibile pensare di poter giocare sempre alla grande, c’è una grande differenza tra una partita e l’altra. Pacilli? È molto generoso e vorrebbe dare tanto, fa sempre male rientrare in panchina, ma sono cose presenti nel calcio».

Un commento riguarda anche quelli che sono stati i due volti del pubblico di casa: la tribuna, rumoreggiante nei momenti di difficoltà della squadra e acclamante in quelli di festa, e la curva, non presente nel corso del match.

«I commenti fanno parte del gioco, lo metto in preventivo. Soprattutto per i giocatori più giovani, questo può influire a livello mentale, ma io chiedo sempre di distaccarsi da tutto. Però i ragazzi sono molto legati al pubblico, ci tengono tantissimo, e la presenza della curva è fondamentale. Vedere una partita senza pubblico, soprattutto la parte più calorosa, non è calcio. I calciatori sono un mezzo per esaltare il cuore dei tifosi. Da questo punto di vista posso capire sicuramente i ragazzi».

Le ultime parole riguardano l’incontro di sabato contro il Santarcangelo, una partita da non sottovalutare, ma da prendere con le pinze. «Sarà una partita difficile. Voglio che i ragazzi dimentichino l’incontro di sabato. Ogni partita è diversa dall’altra e non possiamo permetterci di sottovalutare nessun avversario. Voglio una grande settimana di lavoro con umiltà e determinazione giuste».